Di: Sergio Palumbo

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Dopo aver interpretato il ruolo di Leone Gala circa quindici anni fa per la regia di Gabriele Lavia, Umberto Orsini torna al Teatro Mercadante di Napoli nello stesso ruolo, ne “Il giuoco delle parti”, da Luigi Pirandello. Il “da” non ė usato a caso al posto del “di”: la rielaborazione dell’opera pirandelliana, firmata dallo stesso Orsini con Roberto Valerio e Maurizio Balò ė molto profonda ed il testo non solo viene smembrato e riassemblato, ma vengono anche aggiunti elementi narrativi completamente nuovi.

Leone Gala, in questa rappresentazione, ė ricoverato in un ospedale psichiatrico e la vicenda del duello narrata da Pirandello si ė svolta qualche anno prima. Il protagonista, quindi, la rievoca nei suoi ricordi ed il piano della narrazione si sposta continuamente dal passato al presente, così come contestualmente si sposta l’ambientazione dalla casa di Leone o di Silia al freddo ospedale psichiatrico. I ricordi di Leone, ora raccontati dalla voce fuori campo di Orsini, ora rievocati con flashback in cui entrano ed escono i protagonisti, ricostruiscono la vicenda.

Leone Gala, filosofo ed appassionato di arti culinarie, sopporta bonariamente da tempo che il suo amico Guido Venanzi sia l’amante di sua moglie Silia. I due vivono in due case separate, ma Leone non rinuncia ad incontrare la moglie ogni giorno per mezz’ora. Silia, dopo aver chiesto invano a Guido di uccidere il marito, prova a sfruttare a proprio vantaggio lo scambio di persona di quattro uomini ubriachi che, cercando la prostituta spagnola Pepita, si imbattono in realtà in Silia e lei, dicendosi oltraggiata, chiede al marito di sfidare a duello uno di loro, esperto spadaccino. Leone, che ha compreso il gioco della moglie, prima accetta la sfida, ma poi si farà sostituire da Guido, che dovrà continuare a “fare la sua parte”, ossia quella del marito effettivo di Silia.

L’adattamento del testo di Orsini, Valerio e Balò ė decisamente interessante e non lo si può definire un tradimento, anzi, la forza del testo pirandelliano risulta esaltata dal continuo spostamento dell’asse temporale tra passato e presente, facendo passare in secondo piano gli elementi poco attuali del testo originario e soffermando l’attenzione principalmente sulla filosofia pirandelliana ed, ancor prima, su quella di Henri-Louis Bergson. L’adattamento funziona perfettamente anche grazie alla sapiente regia firmata da Roberto Valerio, che può fare affidamento anche sulle ingegnose scene di Maurizio Baló, con alte pareti scorrevoli che si aprono e si chiudono automaticamente per far entrare i personaggi e che si trasformano con semplici passaggi, diventando di volta in volta casa di Leone, casa di Silia o l’ospedale psichiatrico.

Di ottimo livello le interpretazioni di tutti gli attori, a partire da un magistrale Umberto Orsini, che rende perfettamente la follia (piú o meno lucida) del protagonista e dei suoi ragionamenti, passando per la Silia sensuale ed a tratti euforica di Alvia Reale, fino ad arrivare al Guido Venanzi di Totò Onnis, che ben rappresenta la piccolezza del personaggio, anche mediante l’ostentata spavalderia nel rapporto con Silia, perfetto contraltare alla sua reale debolezza. Di grande rilievo anche le interpretazioni di Flavio Bonacci e Carlo de Ruggieri, che interpretano entrambi un doppio ruolo nella dicotomia passato-presente. Bene anche Alessandro Federico nel ruolo di Barelli.

“Il giuoco delle parti” sarà in scena al Teatro Mercadante di Napoli fino al 18 dicembre 2016.

Link: il sito del Teatro Stabile Napoli – www.teatrostabilenapoli.it