Di: Redazione

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Giovedì 3 febbraio 2011, Teatro Elicantropo di Napoli

Ritorno a Haifa di Ghassan Kanafani

In scena lo spettacolo tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore e intellettuale palestinese, riconosciuto tra i più grandi intellettuali arabi del nostro secolo

 

L’8 luglio del 1972 fu assassinato, a Beirut, lo scrittore ed intellettuale palestinese Ghassan Kanafani, nato nel 1936 ad Akka, città costiera della Palestina. Nel 1948, al momento della costituzione dello Stato d’Israele, con la sua famiglia subì il triste destino dell’espulsione e dell’esilio: è proprio questa esperienza che è raccontata in Ritorno a Haifa di Ghassan Kanafani, traduzione di Isabella Camera dʼAfflitto, in scena, da giovedì 3 febbraio 2011 alle ore 21.00 (in replica, dal giovedì alla domenica, fino a domenica 13), al Teatro Elicantropo di Napoli.

L’allestimento, presentato da Narramondo Teatro e diretto da Carlo Orlando, si avvale dell’interpretazione di Eva Cambiale e Carlo Orlando, coadiuvati dagli elementi scenici a cura di Balthasar Brennenstuhl e la consulenza registica per messa in scena e training attori di Andrea Lanza.

Per la prima volta nella letteratura araba uno scrittore palestinese parla di due diaspore: quella palestinese e quella ebraica, accomunate da un unico tragico destino.

Said, palestinese di Haifa, torna con la moglie, dopo vent’anni di esilio, nella sua città natale per rivedere fugacemente i luoghi amati e la sua casa, ora abitata da una famiglia di ebrei polacchi scampati ad Auschiwitz, e per cercare il figlio, abbandonato durante la repentina e tragica fuga.

Con grande umanità e forza emotiva, Ghassan Kanafani ci accompagna in questo viaggio nel presente e nel passato, dove riaffiorano, da entrambe le parti, il disagio e la tristezza della situazione, in un groviglio di sentimenti e passioni umane.

“La scelta di questo testo – spiega il regista Carlo Orlando – parte dalla volontà di ristabilire una verità politica e umana: schierarsi al fianco di Kanafani, alle legittime rivendicazioni del suo popolo, al diritto dei profughi palestinesi a ritornare nella loro terra”.

Lo stile è quello della narrazione semplice e diretta, che si abbandona al flusso poetico della prosa dell’autore e che, con il procedere della storia, si trasforma, e trasforma lo spettacolo, in “teatro di situazione” senza quarta parete. Gli attori sono impegnati in un’interpretazione non naturalistica, bensì sostenere la scena con una recitazione “epica”.

Portare in scena Ritorno a Haifa significa molte cose. Indubbiamente, significa testimoniare la solidarietà alla causa palestinese. La politica e la cultura “ufficiale”, così impegnati a celebrare incondizionatamente la nascita dello stato di Israele, sembrano essersi dimenticati non solo la sofferenza del popolo Palestinese, ma persino la sua stessa esistenza. Ristabilire, quindi, una verità politica e umana: schierarsi al fianco di Kanafani, alle legittime rivendicazioni del suo popolo, al diritto dei profughi palestinesi a ritornare nella loro terra.

Ritorno a Haifa, di Ghassan Kanafani

Napoli, Teatro Elicantropo – dal 3 al 13 febbraio 2011

Inizio delle rappresentazioni ore 21.00 (dal giovedì al sabato), ore 18.00 (domenica)

Info e prenotazioni al numero 081296640 email teatroelicantropo@iol.it  

 

Da giovedì 3 a domenica 13 febbraio 2011

Napoli, Teatro Elicantropo

(repliche dal giovedì alla domenica)

 

Narramondo Teatro

presenta

 

Ritorno a Haifa

di Ghassan Kanafani

traduzione Isabella Camera dʼAfflitto

 

con Eva Cambiale e Carlo Orlando

 

assistente alla regia Luigi Albert

consulenza registica per messa in scena e training attori Andrea Lanza

elementi scenici Balthasar Brennenstuhl

organizzazione Lisa Raffaghello

 

regia Carlo Orlando

 

Lʼautore

Ghassan Kanafani è considerato uno dei più grandi esponenti della letteratura araba contemporanea. Assassinato dai servizi segreti israeliani insieme alla nipote nel 1972 a Beirut, ha sempre affiancato la sua attività artistica e letteraria alla militanza politica. Fu il primo a parlare di “letteratura della resistenza” e il suo nome è quello che, più di tutti, viene associato alla causa palestinese ed è diventato un simbolo per le successive generazioni di Arabi. Ancora oggi, sui muri delle città palestinesi, capeggiano manifesti che lo ricordano.

