Di: Sergio Palumbo

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Chi ha letto i libri di Giuseppe Montesano o i suoi articoli su Il Mattino ha sicuramente avuto modo di apprezzare non solo la sua straordinaria capacità di osservare Napoli e la sua multiforme popolazione, ma anche la sua fervida immaginazione, gravida di personaggi policromi e sopra le righe, tanto surreali da apparire reali (o viceversa). Enrico Ianniello, eclettico artista napoletano, con alle spalle una solida esperienza in campo teatrale sia come attore che come regista, non senza qualche incursione cinematografica (tra cui “Habemus Papam” di Nanni Moretti) e fresco vincitore del Premio Campiello – Opera Prima e del Premio John Fante con il libro “La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin”, dopo il successo di “Magic People Show”, che portava a teatro i personaggi di “Magic People” di Giuseppe Montesano e i suoi aneddoti ai limiti dell’assurdo, ritorna alla scrittura di Montesano, dirigendo ed interpretando “Eternapoli”, tratto dal romanzo “Di questa vita menzognera”.

La famiglia dei Negromonte, loschi imprenditori napoletani, ha un problema: troppo denaro liquido. Ma in cosa investire, in un’epoca in cui un social network è più quotato delle più grandi industrie? Investire nella produzione non conviene più, è molto più redditizio puntare sui beni immateriali. La cultura, per esempio. Vendere Napoli, devastarla per farne un enorme parco tematico, dove i cittadini diventano attori, alle prese con l’interpretazione di se stessi: questa è l’idea farneticante dei Negromonte, alla base del loro folle progetto denominato “Eternapoli”. Roberto, il giovane segretario assunto dal dandy Carlo Cardano, marito di Amalia Negromonte, ci porta nella villa di questi personaggi scellerati e deliranti, a conoscerne nevrosi e contraddizioni, compresi i conflitti interiori del giovane Andrea, la cui coscienza deve fare i conti con il marciume che gli scorre nel sangue.

Undici personaggi per un solo attore in scena, per un monologo serratissimo ed avvincente, in cui Enrico Ianniello entra ed esce con maestria e velocità dai vari personaggi, senza mai perdere l’attenzione del pubblico, puntando totalmente sul grande impatto del testo e sulle sue notevoli doti attoriali, con una scenografia fatta solo da una sedia e un telo dove scorrono le indovinate videoproiezioni di Mauro Penna. Ianniello riesce magistralmente, in soli settanta minuti, a delineare i contorni dei personaggi del testo di Montesano, in una continua metamorfosi che riempie ancor di più di significato la frase detta dal giovane Andrea: “I Negromonte sono dentro di noi”.

“Eternapoli” sarà in scena al Piccolo Bellini di Napoli fino al 13 dicembre 2015.

Link: il sito del Teatro Bellini di Napoli – www.teatrobellini.it