Di: Sergio Palumbo

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“Napoli è come una deriva esotica, se solo si trovasse in Svizzera farebbe invidia anche all’America”, canta Stefano Bollani accompagnato al pianoforte da Lorenzo Hengeller, autore di Guapparia 2000 e primo ospite di un concerto d’eccezione, prima data nel Sud Italia di Bollani, che porta in tour il suo ultimo disco Napoli Trip, un viaggio nella tradizione musicale e nelle sonorità partenopee, tra composizioni originali e rivisitazioni di grandi classici, da Renato Carosone a Nino Taranto, passando per un omaggio speciale a Pino Daniele.

Opening act affidato alla straordinaria voce di Floriana Cangiano, in arte Flo. “Figlia mia, ma quanti sogni hai?”, canta nella struggente “Ad ogni femmina un marito” ed un sogno forse si è avverato proprio in questa serata magica: “Ho l’impressione che questa serata la ricorderò per molto tempo”, dice Flo. Vestita di bianco ed accompagnata da Marco Di Palo al violoncello, Michele Maione alle percussioni ed Ernesto Nobili alla chitarra, Flo incanta il pubblico con la sua voce avvolgente e la sua musica, ora intensamente dolente (Freva ‘e criscenza) ed ora trascinante (Le malemaritate), con testi di grande impatto, veri e propri spaccati di una napoletanità verace che forse non c’è più o che forse, più probabilmente, ci sarà sempre. Flo tornerà sul palco come ospite di Stefano Bollani per una toccante interpretazione di Bammenella, bellissimo testo di Raffaele Viviani.

Stefano Bollani è accompagnato da un gruppo di eccezionali musicisti: Jim Black alla batteria, Nico Gori al clarinetto e l’acclamatissimo Daniele Sepe al sassofono e flauti. “It’s my first time in Naples”, scherza Sepe in un gustoso siparietto con Bollani. “I come from Tennessee. Naples, Tennessee”. Tanta improvvisazione, partendo dal disco Napoli Trip e trasformandolo, brano per brano, in qualcosa di unico, tanto che Bollani dirà: “Se non vi è piaciuto il concerto comprate il disco, perché è tutta un’altra cosa”. Iniziando con una Anema e core emozionante, per solo pianoforte, si entra nel vivo del Napoli Trip con Vicoli, ‘O guappo ‘nnammurato, Lo choro di Napoli, Napoli’s Blues, brani nei quali i quattro musicisti sul palco lasciano senza fiato il pubblico con i loro straordinari dialoghi sonori. Tanti gli ospiti: oltre ai già citati Lorenzo Hengeller e Flo, salgono sul palco, direttamente dalla ciurma di Capitan Capitone, Gnut (Claudio Domestico), Andrea Tartaglia, Roberto Colella, Alessio Sollo e Aldolà Chivalà (Aldo Laurenza) e proprio quest’ultimo proporrà, con i cori degli altri membri della ciurma, la sua simpaticissima Amò, tratto dall’album di Daniele Sepe Capitan Capitone ed i Fratelli della Costa. Il pubblico dell’Arena Flegrea trattiene il respiro per Putesse essere allero, eseguita da Stefano Bollani da solo al pianoforte, per poi applaudire commosso al termine di questo delizioso omaggio all’indimenticabile Pino. Con Il bel Ciccillo di Nino Taranto si chiude il concerto, ma non mancano i bis, che cominciano con un altro omaggio, a chi ispirò l’undicenne Bollani: Renato Carosone, con Caravan Petrol, praticamente reinventata per solo pianoforte, per poi concludere a ritmo di swing e tarantella con Maschere.

“Non si fotocopia un’emozione, la si vive per restituirla uguale e diversa”, ha dichiarato Stefano Bollani in un’intervista a Il Mattino qualche giorno prima del concerto napoletano e tantissime sono state le emozioni regalate al pubblico dell’Arena Flegrea da Stefano Bollani, Daniele Sepe, Jim Black e Nico Gori durante questa serata. Così tante da volerle vivere ancora, “uguali e diverse”, acquistando ed ascoltando a ripetizione il disco Napoli Trip, ma anche Il Mese del Rosario di Flo e Capitan Capitone ed i Fratelli della Costa di Daniele Sepe.

Link: il sito dell’Arena Flegrea di Napoli – www.arenaflegrea.com

Foto di Roberto Della Noce