Di: Sergio Palumbo

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Sono circa sei anni della vita italiana osservati al microscopio con la verve ironica di Claudio Sabelli Fioretti, il brillante ex-direttore di Cuore, che riporta nel libro la corrispondenza sul suo blog con i suoi interlocutori, più e meno noti. Sono battute fulminanti, osservazioni argute e attente, che passano al crivello della satira intelligente, ma dal tocco leggero come puntura di spillo, i grandi temi del dibattito ideologico-politico di questi anni in Italia: l’eutanasia, il rapporto fra religione e potere, Berlusconi e il conflitto di interessi, il terrorismo, i problemi mediorientali, la guerra in Iraq, etc. Non mancano momenti di commozione, come in riferimento al caso Welby e alla sua scelta di una morte dignitosa come estrema affermazione di libertà contro l’ingiuria della malattia e le remore della religione. Proprio a Piergiorgio Welby è dedicato il volumetto in abbinamento a “La mia vita è come un blog”: “Ciao Welby, Arguzie e intuizioni di Piergiorgio Welby sul blog di Claudio Sabelli Fioretti”, un opuscoletto che raccoglie tutti gli interventi di Welby sul blog di Claudio Sabelli Fioretti. E’ davvero impressionante il confronto tra l’immagine che la TV ci ha consegnato dell’uomo ridotto dal male a una rigida fissità, a una maschera immobile e inespressiva e, viceversa, la multiforme versatilità del suo spirito, la sorridente ironia delle sue battute su personaggi, eventi, idee del presente e del passato. Un omaggio alla libertà di coscienza e di pensiero ed un affettuoso dell’amico la cui morte, invocata e infine ottenuta dalla compassione di un medico, è stata un caso emblematico, oggetto di infinite polemiche nel nostro paese.
Ma il tono dominante della corrispondenza di Claudio Sabelli Fioretti è lo humour sorridente, amabile e mordace, ma sempre elegante e privo di volgarità: felice eccezione, in un tempo in cui l’urlo e la trivialità sembrano precipui caratteri di ogni dibattito, perfino da salotto.
Ciò non vuol dire che le prese di posizione di Sabelli Fioretti non siano nette e spesso in netto contrasto con alcuni dei suoi interlocutori, le cui critiche ed obiezioni sono democraticamente ospitate senza preclusioni censorie. Ma il bello dello scontro è che i colpi di fioretto contrapposti sono quelli che non fanno sgorgare il sangue ma il sorriso o la franca risata, più efficace di ogni fastidioso urlo. Insomma, leggere “La mia vita è come un blog” è uno di quei divertimenti intelligenti e istruttivi, che ti riconciliano con l’intellettualità nostrana e con le vicende stesse, spesso fastidiose e stressanti, della vita politica e sociale del nostro paese negli ultimi anni.

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