Di: Sergio Palumbo

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Chi è Melissa? Una ragazza affogata misteriosamente nel Tanaro durante il ventennio fascista? Una giovane donna travolta da un’auto in una notte di pioggia su un’autostrada, il cui fantasma appare nella notte agli automobilisti, contemporaneamente in luoghi diversi? O un virus informatico che, per vie subliminali, provoca il suicidio di utenti di Internet dalla psiche più fragile? E’ tutto questo e altro ancora, perché questo nome suggestivo indica un annodarsi di influenze mortali che non si comprende bene da dove principino, ma che di sicuro diffondono terrore e provocano incomprensibili decessi.

L’autore registra con piglio giornalistico una serie di eventi che esulano da ciò che riteniamo razionalmente spiegabile. Intreccia fatti e ricordi, testimonianze e impressioni, arrivando a descrivere un mondo che perde la materiale consistenza che ci illudiamo di conoscere attraverso le percezioni dei sensi e le elaborazioni razionali. Le rivoluzionarie scoperte tecnologiche, risultato della cosiddetta “rivoluzione quantica”, si basano sulla premessa che la realtà essenziale del mondo non è materiale. Vivremmo dunque all’interno di una griglia di energie vibrazionali, che giustificherebbe i fenomeni paranormali che l’autore descrive con allucinata precisione, quasi da reportage giornalistico. E’ questo il fascino del romanzo, dove è difficile separare la pura invenzione fantastica da esperienze e ricordi di vita vissuta, con i suoi personaggi caratteristici e noti alle cronache paesane, quelle di Bassavilla come di tanti altri paesi del mondo.

Danilo Arona dunque riesce magistralmente nell’intento di usare il genere realistico solo per sovvertirlo e superarlo, secondo quanto l’autore stesso dice di un certo cinema (Arona è anche critico cinematografico) da cui provengono, a suo avviso, presagi e segnali atti a illuminarci sull’oscura essenza della realtà.

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