Di: Sergio Palumbo

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Il famigerato “pubblico delle grandi occasioni” stavolta non c’è. Eppure, è una grande occasione: l’ultimo concerto in Campania degli Elio e le Storie Tese, tappa napoletana del tour d’addio del Complessino, prima dell’annunciato scioglimento. Il pubblico napoletano, che in passato ha più volte dato prova di grande affetto nei confronti degli Elii, stavolta è stranamente al disotto delle aspettative, tanto da far spostare il concerto dal Palapartenope alla più intima Casa della Musica. Peccato, perché il concerto risponde bene alla definizione di “’O Concertone” con cui era stato annunciato: più di tre ore di musica, durante le quali Elio e compagni ripercorrono i momenti salienti della propria carriera, facendo rivivere al pubblico la “storia di ragazze demenziali che volevano cambiato l’universo”.

Apre il concerto l’esibizione del Coro Pop di Salerno, diretto da Ciro Caravano dei Neri per Caso, che esegue, completamente a cappella, ‘A città ‘e Pulecenella, per poi prodursi in un medley di alcuni grandi successi degli Elii: Il vitello dai piedi di balsa, John Holmes e Cara ti amo. Meritatissimi gli applausi per loro.

La voce ecclesiastica di Vittorio Cosma, alias “Carmelo”, invita i “fedeli” alla commemorazione funebre del defunto gruppo Elio e le Storie Tese. La commemorazione inizia con Servi della gleba, un vero inno generazionale “verso il triangolino che ci esalta”, con la telefonata finale di Faso che, dopo vent’anni, si ribella alla scopa di saggina, preferendo di gran lunga un mocio. Dopo il Burattino senza fichi e la sua Pasta del Capitano, Elio si chiede cosa si ricorderà degli Eelst: forse la riscoperta della tarantella (“Uè!”), che sarebbe anche un ottimo inno per l’Unione Europea? O magari il fatto di aver dato una chance a Carmelo, entrato nel gruppo al posto di Rocco Tanica dopo essere stato rifiutato da trentasei reality? O l’aver dato spazio ad un giovane di tredici anni (portati male) come Diego Maggi? Ma bando alle ciance: è in agguato La vendetta del Fantasma Formaggino, con il narratore Mangoni e la bravissima Paola Folli nel ruolo della Dea delle Barzellette. Proprio all’acclamatissima Paola Folli, dopo Cateto, La follia della donna e Fossi figo (grande l’assolo di Cesareo), Elio dedica Essere donna oggi, con tanto di applauso per la figa pelosa. Si può benissimo fare a meno del Coro delle Voci Bulgare, quando c’è un pubblico caloroso come quello napoletano che canta a squarciagola con Elio il Pippero e, subito dopo, La visione, con il rapper Mangoni in gran forma, per poi subito entrare nel clima della Vacanza alternativa, tra fanghi alle terme e ricette con i funghi, con l’Urna che ci aspetta ed il ritmo della Discomusic che incombe, con Mangoni in irresistibile versione lap dancer. Dopo Born to be Abramo e Carmelo in versione Mario Biondi, salgono sul palco i Neri per Caso per T.V.U.M.D.B., con l’indimenticabile assolo registrato del mai abbastanza compianto Feiez. Il tempo passa, le cose cambiano e cambia anche la pena aggiuntiva inflitta al Vitello dai piedi di balsa, che ora consiste nell’ascolto forzato di Despacito (seguirà poi, su richiesta di Faso, la reprise con composizione di canzone salsa). Dopo Luigi il pugilista e Christian Meyer nei panni del DJ Mendrisio (con la programmazione di Jantoman) e Mangoni danza lo Jodel, è il momento del brano inedito pubblicato nell’ultimo album live “Arrivedorci”: Il circo discutibile, scritta da Rocco Tanica e con la voce di Federico Fellini nel finale. I Neri per Caso salgono di nuovo sul palco per El Pube, seguita da un altro grande classico: Uomini col borsello, con il pubblico che brandisce cartelli “Songhe Ie”, cantando con Elio del “finto bue” degli altri borselli. Dopo i bonghi di Parco Sempione, Elio racconta delle avventure sanremesi, con l’agognato ultimo posto arrivato solo con Arrivedorci (eseguita con i Neri per Caso, come sul palco dell’Ariston), dopo i due secondi posti di La canzone mononota e La terra dei cachi. Non può mancare Supergiovane e la sua guerra ai matusa ed al governo, ma la giusta conclusione del concerto d’addio degli Elii non può che essere Tapparella, con il pubblico che canta in coro “Forza Panino” ed il pensiero che va a Feiez, che, dall’alto, sicuramente avrà apprezzato.