 

La compagnia

LʼAssociazione Narramondo, nata a Genova nel luglio del 2001, nasce dallʼesigenza e dallʼurgenza di portare in scena le ferite del tempo presente. Ferite che fanno male, ma che vengono rimosse, ignorate o che si ha paura di affrontare. Lo facciamo prima con lo studio e la ricerca attraverso laboratori e seminari con attori professionisti, poi con gli spettacoli. Diamo testimonianza di persone e di popoli che non riescono a farsi sentire: è un percorso umano e storico il nostro ed anche artistico. Raccontiamo il presente nelle sue manifestazioni tragiche. Ed è proprio nel recupero del tragico che ritroviamo lo spazio teatrale più fertile artisticamente e più utile socialmente: l’essenzialità e la bellezza, l’oppressione e la rivolta.

 

Diciamo di noi

Estratto dal programma della rassegna in cui è stato presentato lo spettacolo in anteprima (Rassegna Teatro epico – Rocca Grimalda AL – luglio ʻ08)

 

Raccontare a teatro significa anche superare dei limiti, non solo stilistici, ma culturali e politici oltreché necessariamente geografici, significa approdare in terre più o meno volutamente oscurate sulle mappe dei nostri riferimenti abituali – televisione, giornali e tribune – più o meno intenzionalmente emarginate dai nostri brevi orizzonti visivi.

Così eccoci qua. La scelta di Ghassan Kanafani risponde ad una passione di lungo periodo. Le sue storie, il suo stile, nonché la sua militanza politica, rappresentano una testimonianza profonda e inconfutabile di una cultura, quella palestinese, che ha radici profonde, ricchezza e originalità indiscutibili. “Uomini sotto il sole” e “Ritorno a Haifa” non sono soltanto capolavori riconosciuti della letteratura araba, sono anche le chiavi dʼaccesso a luoghi di asperità e di dolcezza, dove vive la propria e attualissima tragedia un popolo intero. Per chi vuole entrare in una materia viva, fatta di strappi violenti e lacerazioni insanabili, per chi vuole conoscere quell ʼumanità, che ha subito quegli strappi e che respira e si muove e che continua a lottare con quelle lacerazioni, cʼè lui: Kanafani. Chi vuole centrare il cuore pulsante, poetico e tragico, della questione palestinese deve mirare a Ghassan Kanafani. Non è un caso che lo stesso sia stato fatto, in modo tuttʼaltro che metaforico, dai servizi segreti israeliani quando lo hanno voluto togliere di mezzo – insieme con la nipotina – in un attentato.

“Ingannati”, tratto da “Uomini sotto il sole”, ha già fatto un poʼ di strada e arriva a Teatro Epico dopo aver ricevuto un ottimo riconoscimento di critica e pubblico, “Ritorno a Haifa” debutta invece in anteprima nazionale anche se è da tempo che ci stava mandando richiami.

Nei suoi sette anni di “invecchiamento”, Narramondo ha scelto la narrazione come casa e veicolo. Ha voluto portare in scena le ferite del tempo presente e lo ha fatto con nuova drammaturgia, con letteratura contemporanea, ha parlato e parla di guerra, di occupazioni militari, di libertà e resistenza. Ha poi voluto riscoprire, con la messa in scena di Antigone, le radici della tragedia e riscoprendola parlare del mondo contemporaneo. Ci sono sempre piaciuti i ribelli, coloro che lottano e resistono. Ci piacciono ancora e per questo continuiamo la nostra battaglia usando parole come pugnali. Senza perdere la tenerezza. Né l’ironia.

Nicola Pannelli