Di: Sergio Palumbo

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Adriana Lecouvreur, il capolavoro di Francesco Cilea, torna al San Carlo dopo tredici anni di assenza, nel 150° anniversario dalla nascita dell’autore. Grandi nomi si sono succeduti, nella storia, sul palco del Massimo napoletano nel ruolo della protagonista, tra cui Renata Tebaldi, Montserrat Caballé, Raina Kabaivanska e, nel 2003, la compianta Daniela Dessì, recentemente scomparsa, cui questa produzione è dedicata.

L’allestimento, curato dallo stesso Teatro San Carlo di Napoli, è lo stesso del 2003, andato in scena anche al Teatro Regio di Torino nel 2009, per la regia di Lorenzo Mariani. Le scene di Nicola Rubertelli sono semplici ma eleganti, con fondali scuri, ravvivati dai colori dei mobili e dei bei costumi di Giusi Giustino, che contribuiscono a contestualizzare temporalmente la vicenda. Le scene, anche grazie all’ottimo disegno luci di Claudio Schmid, hanno il pregio di concentrare l’attenzione sui personaggi in scena, di cui la regia di Mariani mira a porre principalmente in evidenza le emozioni ed i conflitti interiori. Molto bella la coreografia del Giudizio di Paride a firma di Michele Merola, egregiamente eseguita dal Corpo di Ballo del San Carlo.

La direzione di Daniel Oren, uno dei massimi conoscitori della partitura di Cilea, è energica ed attentissima ai volumi ed è magistrale nel sottolineare, con mirabile intensità, i momenti di più alto lirismo dell’opera.

Il soprano bulgaro Svetla Vassileva interpreta con maestria il ruolo del titolo, in cui si alterna con Barbara Frittoli, con una voce salda ed agile sugli acuti, leggermente debole sui gravi ma dalla straordinaria espressività, cui si aggiunge l’ottima pertinenza teatrale, che risulta di fondamentale importanza per una regia come quella di Mariani. Bravissima nel “monologo del richiamo”, la Vassileva dà il meglio di sé nella romanza “Poveri fiori”, che merita un lungo appaluso a scena aperta.

Bruno Ribeiro, che si alterna con Gustavo Porta e Paulo Ferreira, è un Maurizio dal timbro gradevole e vellutato, ottimo squillo e una piacevole presenza scenica che compensa le non spiccatissime attitudini attoriali.

Il ruolo della Principessa di Bouillon è ricoperto con esperienza da Marianne Cornetti, che si alterna con Luciana D’Intino: con voce potente e tecnica solida, è abilissima a rendere le sfumature di un personaggio tutt’altro che semplice, convincendo il pubblico sin dal suo ingresso con una perfetta esecuzione dell’aria “Acerba voluttà”.

Alberto Mastromarino, che si alterna con Alessandro Corbelli, è un Michonnet accorato e commovente, ed il suo fraseggio raffinato mette bene in risalto la nobiltà d’animo del suo personaggio.

Completano ottimamente il cast Carlo Striuli (il Principe di Bouillon), Luca Casalin (l’abate di Chazzeuil), Elena Borin (Madamigella Jouvenot), Giovanna Lanza (Madamigella Dangeville), Stefano Consolini (Poisson), Paolo Orecchia (Quinault) e Luigi Strazzullo (il maggiordomo).

Lunghissimi gli applausi finali, con un vero e proprio trionfo per Daniel Oren, il cui amore per Napoli è da sempre ricambiato sia dal pubblico che dall’Orchestra e dal Coro del Teatro San Carlo (preparato da Marco Faelli), che con il direttore israeliano fanno un lavoro eccellente.

Adriana Lecouvreur sarà in scena al Teatro San Carlo di Napoli fino al 23 ottobre 2016.

Link: il sito del Teatro San Carlo di Napoli – www.teatrosancarlo.it

(Foto di Francesco Squeglia)