Di: Sergio Palumbo

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Il tormentone di un personaggio di “Mai Dire Gol” di qualche anno fa era: “Pulp. Molto pulp. Pure troppo”. Questa frase sembra ben descrivere l’essenza di questo libro. Eppure, Belle Anime Porche, esordio da scrittrice di Francesca Ferrando, è pulp “a modo suo” e riesce a far appassionare anche chi non è amante del genere, che sarà catturato dalla letture delle appassionanti avventure di una sedicenne in fuga da casa.

Belle Anime Porche è il diario di Terry Grisedu, pluriripetente che vive in quello che i sociologi chiamerebbero “contesto sociale a rischio”: la madre è una ex prostituta alcolizzata, il convivente della madre la stupra, in bagno non c’è carta igienica e si usano i fogli del giornale… Un bel giorno Terry scappa di casa per venir fuori da quel lerciume e vivrà un’avventura mozzafiato dove gioia e dolore, amore e odio, libertà e prigionia si alterneranno in un vortice estremo di vicende, persone e incontri al limite del paradosale. Sarà più volte sull’orlo del baratro, ma si rialzerà sempre. Si troverà nelle situazioni più assurde e pericolose, ma ne uscirà sempre. Conoscerà il bello e il brutto del mondo: veri e propri angeli in terra, ma anche esseri malvagi, stupratori, pervertiti…

Il linguaggio senza fronzoli, senza filtri, le descrizioni spietate delle persone e dei luoghi, sono veri e propri pugni nello stomaco per il lettore, che però non può fare a meno di simpatizzare per Terry, che estremizza e sintetizza dentro sé tutti i sentimenti del mondo e non può fare a meno di immedesimarsi in lei in più di un’occasione. Soprattutto, la sensazione che se ne prova è di grande ottimismo: Terry ci fa capire che non bisogna mai gettare la spugna, bisogna sempre rialzarsi, sognare e lottare per migliorare la propria vita.

Belle Anime Porche è davvero un eccellente esordio letterario, ma non solo: è anche l’inizio di un progetto di più ampio respiro: PressUtòpia, la “piattaforma sperimentale di creazione e autoproduzione” con cui Francesca Ferrando si è prodotta il libro. Ne sentiremo sicuramente parlare.

Link: il sito di PressUtòpia – www.pressutopia.org