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3-8 aprile 2018, Piccolo Bellini

Per strada

di Francesco Brandi

con Francesco Brandi e Francesco Sferrazza Papa

regia Raphael Tobia Vogel

produzione Teatro Franco Parenti

Due ragazzi sui trent’anni si conoscono casualmente, per strada, durante una tormenta di neve. Cominciano a camminare insieme e a parlare: la strada, come in Kerouac, diventa lo spazio del loro viaggio fallimentare. I due, molto diversi per provenienza e temperamento, fanno entrambi parte di una generazione annoiata, un po’ velleitaria, incapace di risolvere i problemi e convinta di non avere il dovere (o la possibilità) di cambiare il mondo. È la generazione di chi ha fallito perché si sente inutile, perché non sa realizzarsi, perché non è in linea con il proprio status sociale, che è stanca di tutto perché oppressa dall’ansia di voler vivere una propria vita e non quella imposta dalle convenzioni. Jack e Paul, però, riescono ad affrontare la loro condizione esistenziale un po’ ludicamente, come se volessero giocare col fuoco, trasformando il loro dramma in un’involontaria commedia. Raphael Tobia Vogel, dopo alcune regie cinematografiche, si cimenta con il Teatro, scegliendo un testo inedito di Francesco Brandi, giovane protagonista dello spettacolo insieme a Francesco Sferrazza Papa.

Per strada

di Francesco Brandi

regia Raphael Tobia Vogel

con Francesco Brandi

e Francesco Sferrazza Papa

scene e costumi Andrea Taddei

video di scena Cristina Crippa

Produzione Teatro Franco Parenti

Raphael Tobia Vogel, per questa sua prima regia teatrale, dopo parecchie esperienze cinematografiche, sceglie un testo inedito di Francesco Brandi, protagonista insieme a Francesco Sferrazza Papa.

Due sconosciuti si incontrano per strada sotto una tormenta di neve, e, per il freddo e la fretta di arrivare, non stanno mai fermi. La strada, come in Kerouac, diventa lo spazio del loro viaggio fallimentare. Jack e Paul, questi i loro nomi, non sono altro che i testimoni di una generazione annoiata, un po’ velleitaria, incapace di risolvere i problemi, perché non sa andare fino in fondo e perché convinta che non spetti a lei cambiare il mondo. E’ la generazione di chi ha fallito perché si sente inutile, perché non sa realizzarsi, perché non in linea con la propria collocazione sociale. E’ stanca di tutto, proprio per l’ansia di voler vivere una propria vita e non quella imposta dalle convenzioni sociali. Jack e Paul pur consapevoli di questo, affrontano la loro condizione esistenziale un po’ ludicamente, come se volessero giocare col fuoco, con l’intento di trasformare il loro dramma in una involontaria comicità.

Vorrebbero lasciare un segno, stupire i loro interlocutori, ma per farlo non possono non ricorrere a un gesto estremo, magari capovolgendo la situazione di partenza.

Per strada” è un testo che ho iniziato a scrivere in un momento della mia vita in cui era palese la completa impossibilità da parte mia di trovare quello che cercavo. E probabilmente anche di definire ciò di cui realmente avevo bisogno. “Per strada” descrive esattamente questo: un percorso, ironico, dolente e contraddittorio verso la libertà emotiva. E questo percorso altro non è che una battaglia, illogica, forse inutile, di sicuro senza esclusione di colpi, che Jack e Paul, i due protagonisti, conducono contro l’impossibilità di essere puri, contro soprattutto il significato generale che la purezza ha assunto in questi anni, come se essere puri volesse dire per forza essere stupidi, o peggio non aver vissuto, non aver sognato.

Francesco Brandi