Di: Sergio Palumbo

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La natura morta con violino oltremare è un quadro. Non immaginatevi un bel quadro, poiché è una crosta. Crosta che Riccardo Capogreco deve a tutti i costi recuperare per ottenere la seconda parte del compenso che gli ha promesso il marchese Luca Ruoppolo di Malvento, che lo cerca disperatamente ormai da anni senza successo. Come mai il marchese ha bisogno di quella crosta, rubata in tempo di guerra e finita chi sa dove? Riccardo se lo chiede mentre brucia della passione per Greta, la “nipote” di Ruoppolo di Malvento, che lo implora di salvarla recuperando quel quadro. Ma cosa avrà mai di tanto speciale quella crosta se da essa dipende addirittura la libertà di una donna bella e affascinante come Greta?

Il bell’intreccio narrato sapientemente da Osvaldo Guerrieri è un romanzo tragicomico che è in grado di incastonare una storia d’amore impossibile in una grottesca avventura il cui protagonista Riccardo costituisce un simpatico e onesto antieroe alle prese con i suoi sogni d’amore e le sue disillusioni.

La quarta di copertina ben immortala l’essenza del romanzo: Un romanzo nato dal peggiore impulso della nostra vita: la ricerca della felicità. Perché non abbiamo imparato temere quest’imbroglio tenace e a preferirgli un’onesta infelicità?. In effetti tutti i protagonisti della storia di Guerrieri sono come sospesi in attesa di un evento che credono risolutore nella loro vana ricerca della felicità. Il risultato sarà per tutti una devastante disillusione.

Il romanzo di Guerrieri è ben scritto, con una trama simpatica e un ritmo decisamente scoppiettante ed ha l’interessante caratteristica che, nonostante un finale decisamente lontano dall'”happy end”, lascia col sorriso sulle labbra il lettore, affascinato da uno stile frizzante ed assolutamente non comune.

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