Di: Sergio Palumbo

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Appena si entra nel Palapartenope Club si ha l’impressione che sia l’ambiente ideale per un concerto di Paolo Benvegnù. Intimo quanto basta, può ospitare circa 700 spettatori, sia in piedi che seduti. Lo spettatore può scegliere se seguire il concerto comodamente seduto in platea o in piedi per stare più vicini al palco. L’atmosfera da club è chiaramente nell’intento degli organizzatori, che hanno pensato perfino a dei divanetti che contornano la pedana sulla quale è installato il palco.

L’ex leader degli Scisma, gruppo che ha segnato indelebilmente la musica indie italiana degli anni ’90, torna a Napoli per presentare l’ultimo lavoro, Hermann, suo terzo album da solista, dopo l’esordio del 2004 con Piccolo Fragilissimi Film, seguito da Le Labbra, nel 2008. Album intensi, sia per i testi suggestivi che per le sonorità magicamente poliedriche, ma impregnate di uno stile che caratterizza il cantautore sin tai tempi degli Scisma.

Apre il concerto il giovane cantautore indie Mr. Milk, che timidamente sale sul palco con la sua chitarra e regala emozioni con la sua voce al confine tra sogno e realtà ed i suoni cristallini e sinceri, che creano un’atmosfera intimamente onirica ed idealmente perfetta per introdurre il concerto di Paolo Benvegnù.

Il cantautore milanese sale sul palco mentre dietro di lui vengono proiettate immagini e scritte. La prima è il manifesto programmatico dell’album: “Hermann è l’uomo”. E ci si ritrova magicamente in questa variegata umanità dell’album, iniziando da Il Pianeta Perfetto, seguendo scrupolosamente la scaletta dell’album, tra momenti più riflessivi ed altri più elettrici e taglienti, alternando ritmi diversi che si intrecciano ai testi ed alle immagini sullo sfondo. Come l’album, anche la prima parte del concerto termina con la splendida ballata acustica scritta e cantata dal batterista Andrea Franchi.

Per i bis Benvegnù sceglie alcuni dei suoi brani più belli: dal primo album le magiche Cerchi nell’acqua ed Il mare verticale, mentre dal repertorio degli Scisma estrae la celebre ed indimenticabile Rosemary Plexiglas. Il penultimo bis è Io e il mio amore, tratto dal progetto “Il paese è reale”, ideato dagli Afterhours e condiviso da artisti della scena alternativa ed indie rock italiana.

Non manca un pizzico di sfortuna, con qualche problema tecnico all’amplificazione degli strumenti, che Benvegnù prende con l’ironia e la filosofia di chi calca le scene ormai da quasi vent’anni. E anche quando l’impianto fonico lo abbandona, Benvegnù non abbandona il suo pubblico: l’ultimo bis lo esegue senza amplificazione, con gli spettatori che accorrono vicino al palco per incantarsi al suono della chitarra acustica e della voce nuda e senza filtri: La Schiena è il brano con cui si chiude un concerto ricco di suggestioni e di emozioni.

Ringraziamo Nuovole Elettriche per averci offerto la possibilità di essere presenti a questo evento.