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La tradizione sempreverde, con ben tre omaggi a Napoli, il teatro musicale, i concerti, la comicità, l’impegno civile, i grandi classici e la nuova drammaturgia. Non manca niente nella nuova stagione del Teatro Bolivar, che parte il 3 ottobre e che, dalla primavera, assumerà connotati spiccatamente musicali sotto la direzione artistica di Mbarka Ben Taleb, lanciata da “Passione” di John Turturro. Intanto, tra i numerosi interpreti di una stagione ricchissima di date, si segnalano i ritorni di Corrado Taranto, che rilegge Betancourt in “Qualcuno ha visto il Papa?” e il sempre amato Alan De Luca con “Natale in Casa Scartiello”.

Due volti noti presso i giovanissimi saranno in scena rispettivamente ad ottobre e a gennaio: Fabio Balsamo, reduce dal successo dei video del gruppo The Jackall, porterà in scena “Prendi il copione e scappa”, mentre Ivan Boragine, tra i protagonisti di “Gomorra”, sarà presente in ben due spettacoli, entrambi a gennaio: “Sottozero”, scritto da Antonio Mocciola e Sandro Dionisio, e da quest’ultimo diretto, si preannuncia come un vero e proprio pugno nello stomaco, narrando la storia vera degli abusi carcerari subiti da Pietro Ioia e dallo stesso denunciati: lo stesso Ioia sarà in scena interpretando uno dei suoi aguzzini, in un’interessante inversione di ruoli. Successivamente, Boragine sarà in scena con un altro volto noto della tv, Ciro Esposito, con “Teatro al caffé”. Un idolo pop come Gianluca Capozzi si alternerà alle esperte esperienze musicali di Enzo Di Domenico e Romeo Barbaro, al fado di Antonella Maistoe a un grande classico come Keith Goodman. Per tutte le età il “Pinocchio per caso” di Viviana Miele, mentre Enzo Arcié porterà in scena i grandi classici “Il Malato immaginario” e “Sposalizio”. Flora De Caro sarà presente con ben tre proposte, tutte da seguire (“Stayn’alive”, “Divina commedia” e “Goblin”), mentre promettono scintille gli spettacoli brillanti di Diego Macario con “Variegando”, Rino Margiasso con “Chi trase…e chi esce!”, Patrizia Pugliese (“A chi é figlio?”), Giorgio Gori (“Appassionatamente comici”), Pino Santoro (“Devoti”) e Walter Lippa (“Andy e Norman”).

Tutto d’un fiato, a partire dal 3 ottobre (a Bruno Troisi il compito di rompere il ghiaccio con “Napule mia”) fino al 10 aprile.

Abbonamenti e prezzi popolari, secondo lo stile di Antonio De Luca, che con coraggio da anni porta avanti un discorso culturale in un quartiere bello e difficile come Materdei.

3 – 4 ottobre

NAPULE MIA 2.0

uno spettacolo di Alessandro Mauro, Pina Canestrelli e Bruno Troisi con Pina Canestrelli, Alessandro Mauro, Luigi Mauro, Daniela Cirillo, Alessia

Canestrelli, Felice Luongo

E con I Napoli Power, ovvero Luigi Moschetti (Basso), Gino Malvone (Sax), Michele Santoro (Chitarra), Peppe Barba (Batteria), Bruno Troisi (Pianoforte).

Le Tammorre di Mauro “mago” Merlino

Balletto del Centro Étoile, coreografie di Alessia Canestrelli

con la partecipazione di Donato Morra

Direzione artistica e arrangiamenti Bruno Troisi

“La Napoli che insegue e trattiene le sue tradizioni millenarie mentre i tempi non trattengono il cammino verso la modernità” Il sogno di un “Pulcinella” rapper alla ricerca di un nuovo beat musicale che viene “travolto” e “coinvolto” nella storia della Canzone Classica Napoletana. Il nuovo che cerca di dimenticare il passato, ma alla fine si rende conto che… senza il passato non può esserci futuro. “La Napoli che insegue la modernità dei tempi restando sempre ben salda alle sue tradizioni millenarie”

10 ottobre – 19 dicembre – 6 Febbraio – 16 Aprile

Keith Goodman

ENSAMBLE

Quattro eventi organizzati dal maestro italoamericano Keith Goodman (pianista, compositore, direttore d’orchestra, fondatore dell’orchestra San Giovanni)

10 ottobre, musiche di Bach e Mozart. Orchestra San Giovanni, direttore Keith Goodman, con la partecipazione del pianista Massimo Tomei. Verranno eseguiti: Bach Aria, Mozart Divertimento K138 e Concerto per pianoforte K488.

