Di: Sergio Palumbo

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“Il broglio” di Agente Italiano è la divertente istantanea di un evento da poco verificatosi: le ultime elezioni politiche. Il titolo è esplicito: il sospetto di illeciti maneggi giustificati dalla stranissima discrepanza dei risultati nelle stime dei sondaggi e nelle rilevazioni degli exit-poll rispetto all’esito finale del voto. Chi ha operato o quanto meno tentato il broglio, lo schieramento di destra o quello di sinistra? Il romanzo azzarda la sua ipotesi, senza pretendere di diventare un documento di cronaca che denunci con prove un illecito dai clamorosi sviluppi. Va letto così, come un “divertissement”, che magari fa riflettere il lettore su una situazione storica dai risvolti spesso paradossali, ma soprattutto lo fa sorridere, già con i curiosi soprannomi attribuiti ai più noti leader di partito, tutti molto azzeccati: il Tycoon, il Curato, il Baffo, etc. Attorno al fatto di cronaca reale ruotano personaggi immaginari, che danno vita ad un insolito “giallo” fantapolitico e rispecchiano quel variegato campionario umano che opera nel sottobosco della politica e del giornalismo, per opportunismo e fini di lucro, raramente per ingenuo impegno ideologico.

L’opera si fa leggere con gusto, anche per lo stile brillante e lo svariare delle situazioni, che ruotano intorno all’unico evento di cronaca di cui riteniamo di sapere tutto, ma forse – suggerisce l’autore – è di più ciò che ignoriamo e rientra nei tanti misteri italiani.

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