Di: Alessandra Staiano

Tempo di lettura stimato: 2 minuti

Pietro il matto è uno ed è tutti. Non ha, né potrebbe avere, il volto di un solo attore: nello spettacolo itinerante, nuova invenzione degli autori Mimmo Grasso e Massimo Maraviglia (quest’ultimo ne cura anche la regia) sono tanti i volti che il protagonista della storia assume. Lui che di vite ne ha vissute mille, potrebbe essersi perso semplicemente perché incapace di fare una scelta. Una e basta. Una, quella che dà il senso ad una vita. E lo spettatore viene così condotto alla ricerca di Pietro, attraverso una serie di quadri che si sovrappongono, si frammentano, a volte si rispecchiano l’uno nell’altro.

Non c’è palco, non c’è una scena unitaria in questo nuovo spettacolo prodotto dall’Asylum Anteatro ai Vergini di Napoli: ci sono piuttosto una serie di momenti teatrali che si accendono quasi inaspettatamente all’interno della location scelta per la rappresentazione. Assai suggestiva quella delle Stufe di Nerone a Bacoli dove lo spettacolo è andato in scena a fine giugno e nel week end dal 12 al 14 luglio. Gli spettatori sono così invitati a muoversi come alla ricerca dei pezzi di un puzzle da mettere insieme: più che per ricostruire una storia, per scoprire un personaggio, per tentare di carpirne l’identità.

Chi è Pietro? Quale sofferenza si porta dietro l’uomo che voleva essere tutti gli uomini del mondo e alla fine non è riuscito a trovare sè stesso? Quanto di Pietro si porta appresso ognuno di noi? Sono le domande che viene da porsi mentre ci si sposta da una scena all’altra. La scelta per lo spettatore è obbligata e, insieme ad essa, diventa obbligatoria anche la rinuncia. Perché non si potrà assistere a ogni momento teatrale, così come nella vita non si può avere tutto, suggerisce la modalità di fruizione costruita per questo spettacolo. Scelta e rinuncia sono temi evocati più volte nel corso dello spettacolo.

Ispirandosi alla figura di Peer Gynt di Henrik Ibsen Grasso e Maraviglia calano gli episodi raccontati dal più noto degli autori norvegesi in un’atmosfera che è contemporaneamente universale e assai partenopea. Gli spiriti che vagano intorno agli spettatori sono attinti a piene mani dalla tradizione napoletana fatta di “munacielli” e “pulcinella” e si mescolano con tanti degli elementi inseriti da Ibsen nel suo racconto: da quelli orientaleggianti come la statua di Mnemone al fonditore di bottoni.
Se le scene “laterali”, cui assistono pochi spettatori per volta, si distinguono per un’atmosfera quasi intima e una forte intensità espressiva degli attori, sono di grande impatto quelle “centrali” che si svolgono con gli spettatori seduti tutti in tondo. Nella memoria restano diverse e interessanti pillole di teatro, come la scena dell’arringa che regala anche tanti momenti di ilarità grazie alla straordinaria capacità degli attori di cambiare registro in un battibaleno.

In scena ci sono Elisabetta Bevilacqua, Rosario D’Angelo, Silvio De Luca, Alessandro Errico, Rosario Giglio, Giulia Musciacco, Ettore Nigro e Cira Sorrentino e la Compagnia Asylum 2013 con Marco Aspride, Anna Bocchino, Clara Bocchino, Giulia De Pascale, Michele Di Mauro, Rebecca Furfaro, Paola Magliozzi, Raimonda Maraviglia, Stesy Raiano, Daniele Sannino, Luca Serafino e Luigi Ventura.

Sperimentazione riuscita, i prossimi appuntamenti sono per sabato 20 e domenica 21 luglio 2013 alle Basiliche Paleocristiane di Cimitile in via Madonnelle, Napoli e domenica 28 luglio al CastCafè di Bacoli.