Di: Patrizia Andriola

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Decidere comporta anche compiere degli errori, ma imparare dai propri errori può esser molto costoso, quindi meglio imparare dagli errori degli altri, ovvero dagli errori di investimento altrui. Questo e tanti altri insegnamenti possono essere tratti dalla lettura del libro “I segreti di Warren Buffett” di Mary Buffett e David Clark che spiega i segreti, i trucchi e i principi di un businessman geniale e atipico, indicato nel 2007 come il secondo uomo più ricco del mondo dall’autorevole rivista “Forbes” e famoso anche per il fatto che, anche dopo aver guadagnato milioni, girava per Omaha su un vecchio maggiolino. Prova, questa, che egli da sempre conosce il valore futuro di una somma a interesse composto. Warren infatti comprò le sue prime azioni a 11 anni, ma egli stesso capì che il senso degli affari si acquisisce con l’età e l’esperienza gli ha insegnato che è più facile restare fuori dai guai che non tirarsene via. Investire per Warren non significa compiere speculazioni che puntano su facili guadagni, ma vuol dire innanzitutto andare sempre in direzione opposta al “gregge”.
Ma cosa ha permesso a quest’uomo di avere sempre successo in un mercato complesso e pieno di insidie come quello azionario? Warren ha imparato che di tanto in tanto le grandi compagnie compiono degli errori – correggibili – che però a breve termine abbattono il prezzo del titolo. Ciò provoca, da parte del mercato, una previsione erronea del valore dei bond sul lungo periodo, che vengono sottostimati. Il segreto sta dunque nell’investire su società con valori economici a loro favore nel lungo periodo, e di comprare le loro quote di partecipazione al capitale sociale quando tutti hanno paura e ne stanno lontano per cause contingenti e transitorie connesse ad errori nella strategia aziendale ritenuti correggibili. Per investire bene bisogna dunque capire quando è il momento buono per “colpire”, che coincide sempre con situazioni in cui la gente è spaventata e vende titoli sottoprezzo. Warren sostiene che per trovare queste rare galline dalle uova d’oro, è indispensabile osservare costantemente il mercato e cercare di individuare società con un vantaggio competitivo durevole. Ciò fatto non rimane altro che aspettare il momento propizio per acquistare i bond, che è quando tutti gli altri decidono di venderli e quindi di disinvestire a causa di una non corretta valutazione sul futuro della società, ovvero sul suo valore nel lungo termine. La strategia di Warren è dunque quella di capire se la società in questione è in grado di superare le avversità che l’hanno condotta sull’orlo del baratro, e di non interessarsi ad aziende con titoli “popolari” nella comunità degli investitori, perché l’euforia e l’isteria di massa che li circonda è spesso associata a prezzi eccessivi e quindi ad una sovrastima del valore intrinseco degli stessi. Warren infatti adora il mercato ribassista ma prima di acquistare si assicura dell’effettivo valore economico della società: se essa offre garanzie nel lungo periodo, lo stesso accadrà per il titolo.
Secondo Warren, dopo aver individuato buone opportunità d’investimento, che come già detto si presentano quando ottime compagnie si trovano in circostanze insolite a causa delle quali il titolo viene stimato in modo erroneo, bisogna afferrare l’opportunità e cercare il più possibile di rafforzare, nel tempo, le posizioni azionarie acquisite. E’ questa una strategia opposta alla diffusa strategia di rischio diversificato, molto criticata da Warren, che consiste nel “non deporre tutte le uova in un solo paniere”. Altro segreto è quello di acquistare azioni di aziende che non hanno bisogno di reinventare continuamente il loro business per stare al passo con il mercato o che necessitano di ingenti capitali per crescere.
L’insegnamento da trarre da questo geniale businessman è in sostanza quello di acquistare e mantenere titoli di aziende il cui valore deve essere valutato in una prospettiva di lungo termine, senza preoccuparsi della direzione che prenderà il mercato, ma anzi sfruttando a proprio vantaggio la vista corta delle numerose agenzie di intermediazione che, vivendo di commissioni che ricavano nella continua compravendita dei titoli, guardano al mercato solo in un’ottica speculativa di breve termine che niente ha a che vedere la filosofia degli investimenti di Warren, che si concentra su poche “uova d’oro” ben scelte per poi sorvegliarle come un falco senza mai dimenticare che anche nel mondo azionario l’esperienza è la migliore maestra.

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