Di: Redazione

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La Corte Ospitale – Compagnia del Teatro Popolare

in collaborazione con Fondazione Giorgio Gaber

 

presentano

Paolo Rossi

in

 

IL MISTERO BUFFO DI DARIO FO

(PS: nell’umile versione pop)

 

riduzione e adattamento di

Paolo Rossi e Carolina De La Calle Casanova

 

con la partecipazione straordinaria di

Lucia Vasini

 

regia

Carolina De La Calle Casanova

 

musiche composte ed eseguite dal vivo da

Emanuele Dell’Aquila

 

Questo Mistero Buffo, che non è mio, ma appartiene ormai a tutti,

vuole essere un omaggio al mio maestro Dario Fo nella nostra umile versione pop

 

Se Gesù Cristo tornasse oggi chi sarebbe? Cosa potrebbe fare? Saremmo in grado di riconoscerlo e seguire la sua rivoluzione, i suoi dogmi, i suoi miracoli?

Clandestino allora come tanti oggi nel nostro paese fu accolto, ammirato, perseguitato e poi giustiziato. Un Gesù raccontato da un giullare, da Giuda, da Maria e dal popolo. Oggi, per paradosso, ognuno di noi è un povero cristo, ognuno di noi è “in fila alla biglietteria del cinema Italia”.

Il Mistero Buffo di Dario Fo, nella nostra umile versione pop, è un omaggio al maestro Dario Fo (lui per primo ci ha insegnato che rubare in teatro è cosa buona, copiare è da coglioni), ed è anche un’avventura, uno spettacolo che si allontana il più possibile dalla versione originale diventando un contenitore unico, dove i misteri originali e quelli nuovi si uniscono e si miscelano, come accade nel teatro popolare. Ogni sera diverso – nonostante non ci sia niente di improvvisato – recitato con il pubblico e non per il pubblico, è uno spettacolo ricco di cambi di registro, è un’allegoria che confonde i generi, la finzione con la realtà, i sogni del popolo con la cronaca. Un viaggio corale dove la musica di Emanuele Dell’Aquila si fa personaggio e anche drammaturgia, in continua interazione con l’azione scenica.

 

I misteri non finiscono mai: il maestro Dario Fo non ha finito di raccoglierle e in ogni angolo della strada troviamo nuove storie che diventano parte del nostro mistero e si integrano con l’originale, lo arricchiscono, lo trasformano.

Come è successo nel 1969, anche il nostro Mistero Buffo è un’operazione politica: come 40 anni fa, la nostra è ancora un’epoca in cui difendere dei valori significa difendere la opravvivenza. Ma è anche un’operazione culturale perché vuole recuperare insieme al pubblico le radici profonde del teatro popolare. Abbiamo capito che il teatro, unico animale vivo, non cambierà il mondo ma può cambiare noi e aiutarci a resistere.

Paolo Rossi

Carolina De La Calle Casanova

 

Il Mistero Buffo di Dario Fo, nell’umile versione pop di Paolo Rossi, dopo il debutto nel marzo 2010 seguito da tre mesi di tournée (25 le repliche al Teatro Strehler di Milano tutte esaurite), è riproposto per la stagione 2010-2011, arricchito dalla presenza in scena di Lucia Vasini.

 

 

Dalla rassegna stampa

 

Certo il grande maestro Dario Fo sta sullo sfondo perché Paolo a lui deve moltissimo: una scuola diretta in palcoscenico. Ma non aspettatevi un remake. Dell’indimenticabile spettacolo del 1969 restano solo alcune situazioni, alcuni personaggi, presi contromano, riletti e riscritti secondo lo spiritaccio onnivoro e dilagante del Nostro e del suo grammelot franco-ferrarese-triestino. […] Su quella pedana, con le luci della ribalta che citano la commedia dell’arte, si rappresenta una storia di teatro, quel teatro fatto da persone vive per altre persone vive a cui Paolo scioglie un inno amoroso. […] Questo è il Mistero Buffo secondo Paolo Rossi oppure “pop” se preferite il teatro politico e il suo contrario, l’invettiva e lo sberleffo. Per irridere il presente: “la legge sul legittimo affaticamento”, l’ex ministro Scajola e la difficoltà di essere comici dove “il re è buffone”. Un mondo di nani, ma “non tutti i nani vengono per nuocere”: la satira è salva”.

Maria Grazia Gregori – L’Unità

 

Un percorso irriverente tra vangeli apocrifi e testi medievali in una contaminazione di lingue e dialetti, un affresco sulla vita, i miracoli e la morte di Cristo raccontati dalla parte degli umili: cosa resta di quel “Mistero Buffo” di Dario Fo nella rivisitazione di Paolo Rossi con l’eloquente sottotitolo “PS: nell’umile versione pop”? Rimane lo spirito satirico, beffardo e giullaresco di Rossi che non poteva non adattare a se stesso i testi di Fo e contaminarli con il nostro oggi. […] Con zampate impudenti, e in questo Rossi è bravissimo, pungente, ironico e autoironico, l’oggi si fa strada nelle giullarate quali “la nascita del giullare” o “la resurrezione di Lazzaro” che Rossi racconta in un veneto-ferrarese-lombardo un grammelot lontano dalle raffinatezze di Fo ma altrettanto vivace e buffo”.

Magda Poli – Corriere della Sera

 

Il Mistero Buffo che Paolo Rossi ripropone oggi, come una sorta di omaggio al suo maestro riconosciuto, non è ovviamente e non può più essere quell’emblematico spaccato di un momento storico comunque irripetibile: non può esserlo perché è del tutto mutato il clima. […] Ma l’idea di riportare in scena questa rivisitazione giullaresca di alcuni episodi dei vangeli apocrifi si rivela felicissima. […] Se Fo usava il grammelot come un’alta stilizzazione interpretativa, Rossi in fondo non insiste troppo su questa risorsa linguistica, ma sembra infondere alle figurette evocate un calore più affettuoso. […] Al di là dei dettagli, la differenza è nel fatto che Fo tendeva alla dilatazione, all’eccesso virtuosistico, mentre Rossi è un genio nel concentrare un’intera situazione in un’immagine, in una singola invenzione. […] Se Rossi è bravissimo, la vera sorpresa è Lucia Vasini, strepitosa nel monologo finale di una madonna quasi testoriana”.

Renato Palazzi – Il Sole 24 Ore

Link: www.teatrobellini.it