Di: Sergio Palumbo
Tempo di lettura stimato: 3 minutiÈ andato in scena al Teatro San Carlo di Napoli “Picture a day like this”, ultimo lavoro del compositore britannico George Benjamin su libretto di Martin Crimp, per la regia di Daniel Jeanneteau e Marie-Christine Soma, con Corinna Niemeyer sul podio dell’Orchestra del Massimo napoletano. Dopo il debutto al Festival di Aix-en-Provence nel 2023 e un percorso di successo nei maggiori teatri europei, l’opera approda in Italia in un allestimento che coniuga rigore formale, poesia e una tensione drammatica di rara purezza.
Opera in un atto della durata di poco più di un’ora, “Picture a day like this” si muove tra favola e allegoria, tra sogno e realtà, affrontando temi universali come la perdita, la maternità e la ricerca della felicità. Una donna, travolta dal dolore per la morte del figlio, intraprende un viaggio simbolico alla ricerca di un bottone appartenuto a una persona davvero felice, grazie al quale potrebbe riportare il bambino in vita. Il suo cammino, scandito da sette incontri, è una moderna discesa agli inferi del dolore e insieme un itinerario di consapevolezza: nessuno dei personaggi che incontra — amanti, artigiano, compositrice, collezionista — è davvero felice. Solo alla fine, nel misterioso giardino di Zabelle, la protagonista sembra intravedere un approdo, ma la rivelazione finale lascia tutto in sospeso, tra miracolo e accettazione.
La scrittura di Benjamin affascina per equilibrio e precisione: l’orchestra ridotta diventa un laboratorio di trasparenze e sfumature. Ogni timbro — dall’arpa ai legni più scuri, dai pizzicati degli archi ai bagliori delle percussioni — è trattato come un colore di luce. La partitura si muove con naturalezza fra rarefazione e tensione, alternando momenti quasi impercettibili a esplosioni improvvise. La linea vocale, sempre legata alla parola, si piega a un declamato melodico che conserva eleganza e chiarezza anche nei passaggi più estremi.
La messa in scena di Jeanneteau e Soma, sobria e simbolica, traduce la dimensione interiore del racconto attraverso pannelli mobili, giochi di luce e proiezioni video di Hicham Berrada: un ambiente liquido e onirico che si apre, nel finale, a un giardino visionario, tra colore e silenzio. Tutto contribuisce a creare un’atmosfera sospesa, dove il tempo sembra rarefarsi e la musica diventa spazio mentale.
Sul podio, Corinna Niemeyer guida l’orchestra con gesto nitido e ispirato, valorizzando le trasparenze del tessuto strumentale e mantenendo un equilibrio perfetto tra buca e palcoscenico. L’Orchestra del San Carlo risponde con un’attenzione timbrica di grande finezza: un risultato che conferma il livello altissimo della compagine partenopea anche nel repertorio contemporaneo.
Il cast vocale si è distinto per coesione e qualità espressiva. Xenia Puskarz Thomas, protagonista nei panni della Donna, offre un’interpretazione intensa e profondamente umana: voce morbida, timbro pastoso, fraseggio nitido. La sua presenza scenica coniuga fragilità e determinazione, rendendo credibile ogni passaggio emotivo del personaggio. Anna Prohaska (Zabelle) illumina la scena finale con il suo registro cristallino e una musicalità sospesa, quasi ultraterrena: la sua voce sembra farsi immagine sonora del mistero. Marion Tassou, impegnata in più ruoli (l’Amante e la Compositrice), si impone per precisione e freschezza timbrica. Cameron Shahbazi, controtenore di eleganza raffinata, conferma la sua statura internazionale: timbro luminoso, dizione impeccabile e un controllo del legato che gli consente di muoversi tra i registri con estrema disinvoltura. John Brancy affronta il doppio ruolo dell’Artigiano e del Collezionista con una voce corposa e flessibile, con la capacità di passare da un fraseggio confidenziale a una piena sonorità baritonale senza mai perdere nitidezza.
Il pubblico napoletano ha seguito con attenzione crescente questa proposta contemporanea, salutando con calorosi e prolungati applausi tutti gli interpreti. Un riconoscimento meritato per una produzione che unisce sensibilità drammatica e precisione musicale, riaffermando il San Carlo come un luogo dove la tradizione sa dialogare con la modernità.
Link: il sito del Teatro San Carlo di Napoli – www.teatrosancarlo.it





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