19 dicembre, Concerto di Natale. Orchestra San Giovanni, direttore Keith Goodman, con la partecipazione del pianista Yohanta Sottile, del tenore Diego Fortunato e del Coro Vox Artis.

6 Febbraio, “l’Artista” spettacolo della cantautrice Giulia Capolino, con la partecipazione del quartetto d’archi San Giovanni e del pianista Keith Goodman.

16 Aprile, Concerto per il duecentenario della scomparsa di Giovanni Paisiello. Orchestra San Giovanni, direttore Keith Goodman, con la partecipazione del pianista Luciano Ruotolo e del soprano Romina Casucci.

Tra ottobre e novembre tre appuntamenti con il teatro musicale di Flora De Caro:

17 – 18 ottobre GOBLIN

21 – 22 novembre STAYN’ ALIVE

28 – 29 novembre DIVINA COMMEDIA

11 ottobre

PRENDI IL COPIONE E SCAPPA

di Maurizio Capuano e Antonio Prestieri

con Fabio Balsamo, Riccardo Citro, Francesco Saverio Esposito, Pasquale Scognamiglio e con Serena Pisa, Francesco Romano, Marco Vuolo

Scene: Anna Seno

Costumi: Federica Amato

Musiche originali: Francesco Ruoppolo

Regia: Giovanni Merano

Quattro fratelli attori e un copione, unico lascito del defunto padre, grande autore teatrale. Questi i presupposti della commedia “Prendi il copione e scappa”, in scena da venerdì 29 a domenica 31 maggio al Teatro Centro Ester (NA).

Sinossi: I quatto fratelli Campese sono attori. Figli del grande autore e attore Oreste Campese (nome di eduardiana memoria), non riescono però a eguagliarne la bravura, per un motivo molto semplice: in punto di morte, il buon Oreste ha fatto bruciare tutte le copie dei suoi testi. Il ruolo di autore viene ricoperto dal primogenito Arcibaldo, ma i risultati sono devastanti per le carriere dei fratelli…Fino al giorno in cui la madre dei quattro, Michela, non consegna loro una valigetta chiusa con una strana combinazione di lettere. L’unico modo per aprirla è risolvere una strana filastrocca. All’interno della valigia dovrebbe trovarsi l’ultimo, e il più comico, testo del padre. La risoluzione dell’enigma si dimostra più difficile del previsto e l’affetto fraterno lascia presto il posto alla diffidenza e all’avidità. La valigetta calamita ogni desiderio dei

fratelli, spingendoli a rivolgersi al più strampalato killer di Napoli. Se poi il killer è anch’egli figlio d’arte, alle prime armi e accompagnato dalla madre che vuole insegnargli il mestiere…

Note di regia

“Prendi il copione e scappa” è una commedia ironica e divertente. Racconta i giorni dispari dei fratelli Campese, figli d’arte, le cui opere, a differenza di quelle paterne, non sono per nulla degne d’essere rappresentate. I giorni dispari sono quelli difficili, che via via si arricchiscono delle inquietudini del vivere quotidiano nella società, dell’incomprensione tra parenti, anzi tra figli, prima, e soprattutto fratelli, che avranno a che fare con una scioccante eredità. Una commedia, per l’appunto, e quindi si può ridere di gusto, in maniera semplice ed intelligente, leggera, di tematiche e andamenti sia familiari che sociali, particolari. Un intrattenimento che al tempo stesso fa sorridere e riflettere. La commedia, questa commedia, con tutto il teatro che ne consegue, con i suoi personaggi di varia umanità e “…in cerca di autorità” , non è un futile passatempo, un genere e una realtà marginale, ma uno specchio in cui riflettersi per conoscersi meglio. Quattro piccoli teatranti, dalla piccola cultura, dalla piccola esperienza finiranno quasi per ammazzarsi, fra le risate, “…quasi si scanneranno comm’e ggenerale d’ Alessandro Magno” pur di ottenere successo, eppure, in questa miseria scriveranno le pagine più belle della loro vita. Dietro un velo melò si nasconde un finale che crediamo importante, di un teatro che guarda alla realtà per aiutare a capire le sue contraddizioni. Di un teatro unito che, insieme ad un impegno dello Stato a favore dell’arte, possa migliorare le condizioni di vita di chi lo guarda, di chi lo fa, di chi lo vive.

24 – 25 ottobre

Walter Lippa Adriano Falivene Francesca Stizzo

ANDY E NORMAN

di Neil Simon

Scene: Mauro Improta

Costumi: #thinkpositive

Produzione: Francesca Stizzo

Regia Walter Lippa

Andy e Norman descrive un microcosmo della società degli anni sessanta e rimbalza nel 2015 sempre più attuale.

