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Teatro Bellini di Napoli

presenta

I Virtuosi di San Martino

in

NEL NOME DI CICCIO

Omaggio a Nino Taranto

Roberto Del Gaudio – voce (tammorra, ghiaia)

Vittorio Ricciardi – flauto e ottavino (temple-blocks, voce)

Luca Bagagli violino (putipù, voce)

Maurizio Villa – chitarra (guiro, voce)

Federico Odling – violoncello (bongos, voce)

…Gigi Pisano, con la sua lingua decaduta, disvela come una crisi sociale possa tradursi in balbuzie…

Roberto Del Gaudio

Nel nome di Ciccio è una esilarante carrellata di canzoni, brandelli, situazioni, tratti dal vastissimo repertorio del teatro di avanspettacolo, della rivista, del teatro musicale. Un omaggio al grande Nino Taranto.

I Virtuosi di San Martino, alla loro maniera, rivisitano la “Macchietta”, forma prediletta dagli autori Pisano e Cioffi che hanno inventato decine e decine di personaggi: dal celeberrimo Ciccio Formaggio a Nicola Quagliarulo, da Carlo Mazza e Rosa Pezza a Cosima. Diciamo personaggi perché la Macchietta disegna piccole storie di piccoli uomini, buffi, strambi, sempre esilaranti, tutte riconducibili a sgambetti di linguaggio e di situazioni, all’interno delle quali queste figure rivelano la loro crisi e la loro drammatica comicità. Si tratta dunque di teatro musicale in senso stretto, e non un caso che questa forma di arte scenica fosse frequentata dai più grandi attori del Novecento: Nicola Maldacea, Ettore Petrolini, Raffaele Viviani, Totò, Aldo Fabrizi, lo stesso Taranto e perfino un giovane Eduardo.

Un teatro-musica ante litteram, che i Virtuosi provano a sospingere comicamente verso la sua evidenza di attualità convinti che questa sia ancora l’epoca dei Ciccio Formaggio, che “non tiene il coraggio nemmeno ‘e parlà”.

I Virtuosi costruiscono una spirale di ispirazione barocca nella quale annegano con il pretesto della citazione tutti gli stili musicali, imbellettati ormai nel luogo comune del concerto d’occasione. Un processo di liberazione che avendo il carattere funerario di una Morte che danza (e che ride) propone una Resurrezione del divertimento dionisiaco e rituale che sembra purtroppo non appartenere più né alla musica, né al teatro.

Da Rossini ai Beatles, dai Mariachi a Schonberg, da Sant’Agostino agli Squallor, una labirintite acuta a condurci nella possibilità estrema di cogliere l’essenza unica di un’arte che si avvia ad essere divisa per sempre da se stessa.

Un teatro musicale che fa morire dal ridere

Note Artistiche

I Virtuosi di San Martino si propongono di far sprofondare nella loro formula a cavallo tra teatro e musica, divisa tra avanspettacolo e opera, formula che occhieggia e talvolta sbeffeggia la musica “colta” nella sua riduzione a luogo comune, tutti i cliché del teatro per come si presenta oggi. Una bandiera verso la novità contro ogni forma di museificazione e di folklorismo.

Si propongono inoltre di introdurre nel teatro quanto manca ai concerti e nei concerti quanto manca della ritualità del teatro.

Alcune delle loro canzoni (‘O cineasta napulitano, So’ tribbale, Il calipso del vegetariano, Alzati e cammina, Auguri per la macchina nuova, ed altre) sono ormai dei veri e propri piccoli cult per il loro pubblico. Del resto proprio la forma canzone che i Virtuosi hanno prediletto per molti anni, e che ancora prediligono, essendo essa quella maggiormente legata alle modalità di fruizione del pubblico dei nostri tempi.

I Virtuosi hanno reintrodotto un uso “tragico” del coro, rifacendosi sia ai poeti del grande teatro greco, sia all’opera lirica, sia però anche ai Beatles, a Zappa e ad altri.

I Virtuosi hanno la pretesa di avere inaugurato un vero e proprio stile, fondato sullo sprofondamento dei “generi” ritenendo che il teatro sia uno e che soprattutto la musica sia una. Tuttavia al termine contaminazione, che pure tanti critici hanno associato alle loro performances, essi prediligono il concetto di Teatro-Musica Frankenstein, di un teatro musicale cioè che smembri corpi di cadaveri (musicali e teatrali, appunto) per ricomporre una macchina a tratti mostruosa, a tratti comica.

I Virtuosi di San Martino sono:

Roberto Del Gaudio, voce

Luca Bagagli, violino

Federico Odling, violoncello

Vittorio Ricciardi, flauto

Maurizio Villa, chitarra

Link: www.teatrobellini.it