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In questa fase di particolare crisi economica ed identitaria, si fa sempre più pressante la necessità di mettere in campo nel settore dello spettacolo ed in particolare del teatro, strategie che sappiano, da un lato, rispondere alla crisi con meccanismi di agevolazione atte alla preservazione e all’incremento delle presenze a teatro, attraverso il miglioramento dei servizi offerti allo spettatore e, dall’altro, configurare scenari più complessi e di maggiore articolazione tra le componenti del settore.

Una delle regole che la Rete intende far propria è quella della centralità dello spettatore. Siamo sempre più convinti che porre al centro delle nostre scelte, siano esse di natura artistica che economica, lo spettatore, in quanto soggetto attivo, risulti oggi un forte elemento di identità e di innovazione. I nostri teatri sono nati sulla scorta di alcune valutazioni, che hanno il bisogno di essere ribadite e che nascevano non certo dal carattere commerciale dell’impresa, ma si configuravano sia come servizio al territorio, sia come confronto sull’arte e sulla sua funzione sociale.

Queste caratteristiche impongono oggi riflessioni su varie componenti del nostro lavoro, la Rete vuole, fermo restando l’autonomia artistica e gestionale dei singoli aderenti, essere il luogo per innovare il sistema delle relazioni e della comunicazione, vuole porre interrogativi sull’arte del prossimo futuro, vuole caratterizzarsi come raggruppamento di imprese con forti radici territoriali, vuole porre alle Istituzioni una modalità nuova di interrelazione, vuole proporre strategie comuni per il fund-raising e tutte le altre iniziative necessarie al buon funzionamento e all’accoglienza.

Le Regole:

1) Teatri di piccola capienza metropolitani (max 200 posti);

2) Stagione teatrale consolidata (minimo 3 anni di attività pregressa);

3) Relazioni con Istituzioni cittadine e regionali;

4) Cartelloni con grande prevalenza di repertorio contemporaneo;

5) Stagioni con presenza di giovani compagnie;

Le iniziative:

1) Sviluppare una modello di comunicazione sia su carta che in rete;

2) Proporre al Comune di Napoli un progetto che riguardi i trasporti e gli impianti di comunicazione;

3) Creare agevolazioni per i giovani e le fasce più deboli;

4) Abbonamenti integrati;