Due uomini che cercano di tirare avanti pur di realizzare il loro sogno e dare finalmente un senso allo loro vita. Tra tanti sacrifici, illusioni e falsi amori, i due uomini si vedono costretti a viverli sempre nella loro casa, perché il tempo sfugge tra debiti e scadenze. Questa commedia di Neil Simon individua ciò che l’uomo attualmente vive, una sorta di labirinto senza uscita se non quella del compromesso. Andy per non pagare l’affitto esce con la proprietaria di casa, Norman d’altro canto, ruba i panni sul tetto della palazzina, fino ad arrivare all’incontro con Sophie, ragazza americana, da poco loro vicina di casa, che irrompe nella loro vita con un plum cake, scatenando le loro fantasie. Ma sarà amore, o semplicemente l’odore femminile che suscita in loro reazioni idilliache?

Battute serrate e pause ricche di risate. Di quel ridere che ti fa riflettere. Tra le battute sorge una sottile critica politica, vera, ma discutibile. Tempi comici perfetti, se non pienamente vitali.

31 ottobre – 1 novembre

Pino Santoro

DEVOTUM (DEVOTI) commedia-musical

di Giuseppe (Pino) Santoro e Mario Perna musiche di Giuseppe (Pino) Santoro e Mario Perna.

coreografie Federica Langella regia Ciro Cefariello

Con Devotum gli autori hanno voluto, progettare e disegnare perfettamente un gioco ad incastro, con un percorso obbligato, attraverso uno dei più antichi riti di religiosità popolare del meridione, volendo profondamente partecipare e contribuire con questo documento di costume ad un messaggio di fede e soprattutto di speranza per la nostra terra, per realtà meno “luminose” di Napoli raccontato in due atti tra scene, canzoni e coreografie. E’ la vicenda di una famiglia medio-borghese ove il capofamiglia, Alberto Starace, fortemente influenzato nelle emozioni dalle vicissitudini indotte dalla realtà che lo circonda, in maniera austèra e determinata da uomo rispettato qual’è, gestisce la gamma degli eventi con superba decisionalità negli atteggiamenti. La diversità si dissolve poi, come per miracolo, con le suggestioni suscitate dal suo subconscio, con l’imprevedibile apparizione della Madonna, che ne determina la metamorfosi da boss a uomo convinto di fede, dopo aver subìto l’indiscriminato fascino mistico. Il “fanatismo” religioso nei suoi eccessi, la pietà popolare, con le sue radici: vedi nei quadri gli storici avvenimenti che si svilupparono e che ci hanno tramandato quei gesti antichi di devozioni dal 1450 e oltre fino ad oggi; e le sue manifestazioni o prodigi sono al centro di tutto, oltre alle crude ed atroci scene di violenza della realtà dei giorni nostri. Nota di regia: lo si può definire un testo tra i più drammaturgicamente compatti perchè, oltre a proporre quegli affreschi corali sacri e profani, quella galleria di personaggi che si determinano scenicamente, talvolta anche con poche battute, quella testimonianza di una realtà e di un’epoca viva e presente, ci porta a seguire le vicende umane dei protagonisti fino all’intimità piccolo-borghese dove spogliati del loro rappresentarsi sociale, ce li ritroviamo in tutta la loro umanità, patrimonio comune della società.

7 – 8 novembre

Enzo Arciè

LO SPOSALIZIO

di Raffaele Viviani

regia Enzo Arciè

Lo Sposalizio è una commedia in due atti di Raffaele Viviani in cui gli elementi fondanti del genere “tragico”, amore e morte, si smarriscono nell'”ordinarietà senza soluzione” della storia di Peppeniello e ‘Mmaculatina. L’una assorbe passivamente il destino abbandonando l’innamorato per un matrimonio di convenienza, mentre l’altro interiorizza il proprio dolore fin quasi ad accelerare il decorso del suo male incurabile. Tutt’intorno Viviani raffigura una piccola serie di quotidiane miserie, una vivace infrazione dei limiti previsti dai codici di comportamento e scrittura borghesi.

13-14-15 novembre

A CHI E’ FIGLIO…?

di Patrizia Pugliese

con Bruna Amato, Paola Monte, Patrizia Pugliese, Gianni Fusco, Luciana Di Mieri Gilda Pitone, Giuseppe Scudieri, Davide Diani, Ada Tavani, Antonio de Roberto, Silvana Iovine , Gianni Picardi. Domenico Mazzella, Aldo Percuoco, Gabriella Manfredi, Ines Talento.

