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UTO UGHI TORNA AL SAN CARLO INSIEME AD ALESSANDRO SPECCHI

PER IL NUOVO APPUNTAMENTO DELLA STAGIONE SINFONICA

VENERDI’ 5 DICEMBRE 2014 ORE 18

Venerdì 5 dicembre ore 18 appuntamento imperdibile con uno dei più grandi musicisti del nostro tempo,torna al San Carlo per il nuovo appuntamento della Stagione Sinfonica 2014 – 15 Uto Ughi assieme al pianista Alessandro Specchi.

Interprete tra i più amati e riconosciuti a livello internazionale, erede della tradizione che ha visto nascere e fiorire le grandi scuole violinistiche italiane del nostro tempo, riconosciute ed apprezzate in tutto il mondo, Uto Ughi torna al Massimo napoletano dopo la speciale lezione concerto dello scorso aprile che ha visto coinvolti numerosissimi giovani.

In programma per questo appuntamento sinfonico un esemplare compendio di stile e virtuosismo che traccia un arco dalla letteratura strumentale barocca agli ultimi fuochi romantici.

Primo brano la Ciaccona in sol minore di Tomaso Antonio Vitali, (1663-1745), violinista e compositore bolognese discendente da una rinomata famiglia di musicisti attivi nel modenese. A riscoprirla negli archivi di Dresda e ad assegnarla alla paternità del Vitali sulla base dell’iscrizione Parte del Tomaso Vitalinosul margine superiore della prima carta del manoscritto più antico, fu un noto violinista dell’Ottocento, Ferdinand David. La composizione presenta un’elaborazione variata di uno spunto motivico secondo gradi di difficoltà tecnica crescente che, attraverso i movimenti Molto Moderato, Largamente e il ritorno al Tempo I, sfodera salti, arpeggi all’acuto, doppie corde e colpi d’arco sorprendenti per l’epoca.

A distanza di un secolo, tutt’altra forza plastica e un nuovo, sfrenato ardore dello stile virtuosistico-concertante scolpiscono la Sonata in la maggiore n. 9, op. 47 “a Kreutzer” di Ludwig van Beethoven (1770-1827), fra i capolavori del genere, segnale concreto di una nuova era che, al passaggio dai simmetrici equilibri del Classicismo settecentesco alle profonde inquietudini del primo Ottocento, forza ed espande gli schemi della tradizione al pari dell’economia interna alla musica da camera.

Nel gennaio del 1887, nascevano POI i Quattro pezzi romantici op. 75 di Antonín Dvořák (1841-1904), miniature pensate per una fruizione amatoriale analoga per respiro e organico a quella appena varata con successo dal compositore céco scrivendo il Trio in do maggiore op. 74 per due violini e viola. Il singolare progetto, intitolato Drabnosti (Bagatelle), fu presto realizzato unendo quattro pagine autonome ma tutte in forma di Lied tripartito e dai titoli parimenti originali: Cavatina, Capriccio, Romanza ed Elegia.

Per il violinista cubano Rafael Díaz Albertini fu pensata la Havanaise op. 83 di Saint-Saëns ispirata all’autore dalle folate di vento udite da durante una fredda notte autunnale del 1885 a Brest, in Bretagna, mentre il fuoco crepitava nel caminetto della sua stanza. Il pezzo è percorso da un persistente ritmo di habanera, danza tipica dell’Avana dall’andamento ancheggiante. Il Rondò capriccioso op. 28 venne invece concepito nel 1863 per Pablo de Sarasate, funambolico violinista spagnolo allora neanche ventenne, che ne garantì la popolarità in sala da concerto.

Al Romanticismo del primo Ottocento rinvia infine “La campanella”, Rondò tratto dal Concerto n. 2 op. 7 del genovese Niccolò Paganini (1782-1840) al quale si deve l’impulso decisivo verso una tecnica evolutissima nella molteplicità dei colpi d’arco e degli effetti di colore. Fra i suoi più alti esempi si annoverano i 24 Capricciaccanto ai due Concerti per violino e orchestra di cui il secondo, in si minore, è appunto noto per quel Rondòfinale, qui proposto in formula cameristica, intitolato dallo stesso autore “La campanella” e che intendeva infatti esplicitamente riprodurre il tintinnìo di una campanella, fra mirabilia onomatopeiche e spettacolari giochi di bravura.

Biglietti da 12 a 60 euro

Info: 0817972331 – 412 biglietteria@teatrosancarlo.it