Di: Maresa Galli

Tempo di lettura stimato: 2 minuti

Il Campania Teatro Festival ha presentato, il 25 e 26 giugno 2025, “Titizé. A Venetian Dream”, lo spettacolo di Daniele Finzi Pasca dedicato ai 400 anni della città lagunare. Al Teatro Politeama di Napoli dieci talentuosi interpreti, acrobati, attori e musicisti, con l’ausilio di macchine sceniche e luci laser, creano pura magia, tra tradizione e tecnologie avanzate. In scena Gian Maria Baldan, Andrea Cerrato, Francesco Lanciotti, Léa Kral, Luca Morrocchi, Gloria Ninamor, Caterina Pio, Rolando Tarquini, Micol Veglia, Leo Zappitelli. Onirico, visionario, lo spettacolo di cui è autore, regista e lighting designer lo stesso Finzi Pasca, invita il pubblico a far parte di un universo surreale, in un caleidoscopio di visioni tra clownerie, acrobazie, intrecci/danze di corpi e maschere, atmosfere oniriche e surreali. “Titizé”, che in dialetto veneziano significa «tu sei», si rivolge allo stupore del pubblico con fantastica leggerezza, restituendo lo spirito di Venezia. Il regista, drammaturgo e attore svizzero è tra i fondatori della compagnia che porta il suo nome sulle scene internazionali da quarant’anni. La Compagnia Finzi Pasca ha prodotto più di 35 spettacoli, collaborando con il Cirque du Soleil e realizzando opere liriche, partecipando a tre cerimonie olimpiche, lavorando in cinquanta Paesi. Oltre al magnifico gioco di corpi, la musica ha un ruolo essenziale nello spettacolo. Musica, orchestrazione e sound designer sono a cura di Maria Bonzanigo, compositrice, già danzatrice, attrice e coreografa, che crea una perfetta sinestesia tra musica e immagini. Lo spettacolo è una rapsodia di musiche, di quadri, di richiami alla commedia dell’arte, di mascheramenti che rivelano la vita di Venezia e non solo, in uno spazio e un tempo sospesi. Le musiche registrate e dal vivo si intrecciano abilmente: un bel momento è l’esecuzione de “la Primavera” di Vivaldi alla glassarmonica, con un concerto per calici e “zanzarone” lagunari…Lo scenografo Hugo Gargiulo, co-fondatore della compagnia, racconta suggestioni, mondi onirici, giocando sul senso di sospensione e liquidità, tra aria e acqua, con specchi e riflessi. Il pubblico assiste a quadri incredibili, poetici, con le nuvole che diventano il mare, una sirena che vola, acrobati bravissimi continuamente applauditi dal pubblico, un delfino argentato che vola in platea e tante altre meraviglie per un “teatro dello stupore e dell’artificio”. La costumista Giovanna Buzzi si è ispirata ai Pulcinella del Tiepolo, ad Arlecchino, alle damine del Settecento. “La verità sulla scena ha bisogno di artificio, ha bisogno di illusione e allusione e noi siamo dei pazzi scatenati in questo, ci piace usare tutti gli elementi e i mezzi che possono creare illusione”, rivela Finzi Pasca che spiega come la parola teatro, con tutte le possibilità che ti fornisce l’artificio, significhi proprio osare. Lunghi, meritati applausi allo spettacolo, ala bravissimo cast e a tutta la compagnia che ha lavorato per incantare il pubblico. Un lavoro immenso che arriva con leggerezza, evanescente, della natura dei sogni.