Calata in una trama dai sorprendenti risvolti, la storia di un gruppo di amici che intrecciano le loro esistenze scandite tra bugie e ipocrisie, falsità e tradimenti.

L’occasione è la festa di anniversario di matrimonio dei padroni di casa che, tra preparativi e resoconti del giorno dopo, durante i quali il figlio della coppia annuncerà il fidanzamento con la sua futura sposa, lascia emergere un ritratto in miniatura della nostra società vista dall’interno di “una grande famiglia” che, seppure attraverso la narrazione di fatti privati e singolari, rivelerà una matrice unica e diversa ma pur sempre comune e uguale a se stessa.

Una commedia (d’autore) moderna, amara, (un’analisi sull’insostenibile pesantezza dell’essere!), uno spaccato di vita ironico e divertente della nostra “middle class” degli anni ’80, cui fanno da sfondo rapporti umani e relazioni intime e (pseudo)affettive che con estrema semplicità si creano e con altrettanta superficialità si distruggono.

Passioni ed egoismi, desideri e istinti scorrono con naturalezza lungo il corso di una vita mediocre e abitudinaria e trapelano solo attraverso l’ambiguo e squallido velo dell’ipocrisia, nascosti sotto una coperta di menzogne e omissioni, dove“l’importante è riempire quel maledetto vuoto di un tempo che scorre inesorabilmente, che resta irrimediabilmente vuoto…”.

Assaggi e minestre riscaldate, cetriolini e acciughine, biancheria intima e frustini sono gli ingredienti di una scrittura scorrevole e leggera, di una sceneggiatura originale e mai banale, dotata di grande senso narrativo, al cui interno si muovono i protagonisti animati più dalla convenienza affettiva che dalla purezza dei sentimenti, dalle certezze dell’immobilismo piuttosto che dalle responsabilità, dove il mettersi in gioco cede il passo alle comodità ormai acquisite e il cinismo non è altro che la faccia sporca della paura d’amare. Un ritmo incalzante tra dialoghi serrati, toni drammatici, battute irriverenti e vibranti colpi di scena che culmineranno in un epilogo a sorpresa…

5 – 6 dicembre

Enzo Di Domenico

MUSICA…PASSIONE ETERNA

Enzo Di Domenico debutta come autore nel 1967 col brano Spusalizio ‘e marenaro, portato al successo da Mario Merola. Nel 1969 partecipa per la prima volta, sempre come autore, al Festival di Napoli con il brano Ciente appuntamente, eseguito da Mario Merola e Luciano Rondinella, e vi riparteciperà l’anno successivo, come autore del brano Sulitario, eseguito da Mario Trevi e Giulietta Sacco. Intanto, nel 1969, compone la sceneggiata ‘O sgarro, interpretata da Mario Merola, prima sceneggiata napoletana ispirata al genere Western. Partecipa come autore ad Un disco per l’estate con Passione eterna nel 1972, canzone interpretata da Mario Merola. Il brano, in seguito, è ripreso da Valentina Stella, ed inserito nella colonna sonora del film Benvenuti al Sud. Nel 1973 compone il brano ‘O bar ‘e l’università per Tony Astarita e debutta come cantante, incidendo il primo album Le mie canzoni, con arrangiamenti del Maestro Augusto Visco. Nel 1974 compone la sceneggiata ‘O criminale, il cui copione è stato scritto da Vincenzo De Crescenzo, autore della celebre Luna Rossa. Nel 1975 incide il secondo album Napoli a modo mio, contenente cover di canzoni tradizionali arrangiate da lui. Nel 1976 incide Napule ‘e Masaniello, che venderà 700.000 copie, e da cui vengono estratti i singoli Paura e Medaglia d’oro. Nel 1980 recita come primo attore nella sceneggiata che prende nome dal suo singolo Romanzo. L’anno successivo partecipa per la prima volta al Festival di Napoli come cantante con il brano Sì, Annamaria, che, inserito nell’omonimo album riscuoterà grande successo. Il brano verrà tradotto in castigliano dal cantante venezuelano Rudy Marquez. Rimarrà in vetta alla classifica dei singoli, in Venezuela, per 22 settimane. Dal 1989 al 1991 produce 3 album al cantautore Federico Salvatore, componendo la musica di diversi brani, tra cui la nota “Incidente al Vomero” Nel 2002 partecipa, in qualità di ospite d’onore, al festival di Napoli trasmesso su Rete 4, insieme al figlio Adriano, con la canzone E ti faccio vedere. Partecipa allo stesso festival in qualità di autore della canzone Ombra cattiva, cantata da Giovanna De Sio. Nel 2003 partecipa nuovamente al Festival di Napoli su Rete 4, insieme alla figlia Luna Di Domenico, con la canzone Spusalizio ‘e marenare. Nella sua lunga carriera ha composto brani per cantanti famosi tra cui, oltre al già citato Mario Merola, Sergio Bruni, Mario Abbate, Mario Trevi, Pino Mauro, Massimo Ranieri, Gloriana, Antonio Buonomo, Stefania Lai, Mauro Caputo, Peppino Brio, Maurizio, Patrizio, Pino Marchese.

