Di: Sergio Palumbo

Tempo di lettura stimato: 2 minuti

Con la Carmen di Enzo Moscato, per la regia di Mario Martone, termina in bellezza la stagione 2015/2016 del Teatro Bellini di Napoli. Notevoli le anticipazioni per la prossima stagione, tra cui il ritorno di Toni Servillo in “Elvira” (dalle lezioni di Louise Jouvet), l’Odissea di Emma Dante e Franco Branciaroli in “Dipartita finale”.

Lo sciabordio delle onde del mare accoglie il pubblico che entra in sala, dove le prime file della platea sono state smontate per far posto alla “buca” dell’Orchestra di Piazza Vittorio. Moscato trasloca la vicenda della gitana dell’opera di Georges Bizet all’ombra del Vesuvio, tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli, dove Carmen diventa “Carmén”, Don José diventa Cosé e Lilas Pastia diventa Lilà Bastià, oste della Mala Taverna ed Escamillo diventa ‘O Torero, cantante di sceneggiate. La musica di Bizet è rielaborata e reinventata in modo geniale da Mario Tronco e Leandro Piccioni e perfettamente eseguita dal vivo dalla multietnica Orchestra di Piazza Vittorio, che vede alcuni dei suoi componenti anche come attori sul palco, come ad esempio la talentuosa violoncellista Kyung Mi Lee, che interpreta il ruolo di Fraschina o di Raul Scebba, che in buca suona xilofono, vibrafono e percussioni e sul palco interpreta ‘O Rinacciato. Ma il testo di Moscato attinge a piene mani anche dalla novella di Mérimée, da cui il libretto dell’opera di Bizet trae ispirazione. In particolare, dalla novella è tratta l’idea di far raccontare a Don José la vicenda. Cosé, rinchiuso nel carcere di Procida, rievoca il suo incontro con Carmen, arrestata dopo lo sfregio di una donna nella fabbrica di tabacco, l’amore tra i due, la gelosia, gli “sgarri” commessi contro i rivali in amore (primo fra tutti il Tenente Zuniga, ben interpretato da Giovanni Ludeno), il duello con ‘O Torero in cui viene ferito ad una gamba ed infine l’ultimo incontro con Carmen durante la festa di Piedigrotta, quando le chiederà disperatamente di tornare insieme, fino al tragico epilogo. Il tutto in un flashback dove nella narrazione si alternano Cosé, Lilà Bastià e la stessa Carmen, che nel testo di Moscato non muore, ma viene accecata da Cosé e può raccontare al pubblico che è diventata una tenutaria di bordello e concludere esclamando: “I’ nun so’ morta! Musica, maestro!”

La regia di Mario Martone è fresca e vivace, puntando principalmente sulla perfetta calibrazione dei ritmi e sull’esaltazione della fisicità dei personaggi, prima fra tutti la prorompente, esuberante, verace e sensuale Carmen, interpretata con maestria da Iaia Forte. In questo, la regia di Martone trova perfetta complicità nelle belle coreografie di Anna Redi. Roberto De Francesco è abilissimo nel rendere la disperazione e la rassegnazione di Cosé, mentre Ernesto Mathieux è impeccabile nel ruolo dell’oste narratore. Irresistibile il Torero di Houcine Ataa e molto bene anche Francesco Di Leva nel ruolo di ‘O Dancairo. Bellissime e congegnate in modo esemplare le scene di Sergio Tramonti, ben valorizzate dal disegno luci di Pasquale Mari. Ben curati i costumi di Ursula Patzak.

“Carmen”, di Enzo Moscato, per la regia di Mario Martone, sarà in scena al Teatro Bellini di Napoli fino al 24 aprile 2016.

Link: il sito del Teatro Bellini di Napoli – www.teatrobellini.it