Di: Sergio Palumbo

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A due anni dal grande successo di “Brachetti che sorpresa!”, Arturo Brachetti torna a Napoli, città a cui si è sempre detto molto legato e in cui torna sempre volentieri, con un nuovo one man show.

Brachetti apre al pubblico le porte della casa dei suoi ricordi: una casa in miniatura composta da sette stanze, oltre ad una misteriosa porta chiusa. Il cameraman Kevin Michael More, che lo assiste sul palco, riprende l’interno della casa e sul fondale sono proiettate le immagini delle diverse stanze. Ogni microambiente offre un diverso spunto per tuffarsi nel mondo dell’immaginazione e della magia. Nel soggiorno la televisione fa ricordare a Brachetti quando vide Silvan fare uno dei suoi memorabili giochi di prestigio e dentro di lui qualcosa si accese: ecco allora che si trasforma in Mandrake, Houdini, Merlino ed altri celebri maghi della storia. Nella cameretta dei bambini, la stanza dell’innocenza, aprendo il libro delle favole il pubblico viene catapultato nel magico mondo delle fiabe, con Cappuccetto Rosso nella pancia del lupo, Cenerentola, Biancaneve, Peter Pan, Shrek… Nella stanza del tempo Brachetti si trasforma nelle quattro stagioni, con il sottofondo musicale di Vivaldi. La cucina, stanza degli intrugli, è il teatro di una piccola farsa napoletana, uno dei momenti più divertenti dello spettacolo e giustamente applauditissimo, con un cuoco ed una cameriera alle prese con un banchetto di nozze, con uno sposo troppo focoso che si avventa sulla cameriera, la sposa gelosa e la suocera che sistema le cose con tanto di fucile. Irresistibile il tuffo nella playlist musicale, dove Brachetti si trasforma in celebri musicisti, a partire da Luciano Pavarotti, per poi passare ad Elvis, ai quattro Beatles, Madonna, Beyoncè, Edith Piaf, Michael Jackson per concludere in bellezza con Freddie Mercury che canta “We are the champions”. In camera da letto, la macchina da cucire della mamma ricorderà quell’abito azzurro che sembra vivo e infatti Brachetti danzerà con l’abito che sembrerà prendere vita.

“Se non potete vederlo, provate almeno ad immaginarlo”, dice il trasformista torinese, prima di esibirsi in un grande classico come il mimo, ma c’è spazio per altri cavalli di battaglia come le ombre cinesi, la battaglia con i raggi laser e la chapeaugrahie, dove un cappello con un buco al centro viene trasformato in una ventina di diversi copricapi che richiamano altrettanti personaggi. Non può infine mancare il sand painting, arte in cui Brachetti eccelle, stupendo il pubblico con i suggestivi disegni che si trasformano continuamente in qualcos’altro, fino al bis con un disegno completamente dedicato a Napoli sulle note di Caruso di Lucio Dalla e di ‘O sole mio.

Almeno tre generazioni, dai bimbi ai nonni, applaudono divertiti ed emozionati questo straordinario artista, che da anni incanta il pubblico con le sue stupefacenti trasformazioni e che con il tempo ha introdotto nel proprio repertorio altre discipline in cui eccelle, dando vita a spettacoli in cui chiunque può tornare bambino, sognare, immaginare ed inevitabilmente chiedersi: “Ma come fa?”

Arturo Brachetti in “Solo” sarà in scena al Teatro Palapartenope di Napoli fino al 19 febbraio 2017.

Link: il sito del Teatro Palapartenope di Napoli – www.palapartenope.it