Di: Sergio Palumbo

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Il Teatro Bellini di Napoli saluta il nuovo anno con una prima d’eccezione, che registra il tutto esaurito: “Le voci di dentro” di Eduardo De Filippo, per la regia di Toni Servillo che, dopo oltre 300 repliche e la diretta su Rai 1 dal Teatro San Ferdinando con la regia televisiva del premio Oscar Paolo Sorrentino, torna sulla scena partenopea.

Fratelli nella vita, fratelli sul palco, Toni e Peppe Servillo interpretano il ruolo di Alberto e Carlo Saporito, due fratelli che, dopo aver ereditato dal padre l’attività di apparecchiatori di feste popolari, vivono, non senza difficoltà economiche, con lo zio Nicola, sullo stesso pianerottolo della famiglia Cimmaruta. Centrale nel dramma di Eduardo è il tema del sogno e del labilissimo confine con la realtà, così tanto labile da non consentire ad Alberto Saporito di comprendere se l’assassinio del suo amico Aniello Amitrano da parte della famiglia Cimmaruta è avvenuto realmente o se lo abbia sognato e tanto da spingerlo a denunciare l’accaduto alla polizia, facendo arrestare tutti i componenti della famiglia Cimmaruta, per poi realizzare che si era trattato di un sogno. Ma l’accusa di Alberto Saporito sarà solo l’innesco di una serie di sospetti reciproci tra i Cimmaruta, che inizieranno tutti ad insinuare che qualcuno di loro possa aver commesso il terribile delitto. Nel frattempo, Carlo Saporito cerca di approfittare della situazione, cercando di vendere il materiale per l’allestimento di feste popolari, sfruttando l’eventualità di un imminente arresto per calunnia del fratello Alberto. Lo sgretolamento dei valori morali della famiglia, microcosmo esemplificativo dell’intera umanità (ai tempi della scrittura del testo appena uscita dal secondo conflitto mondiale), che pervade gran parte dell’opera del grande drammaturgo napoletano, è qui più che mai esaltato da Eduardo ed è simbolicamente raffigurato dal personaggio di zio Nicola, detto Sparavierzi, che ha rinunciato a parlare perché disilluso del genere umano, che non sa più ascoltare, esprimendosi con un codice basato sui fuochi d’artificio e sputando su chi passa sotto il suo soppalco.

Se uno dei più grandi difetti delle interpretazioni dei ruoli che furono di Eduardo è l’imitazione dei suoi toni e delle sue inflessioni vocali, facendo spesso vivere queste rappresentazioni come delle brutte copie delle inarrivabili originali, l’interpretazione di Toni Servillo è straordinariamente personale, riuscendo a far rivivere perfettamente lo spirito originario del personaggio di Alberto Saporito, ma senza in alcun modo tradire il proprio stile recitativo, regalando nuova vita al personaggio e, grazie alla sua sapiente regia, all’intera opera. Peppe Servillo, più volte elogiato, come musicista, non solo per le sue notevoli doti canore ma anche per la sua eccezionale mimica e presenza scenica, non è nuovo a prove attoriali di ottimo livello, sia al teatro che al cinema (memorabile la sua interpretazione in Into Paradiso) ed in questo spettacolo è magistrale nel rappresentare l’evoluzione del personaggio di Carlo Saporito, che da dimesso uomo di chiesa diventa uno sciacallo calcolatore pronto a speculare sulle disgrazie del fratello. Con i due fratelli Servillo, in scena c’è un ottimo cast, tra cui spiccano la bravura e l’esperienza di Gigio Morra (nel ruolo di Pasquale Cimmaruta) e la giovane Chiara Baffi nel ruolo della cameriera Maria la quale, misurandosi nel ruolo che fu della grande Marina Confalone, si dimostra una delle attrici più promettenti della scena partenopea. Le scene di Lino Fiorito sono volutamente essenziali e consentono di concentrarsi principalmente sui personaggi e sulla loro carica emotiva, mentre i costumi di Ortensia De Francesco sono curati fin nei minimi particolari.

“Le voci di dentro”, per la regia di Toni Servillo, sarà in scena al Teatro Bellini di Napoli fino al 18 gennaio 2015.

Link: il sito del Teatro Bellini di Napoli – www.teatrobellini.it