Di: Sergio Palumbo

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Appare davvero insolito il trasportato lirismo di questo noir di Massimo Cotto (direttore di Rockstar), sospeso tra reale e surreale, tra consapevolezza e follia.

Chi sono i tre uomini che si incontrano in un albergo in riva al mare d’Irlanda, dove accadranno misteriosi delitti? Sono davvero tre o la proiezione di un’unica personalità, dal passato inconfessabile e dal futuro impossibile, ma che avrebbe potuto essere altro da sé? O forse lo era, un altro, che avrebbe potuto amare la donna che amava, senza il tragico senso di colpa derivante dal crederla sua sorella? Allora non avrebbe ucciso e non sarebbe stato ucciso, morendo per l’ultima volta dopo le tante altre volte che l’aveva ucciso il dolore della vita, senza tuttavia sottrarlo alla vita e al suo destino di distruggere e distruggersi.

Intorno al protagonista, altre figure sospese tra realtà e sogno: disperati amanti votati alla rinuncia o alla morte.

Lo stile a volte si distende nell’idillio teneramente malinconico dell memorie infantili; più spesso ha l’andamento affannoso di un destino che incalza fino alla necessaria catasfrofe. Ma spesso è anche il canto appassionato dell’amore ineluttabile, come quello di certi eroi della tragedia greca, incolpevoli pur nella colpa perché vittime del Fato.

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