12- 13 dicembre

GIANLUCA CAPOZZI IN CONCERTO

Gianluca Capozzi comincia la carriera artistica a 17 anni come cantante da piano bar. Nel 1994 esce il suo primo album intitolato Tra musica e poesia. Nel 1996, appoggiato dalla casa discografica Zeus Record, decide di realizzare il suo primo disco da cantautore intitolato A spasso nell’anima, che raggiunge buoni risultati nel mercato campano vendendo 10.000 copie in pochi mesi. Gli esiti del progetto discografico gettano le basi per il terzo album, che si concretizza nel 1998, con l’uscita dell’album Sono come sono, disco che non tradisce le attese e supera in vendite il precedente album, raggiungendo le 15.000 copie nei primi sei mesi. Con l’arrivo del disco Ogni giorno di più il grafico vendite curva decisamente verso l’alto fino a sfiorare le 25.000 copie che, per un prodotto pubblicizzato solo su di un territorio ridotto come l’hinterland napoletano, sembrano un traguardo di tutto rispetto. L’artista comincia quindi ad apparire in programmi su tv Rai e Mediaset come: Cominciamo bene (Raitre), La vita in diretta (Raiuno), Inviato speciale (Italia 1), In famiglia (Rai 2), L’alieno (Italia 1), Lucignolo (Italia 1) ed altri. Passa con la BRC Italia, con la quale nel 2002 pubblica Sarò musica, dal quale è estratto il singolo Resta. Questo brano (forse il più rappresentativo del cantautore) supera molti grandi della musica italiana piazzandosi per alcune settimane al vertice delle classifiche. Alla fine del 2005 viene pubblicato l’album Sei, realizzato in collaborazione col fratello Massimiliano. Nel gennaio 2007 è ospite del programma Festa italiana. Nella stagione teatrale 2007-2008, partecipa ad un musical intitolato Uno di noi e diretto dal regista Peppe Celentano, ispirato alla vita del calciatore Fabio Cannavaro. All’interno tre brani inediti sono cantati da Gianluca: Uno di noi; Non voglio consigli; ‘O tiempo nun se pò fermà. Nel maggio 2008 esce il video della canzone Io ci sarò, brano che riscuote notevole successo [senza fonte] e presentato ai propri fans durante un concerto al Palapartenope. Il 26 giugno 2009 esce in tutte le radio italiane il nuovo brano Di te, la regia del videoclip è firmata dal regista Claudio D’Avascio. Nello stesso anno compare, vestendo i panni di un poliziotto, nella serie televisiva La nuova squadra (8ª puntata). Nel mese di dicembre dello stesso anno esce il brano E poi arrivi tu pubblicato da Gianluca per partecipare alla selezione Nuova generazione del Festival di Sanremo 2010. Il 25 maggio 2010 è uscito il suo nuovo album, E poi arrivi tu che ha debuttato alla posizione numero 39 della classifica ufficiale FIMI. Il 23 luglio dello stesso anno partecipa al Venice Music Awards (andato in onda su Rai 2), esibendosi con il brano Era ieri; dopo l’esibizione riceve il

Premio Special Comune di Venezia. L’8 giugno 2012 è uscito il singolo Tornerai, acquistabile su iTunes.Nel 2013 l’incontro con Antonio e Sabatino Salvati permette a Gianluca di firmare un nuovo contratto discografico con l’etichetta Rosso al tramonto.Nasce così tra le cose che ho, album contenente 13 brani inediti tra cui Cade,singolo che ha anticipato l’uscita dell’album.

18 – 20 dicembre

PINOCCHIO PER CASO

con Gaetano Battista, Annachiara Sansone, Daniela Montella e Viola Russo

Musiche e Video: Dagon Lorai

Costumi: Concetta Nappi

Oggetti: Selvaggia Filippini

Regia: Viviana Miele

Pinocchio per caso è uno spettacolo teatrale che nasce dall’incontro tra la regista Viviana Miele e Annachiara, una bambina di Lioni, piccolo paese dell’entroterra campano.

