Di: Emiliano Bedini

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La collana Reportage 2000 del Touring Club Italiano ha il notevole pregio di presentare diari di viaggio non solo da zone del mondo lontane e diverse dai nostri standard, ma anche da luoghi più vicini a noi, per motivi geografici o socio-culturali, tuttavia rivisitati da punti di vista inediti e particolari. Questa descrizione calza a pennello per uno dei volumi di più recente pubblicazione nella collana, “Adagio su due ruote” di Tim Moore, affermato scrittore di viaggio della scena letteraria britannica. Infatti si tratta del diario di viaggio di un giro di Francia in bicicletta compiuto sull’esatto tracciato del Tour de France 2001 ma con qualche mese d’anticipo sulla rassegna ciclistica ufficiale. Ne viene fuori una Francia di provincia, lontana dallo sfavillio della grandeur parigina, ma non meno interessante e gustosa, proprio perché più reale e sincera, meno banalizzata dall’appiattimento dovuto al turismo di massa. È inoltre una Francia descritta in modo innamorato ma ironico come solo un inglese avrebbe potuto fare, quasi in ossequio ad un illustre precedente qual è il giro della Germania in bicicletta descritto da Jerome poco più di un secolo fa in “Tre uomini a zonzo”.

Non bisogna però far credere che in “Adagio su due ruote” ci sia solo la descrizione della Francia attraverso splendori e miserie dei tanti centri minori (Limoges, Dax, Agen, Loudun, Belfort) attraversati da Moore e poi dal Tour 2001. È pur sempre il diario di viaggio di un dilettante della bicicletta che, seppur con qualche passaggio in auto e qualche “taglio” rispetto al tracciato originale, pedala per 3000 chilometri in un mese. Pertanto il racconto si riempie del sarcastico racconto dei dolori patiti, di paragoni impietosi con i ciclisti professionisti, delle tante tragicomiche disfatte sulle strade del mito, soprattutto le montagne, del Tour de France. E c’è spazio anche per una carrellata di personaggi che affiancano, superano, aiutano, soccorrono, spronano l’autore sia durante i preparativi in Inghilterra che durante l’incerto e traballante Tour compiuto da Moore. Insomma, come si diceva all’inizio, un reportage diverso ed insolito sulla Francia ma anche sull’arte del pedalare, tratteggiato sempre sulle corde del sarcasmo e dell’autoironia, e forse proprio per questo ancora più godibile e scorrevole nella lettura.

Link: il sito di Touring Club Italiano – www.touringclub.com