Di: Maresa Galli

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Da anni il Festival del Barocco Napoletano, ideato e presieduto da Massimiliano Cerrito, è una realtà consolidata della musica di qualità. La rassegna, che si avvale della direzione artistica del M° Keith Goodman, contamina gli stilemi di Scuola Musicale Napoletana con la musica contemporanea, mettendo in luce i talenti. Il Festival ha tra i suoi obiettivi la produzione, esecuzione, diffusione musicale, ricerca, editoria ed alta formazione, proponendo concerti nei principali musei e luoghi di interesse storico e artistico italiani.

D. Si è appena concluso con successo il Festival del Barocco Napoletano: il pubblico ha premiato le sue scelte di qualità…

“Si, il Festival si è concluso con successo e siamo molto felici perché abbiamo visto che la formula funziona e non è assolutamente un discorso di “nicchia”. Abbiamo una grande audience: c’è il pubblico di mezza età ma anche tanti giovani che sono curiosi. Oggi andare a ricercare cose che possano sembrare di “nicchia” è invece di moda. Presentare concerti sul Barocco e sulla musica di Scuola Napoletana sembra un discorso difficile ma si comprende che si tratta delle basi della musica moderna e contemporanea. Nella loro infinita bellezza, queste pagine musicali piacciono ad un vasto pubblico. La formula è aperta perché cerchiamo di avere sempre uno sguardo molto ampio, sui generi e sugli artisti che proponiamo”.

D. Dalla musica classica al jazz avete proposto musica raffinata, elegante, godibile e appassionante: la sua Fondazione si dedica anche alla promozione di giovani talenti e a prime esecuzioni…

“Puntiamo sui giovani talenti e su tanti generi. Abbiamo proposto anche jazz e musica elettronica, con molte prime esecuzioni assolute e facendo ricerca. Grazie alla collaborazione con alcuni nostri artisti che riscoprono manoscritti e autori del passato, riproponiamo la nostra grande tradizione attraverso una linea editoriale varata quest’anno che stiamo sviluppando sia con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici sia con la struttura della Casa editrice “La scuola di Pitagora”.

D. Il direttore artistico del suo Festival è il talentuoso M° Keith Goodman: il suo è un approccio rigoroso alla musica classica e barocca… Da quanto tempo collaborate?

“Si, siamo molto contenti di collaborare già da oltre tre anni con questo grande professionista. Keith ha un approccio da grande musicista, uno dei pochi artisti napoletani che gira il mondo con i suoi concerti. Ha sempre davanti a sé una nuova data, un nuovo progetto e questa è una bella sfida. Anche noi abbiamo sempre nuovi progetti e lo scouting di nuovi giovani artisti punti di riferimento della rassegna. I concerti di Goodman sono molto seguiti e hanno sempre grande successo grazie alla sua cura nel prepararli e alla capacità di fare bene musica”.

D. Quali novità ha in serbo la Fondazione Barocco Napoletano da lei presieduta?

“Proporre più generi musicali cercando sempre il legame con il nostro punto di osservazione privilegiato, la Scuola Napoletana per vedere quante cose sono state create e sviluppate grazie alla capacità di contaminare a partire dai grandi artisti del ‘600 e ‘700 Napoletano fino ai nostri giorni. Ancora oggi c’è una grande tradizione a Napoli e cerchiamo di seguire i compositori, i musicisti e tutto ciò che è generato nella modernità. Altro obiettivo è continuare a fare musica nei posti più belli della città e non solo, tournée in Italia e all’estero e sviluppare pubblicazioni su quello che eseguito come novità”.

D. Quali saranno i luoghi prescelti per il prossimo Festival già in preparazione?

“Oltre a concerti nei luoghi storici e belli di Napoli puntiamo alla possibilità di tenere concerti nei nostri teatri musicali. Siamo tra i promotori di un’apertura del Teatro di San Carlo, del Mercadante ad altre associazioni e realtà che fanno musica. Perché è un lavoro che va aperto sempre di più ai luoghi di qualità dove abbiamo tenuto concerti, come Palazzo Serra di Cassano, la Chiesa Luterana, la Chiesa dei SS. Cosma e Damiano, l’Istituto “Anton Dohrn”, Palazzo Donn’Anna, la Chiesa di San Ferdinando, altro luogo meraviglioso della Scuola Musicale Napoletana. Basti pensare che qui è stato scritto lo “Stabat Mater” di Pergolesi! Poi all’estero abbiamo già richieste. Seguiamo il Festival della Repubblica Slovacca e andremo al Festival estivo della Carinzia, in Austria, alle “Settimane Musicali Millstatt”, e ci proporremo a teatri come lo “Stadttheater Klagenfurt”, in Carinzia. Abbiamo avuto anche richieste dal Turkmenistan e vogliamo aprire al Centro Europa e siamo pronti per questa nuova meravigliosa sfida!”.