La storia di Pinocchio, pur nel rispetto della trama originaria, diviene il pre-testo per affrontare i temi del riscatto sociale, della genitorialità, del percorso di crescita e maturazione che porta all’età adulta. Pinocchio, pur essendo amato da Geppetto, è burattino nelle mani di un genitore premuroso e talvolta apprensivo. Grazie ad un viaggio attraverso se stesso, Pinocchio riesce a recidere i vincoli sociali che lo condannano all’immobilismo, superando anche le difficoltà oggettive del vivere (povertà, emarginazione). Pinocchio accetta la sua diversità, la sua condizione di meno fortunato, appartenente ad una classe sociale che oggi definiremmo degli incapienti, e dà a tutti prova di coraggio e di grandi capacità. Pinocchio si costruisce, si fa strada nel mondo, nonostante il suo linguaggio sgrammaticato, e crede fino in fondo nel suo sogno fino dunque a renderlo straordinariamente reale. Superando difficoltà, ostacoli e prove, Pinocchio va oltre le proprie convinzioni, i propri limiti, fisici e mentali; si trasforma da burattino a essere umano, così come l’individuo passa dalla condizione di bambino a quella di adulto. Pinocchio impara a camminare con le proprie gambe e cresce, aldilà degli sguardi severi e critici della società.

26 – 27 dicembre Alan De Luca

NATALE IN CASA SCARTIELLO – DONNA PERETA FOR O BALCONE

LA TOMBOLA NEL TEATRO, IL TEATRO NELLA TOMBOLA

Il Natale, al teatro Bolivar, è all’insegna del talento comico di Alan De Luca, con uno spettacolo ricco di sorprese che ha come filo conduttore una tombola scostumatissima condotta da “femmine particolari” che interagendo continuamente con il pubblico in sala, e con Alan De Luca e i suoi personaggi sul palco, renderanno la serata veramente indimenticabile. Nel prezzo del biglietto popolare è compresa la cartella che dà la possibilità di regali come Tv color, I-pad, I-Phone e tante altre sorprese.

2 – 3 gennaio

Diego Macario Elena Maggio Dante Maggio

MA CHE RIVISTA

di Barbara Bonaccorsi

Luca Lupoli (tenore) Olga De Maio (soprano)

M° Gianni Pignalosa (chitarra e mandolino) M° Raffaele Marzano (Fisarmonica)

regia Gianni Villani

Uno spettacolo composto da un susseguirsi di numeri, tipici della “Rivista”, riprendendo poi alcune esilaranti gag dell’“Avanspettacolo” e del “caffè chantant”, passando anche per le spassosissime “macchiette”. Un genere teatrale da cui sono nati tutti i grandi comici partenopei e non solo. Nel corso dello spettacolo saranno resi omaggi ad alcuni personaggi che hanno segnato la storia e la cultura dell’ “Avanspettacolo”, grazie anche alla partecipazione amichevole di Dante ed Elena Maggio, figli del grande Beniamino e nipoti di Pupella Maggio, eredi quindi di una lunga tradizione storica familiare; inoltre nel corso dello spettacolo, sarà reso un tributo speciale alla figura di Erminio Macario per il quale Diego Macario ci ha tanto tenuto a rendere omaggio ad uno dei più grandi comici del passato, rielaborando un classico della comicità della “Rivista”, tanto caro ad Erminio Macario. I divertenti siparietti, saranno alternati da canzoni e serenate della canzone classica napoletana, eseguite a ritmo di mandolino, chitarra (m° Gianni Pignalosa), fisarmonica (M° Raffele Marzano) e voce con l’amichevole partecipazione di Luca Lupoli, tenore del San Carlo, ed Olga De Maio, soprano del San Carlo, che completeranno lo spettacolo unico nel suo genere.

9 – 10 gennaio

Corrado Taranto

QUALCUNO HA VISTO IL PAPA? di Corrado Taranto.

Liberamente tratto da “Il giorno in cui il Papa è stato rapito” di Joao Estevao Weiner Betancourt.

Regia Corrado Taranto

Cosa accadrebbe se fosse rapito il Papa?!? Quale enorme riscatto potrebbe essere richiesto dai rapitori?!? E se la richiesta fosse: “Una giornata di Pace nel mondo”? Allora, forse, il rapitore sarebbe un folle, un visionario, un idealista… Un napoletano.

Rifacendosi all’opera originale “HANNO RAPITO IL PAPA” di Padre Betancourt, Corrado Taranto immagina le gesta di un tassista, Abramo Salieri, che esasperato dalla violenza e dalle guerre nel mondo, decide di commettere un gesto disperato: rapire il Papa durante la visita del Santo Padre a Napoli.

