Di: Sergio Palumbo

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Tra gli ultimi scritti di Annibale Ruccello, poco prima della sua prematura scomparsa che ne ha spezzato quella che prometteva di essere la carriera di un grande drammaturgo, “Mamma. Piccole tragedie minimali” è quasi una sintesi della produzione dell’autore stabiese. Tra favola, tradizione e realtà contemporanea degli anni ’80, decennio che ha visto profondi mutamenti nel tessuto socioculturale soprattutto delle classi più basse, tanto care a Ruccello, questi quattro brevi atti unici ripercorrono molti dei tempi ricorrenti della drammaturgia ruccelliana.

Due temi in particolare, ossia il rapporto madre-figli, che può diventare inquietante e anche violento, a tratti grottesco nella sua tragicità, e la contaminazione del tessuto sociale operato dai mass media ed in particolare dalla televisione, riportano con la mente a “Notturno di donna con ospiti”, che peraltro è stato uno degli spettacoli più apprezzati di questa stagione del Teatro Bellini di Napoli, che ormai volge al termine. Ma in questi quattro atti unici si ritrova anche una componente favolistica e della tradizione popolare, dove si avverte chiaramente l’influenza del maestro di Ruccello, Roberto De Simone, ed echi del “Cunto de li Cunti” di Giambattista Basile. Ed è proprio nello scomporre la parte favolistica del testo, ricomponendola come prologo dei restanti atti, che sta la forza della lettura di Antonella Morea. La regia dell’attrice e regista partenopea, che proprio in questo spettacolo, e proprio nello spazio del Piccolo Bellini, debuttò come regista undici anni fa, è geniale nel diluire i confini tra favola, tradizione e realtà contemporanea, così creando un ideale continuum che valorizza ancor di più il testo originario e ne fa ancor più apprezzare il profondo significato, complice anche la sapiente scelta scenografica di un grande specchio che fa pensare subito alle favole ma che non riflette, dietro al quale la mamma ruccelliana racconta storie fantastiche davanti al fuoco, tramandando una tradizione che rischia di estinguersi.

L’interpretazione di Rino Di Martino è magistrale: abilissimo ad interpretare le mamme ruccelliane con impressionante naturalezza e perfetti cambi di registro, si cala nei ruoli femminili senza mai eccedere nel travestitismo, si misura con il miscuglio di dialetto e italiano storpiato dalla cultura televisiva del testo dell’autore stabiese senza cadere nella macchietta, riuscendo ad esaltare pienamente sia l’immediata comicità del testo, sia la più profonda tragicità, lasciata alla riflessione dello spettatore dopo uno spettacolo che mantiene un ritmo serrato per tutti i settanta minuti della rappresentazione.

“Mamma. Piccole tragedie minimali” sarà in scena al Piccolo Bellini di Napoli fino al 19 aprile 2015.

Link: il sito del Teatro Bellini di Napoli – www.teatrobellini.it