Di: Sergio Palumbo

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Torna a Napoli una delle operette più rappresentate e più amate dal pubblico: “La Vedova Allegra” di Franz Lehár, nello stesso allestimento andato in scena al San Carlo nel 2010, coprodotto dal Teatro San Carlo con il Teatro Verdi di Trieste, il Teatro Carlo Felice di Genova e l’Arena di Verona, per la regia di Federico Tiezzi, qui ripresa da Francesco Torrigiani. Teatro gremito per la prova generale aperta al pubblico, il cui ricavato sarà devoluto in favore di Unicef Campania, confermando ancora una volta l’impegno per il sociale del Massimo napoletano.

Alzato il sipario, sullo sfondo si vedono grafici di listini di borsa crollare a picco, display luminosi dove scorrono le quotazioni dei principali indici mondiali ed una data: 29 ottobre 1929. L’allestimento firmato da Tiezzi sposta, difatti, l’azione all’epoca del martedì nero della borsa di New York e le modifiche al libretto (comunque nel solco di un profondo rispetto) pongono l’elemento finanziario al centro della rappresentazione. Se si pensa che l’allestimento nasce a poca distanza dalla crisi dei mutui subprime (e, strana combinazione, va oggi in scena proprio in un periodo di grande turbolenza finanziaria) si può cogliere ancor di più l’intento di Tiezzi di rafforzare l’attualità della vicenda.

Poco convincenti le scene, firmate da Edoardo Sanchi, che, mantenendo sulla scena un tetro e freddo colonnato per tutti i tre atti, diventano ripetitive e stancanti, con innesti discutibili come la tenda nel secondo atto (che fa pensare subito a una tenda per la doccia più che a un gazebo) o le videoproiezioni non sempre indovinate. Un vero pugno nell’occhio, poi, è il telo argentato utilizzato per coprire i cambi di scena, che, oltre ad essere francamente brutto, risulta fastidioso per gli accecanti riflessi delle luci. Con quello sfondo, il celebre numero musicale “E’ scabroso le donne studiar” del secondo atto perde smalto ed è un vero peccato. Il buon disegno luci di Gianni Pollini non riesce a migliorare più di tanto le cose. Di converso, sono sicuramente da lodare i bellissimi costumi, curati nei minimi dettagli da Giovanna Buzzi.

Ottimo il lavoro dell’orchestra, sotto la direzione briosa dell’austriaco Alfred Eschwé, per la prima volta al San Carlo e con grande esperienza nel genere, cui si può eccepire solo la necessità, in alcuni momenti, di ottimizzare l’equilibrio tra buca e palco. Qualche sbavatura nel primo atto per il coro, che però si riprende egregiamente già dall’inizio del secondo atto. In gran forma il corpo di ballo del San Carlo, che rende piena giustizia alle suggestive coreografie di Lienz Chang.

Nel ruolo del titolo, Maria Pia Piscitelli (che si alternerà con Carmela Remigio) dimostra una buona sicurezza e disinvoltura nella parte, ma difetta leggermente di volume. Marco Di Sapia (che si avvicenderà con Markus Werba) è un Conte Danilo istrionico, dalla buona voce e dalla grande presenza scenica. Tra le migliori prove va senz’altro evidenziata quella di Andrea Giovannini, che si alternerà con Bernhard Berchtold nel ruolo di Camille de Rossillon: timbro pregevole ed ottimo volume. Irresistibile il Njegus di Peppe Barra, impeccabilmente compito, pur con qualche simpatica, moderata, incursione napoletana. Il pubblico esplode in una fragorosa risata quando commenta con “O’ fridd’ n’cuoll” il momento in cui Hanna e Danilo si dichiarano reciproco amore. La sua “Stanotte faccio il parigin” è un vero gioiellino. Filippo Morace (che si alternerà con Bruno Praticò) è un esemplare Barone Zeta ed è gustosissima la sua interpretazione della “Risata” di Berardo Cantalamessa, piccola intrusione di un classico partenopeo, con il divertente pretesto della volontà del barone di condividere un ricordo di quando era “Ambasciatore a Napoli”. Già apprezzata nel ruolo di Musetta nella Bohème andata in scena la scorsa estate, Anna Maria Sarra (che si alternerà con Valentina Farcas e Valeria Esposito) è una Valencienne convincente e dal bel colore vocale.

“La Vedova Allegra” di Franz Lehár sarà in scena al Teatro San Carlo di Napoli dal 22 gennaio al 3 febbraio 2016.

Link: il sito del Teatro San Carlo di Napoli – www.teatrosancarlo.it