Riusciranno il Commissario De Fazio ed il fidato Savastano a scoprire il luogo della prigionia del Papa? Di fronte ad un mondo in cui la guerra sembra far parte del DNA dei popoli, le sorti di sua Santità sembrano segnate irreparabilmente…

16 – 17 gennaio

Ivan Boragine Pietro Ioia

SOTTOZERO – MORTE E RINASCITA DI UN UOMO IN GABBIA

di Sandro Dionisio, Pietro Ioia ed Antonio Mocciola

da un’idea di Antonio Mocciola ispirato alla storia vera di Pietro Ioia con Marina Billwiller

regia Sandro Dionisio

“Sottozero”, opera ispirata alla storia vera di Pietro Ioia, è un dito puntato contro il fallimento dello Stato nella missione di rieducazione che un istituto di detenzione dovrebbe avere.

Da un’idea di Antonio Mocciola, e scritto dallo stesso con Sandro Dionisio, lo spettacolo, cui i racconti di Ioia hanno offerto lampi di verità, è un viaggio nell’incubo di un ragazzo napoletano, che invecchia in carcere e ne esce dopo 22 anni, trovando la forza di raccontare le vessazioni subite e le ingiustizie patite. La regia di Dionisio non lascia scampo, serrata e spietata disegna tutte le traiettorie di un sistema infame e vigliacco, del tutto simile a quello che, all’esterno, produce la delinquenza quotidiana a cui assistiamo da decenni. In un confronto a due tra un detenuto e un suo aguzzino, “Sottozero” diventa presto, per lo spettatore, un claustrofobico inferno di parole e gesti, di soprusi e violenze ai limiti del sopportabile, fino allo spiraglio di luce finale.

Oggi Pietro Ioia è il presidente dell’associazione Ex Detenuti di Poggioreale, ed è attivissimo nella difesa di chi è ancora tra le mura del carcere, e non ha la voce per gridare il proprio dolore.

23 – 24 gennaio

Giorgio Gori & Guglielmo Capasso

APPASSIONATAMENTE COMICI

di Giorgio Gori e Guglielmo Capasso regia Giorgio Gori

Giorgio Gori e Guglielmo Capasso approdano al teatro con il loro spettacolo comico. Un susseguirsi di sketch, ricordi, canzoni, monologhi e contatto con il pubblico come l’Avanspettacolo di un tempo. I due comici, tramite un ora e mezza di spettacolo, divertono e fanno sognare il pubblico tramite gli sketch di Walter Chiari, Gino Bramieri, Franco e Ciccio, Lino Banfi e tanti altri. Canzoni di macchiette napoletane e vecchi ricordi degli anni 60 e 70. Lo spettacolo è un contenitore come sostiene Capasso…e Gori risponde “ è un contenitore…mi raccomando non mescolate Capasso con la carta e con l’umido!!!”.

Uno spettacolo veloce, dinamico, con giusti ritmi comici e qualche punta di nostalgia di quegli anni. Gli anni d’oro della televisione e del teatro italiano. Meccanismo spalla comico, con due attori, che, come sostiene Capasso sono i due sosia di Brad Pitt e Tom Cruise…e puntualmente scatta il pernacchio del pubblico.

30 – 31 gennaio

Ivan Boragine Ciro Esposito

TEATRO AL CAFFÈ

musiche dal vivo eseguite da Rosa Esposito e Ciro Cino

Uno spettacolo che racconta un viaggio tra la comicità, l’amore e la napoletanità, attraverso letture, musiche sketch e video. Un omaggio a Napoli, alla sua creatività, all’amore che dona a chi ne fa parte, anche solo per poco.

7 febbraio

Antonella Maisto

O FADO

con

Edoardo Puccini chitarra , Salvatore Della Vecchia chitarra portoghese, Roberto Giangrande basso acustico

Antonella Maisto propone un repertorio che va dal vecchio al nuovo Fado Portoghese… da AmaliaRodrigues, Mariza a Dulce Pontes…

Il fado è, per eccellenza, la canzone di Lisboa. Prodotto di un sentimento intimo, di un’anima che non si può spiegare ma si può “sentire”. Il fado è ancora oggi la caratteristica più nobile e genuina della cultura popolare Portoghese. Ma la grande protagonista di questa musica è la voce!…perché è nella voce che si compie L’ALCHIMA DI SANGUE E POESIA. Esiste un sentimento che si dice appartenga solo ai portoghesi, che è la “saudade”. Si potrebbe abbozzare una traduzione col termine nostalgia, ma si tratterebbe di una trasposizione infedele del suo significato. La saudade non è solo nostalgia del passato, ma comprende una nostalgia e insieme un desiderio di qualcosa del futuro. Questo futuro incerto che vivevano le donne quando aspettavano in riva al mare i loro mariti marinai all’epoca delle scoperte. Cominciarono così a cantare questo desiderio malinconico a metà tra speranza e rassegnazione. L’attesa, il canto, la saudade, il mare, il fado, questa è la genesi del popolo e dell’avvincente storia portoghese

 

13 febbraio

Romeo Barbaro

UNA VITA PER LE TRADIZIONI

con Claudia Sasso (voce ballo e castagnette) Romeo Barbaro (voce e tammorre ), Rosario Attanasio (chitarra) Mauro Squillante (mandola e mandolino ) Alessandro Tumolillo (violino e voce ) Carmine Mascitelli (fisarmonica ) Carolina Casaburi (ballo e canto)

Uno spettacolo che traccia il percorso di Barbaro, dalla musica etnica tipica dell’area vesuviana, alle melodie napoletane, partendo dai melismi e canti a distesa ai brani famosi del repertorio popolare ed etno folk .

 

 

20 – 21 febbraio

 

Rino Margiasso Miriam Artiaco

CHI TRASE … E CHI ESCE !”

con il Corpo di Ballo della Scuola di Danza Napoli Danza

pianoforte ed arrangiamenti Marco Mantovanelli, violino Giovanna Moro, batteria Davide Mantovanelli, chitarra Franco Mantovanelli, basso Luca Mantovanelli

coreografie Vania Sorrentino

Regia Miriam Artiaco

Spettacolo dal vivo con musiche, leggende ed aneddoti legati alla tradizione Napoletana. A rendere vivo ed accattivante questo Spettacolo, saranno gli spunti relativi alle quattro Porte storiche della città: Nolana, Capuana, San Gennaro ed Alba, alle quali sono legati gli aneddoti e le storie popolari che si avvicenderanno con le canzoni.

Ognuna delle Porte, è specchio dei mille volti partenopei: Napoli come popolana e pescivendola, come donna che si vende nell’ombra, Napoli nella purezza e nel luogo delle possibilità, Napoli nell’abbraccio delle cattedrali e delle chiese.

Lo Spettacolo si infiammerà pian piano attraverso percorsi musicali e lirici, gli odori dei vicoli e i suoi scorci infiniti, l’incontro con personaggi straordinari come Masaniello.

Alla fine di questo viaggio, gli spettatori riscopriranno Storie e Tradizioni immortali del Popolo Napoletano.

NOTE DI REGIA

Il titolo dello Spettacolo “Chi trase … e chi esce!” è l’entrare ed uscire idealmente da una Porta all’altra; metafora di un intraprendere strade, di un cercare, di un lasciarsi alle spalle o di un ritrovare. Quali simboli totemici più efficaci delle Porte storiche di una città?

Lo Spettacolo presenta aspetti di cultura e di folclore, di immediatezza e di riflessione e per questo è proponibile ad un pubblico adulto ed anche scolastico.

Lo spettacolo è tecnicamente e scenograficamente versatile e si presta a qualsiasi Location, anche con il coinvolgimento del pubblico a ripercorrere atmosfere tipicamente napoletane.

Uno degli obiettivi che lo spettacolo si propone di raggiungere, è quello di promuovere il folklore e la cultura della città di Napoli, di evidenziare anche parti storiche della città rappresentate dalle Porte di Napoli che sono la storia di questa città: Porta Capuana, Porta S. Gennaro, Port’Alba e Porta Nolana.

9 – 10 aprile

Enzo Arciè

IL MALATO IMMAGINARIO

di Moliere

regia Enzo Arciè

La Pièce venne rappresentata per la prima volta a Palais-Royal 10 febbraio 1673, dalla “Troupe de Monsieur, frère unique du Roi“, con le musiche di Marc-Antoine Charpentier, e coreografie di Pierre Beauchamp. L’opera è quasi una biografia del drammaturgo. Intesa dal suo autore come una farsa, è inframmezzata da intermezzi musicali e balletti giustapposti alla commedia, inseriti all’unico scopo di compiacere i gusti di Luigi XIV, lasciando però intatta la struttura dell’opera. Scritta nell’ultimo anno di vita di Molière, la commedia è intrisa di realismo. Lo stesso protagonista, che si presenta come un classico personaggio farsesco, pronuncia a tratti affermazioni lucide e ragionevoli, mostrando un cinismo e una disillusione che tradiscono le amare riflessioni dello stesso autore, il quale approfitta delle occasioni comiche offerte dalla trama per introdurre in modo inaspettato un’aspra denuncia della società a lui contemporanea. Il 17 febbraio del 1673 Molière, che interpretava Argante, portò a termine la rappresentazione di questa commedia nonostante il suo grave stato di salute, morendo infine poche ore dopo.