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FONDAZIONE DEL TEATRO STABILE DI TORINO

EDUCAZIONE SIBERIANA

di Nicolai Lilin e Giuseppe Miale di Mauro

da un’idea di Francesco Di Leva e Adriano Pantaleo

con Luigi Diberti

e con

Elsa Bossi, Ivan Castiglione, Francesco Di Leva, Giuseppe Gaudino,

Stefano Meglio, Adriano Pantaleo, Andrea Vellotti

regia Giuseppe Miale di Mauro

scene Carmine Guarino

luci Luigi Biondi

musiche Francesco Forni

costumi Giovanna Napolitano

cura del movimento Roberto Aldorasi

Fondazione del Teatro Stabile di Torino/Teatro Metastasio Stabile della Toscana/Emilia Romagna Teatro Fondazione in collaborazione con NestT (Napoli est Teatro)

Lo spettacolo è tratto da Educazione siberiana di Nicolai Lilin

(Giulio Einaudi Editore, prima edizione Supercoralli 2009)

Personaggi e Interpreti

Luigi Diberti – Nonno Kuzja

e in ordine alfabetico

Elsa Bossi – la madre

Ivan Castiglione – lo sbirro

Francesco Di Leva – Yuri

Giuseppe Gaudino – Mel

Stefano Meglio – Nixon, Kesja

Adriano Pantaleo – Boris

Andrea Vellotti – Igor, sbirro

L’esordio letterario di Nicolai Lilin, Educazione siberiana, è stato travolgente: venduto in 24 paesi stranieri e tradotto in 19 lingue, è diventato un film diretto da Gabriele Salvatores e interpretato da John Malkovich. Primo di una trilogia, il libro è il crudo resoconto di ciò che significa per l’autore far parte degli Urka siberiani, ultimi discendenti di una stirpe guerriera: uomini che si definiscono “criminali onesti”, gente animata da un’etica forte e antica, capace di brutalità ma anche di esprimere un codice etico che paradossalmente si dichiara incorrotto nonostante sia l’espressione di una comunità criminale.

Quando Lilin nasce in Transnistria, regione dell’ex Unione Sovietica oggi Moldova, la criminalità dilagante è l’unica certezza per un bambino come lui, cresciuto nel culto delle armi, che vengono esposte in ogni casa ai piedi delle icone religiose, come fossero anch’esse ammantate di sacralità. Nel suo quartiere, Fiume Basso, si concentrano i criminali espulsi dalla Siberia e la scuola della strada è l’unica che vale per Nicolai, un’educazione che passa attraverso i “vecchi”, i criminali anziani ai quali la comunità riconosce lo specialissimo ruolo di «nonni» adottivi. Sono loro, giorno dopo giorno, a trasmettere valori che paiono in conflitto con quelli criminali: l’amicizia, la lealtà, la condivisione dei beni. Ma anche la cultura dei tatuaggi che dicono il destino di ognuno, e che ricoprono la pelle di Nicolai adulto. E quando la cultura dei nuovi delinquenti, giostrata dalle autorità russe, fa breccia a Fiume Basso, nulla sarà più come prima.

In uno stile spiazzante, con una dimensione etica tangibile ma incredibilmente distorta, Educazione siberiana è un moderno romanzo di formazione.

«L’adattamento teatrale di Educazione siberiana si muove intorno alla storia di due fratelli molto diversi tra loro: il primo è Boris, il giusto. Legato agli insegnamenti della tradizione siberiana, rispetta gli anziani e cerca di somigliare in tutto a loro. Il secondo è Yuri, il ribelle. Ha lo sguardo proiettato nel futuro, pronto ad infrangere ogni regola e a tradire la sua stessa famiglia per amore del Dio denaro, così rapito nel suo sogno americano. In mezzo il vecchio Nonno Kuzja, che cerca di far resistere la tradizione dei criminali onesti, nonostante il devastante impatto della società con il moderno delirio del consumismo occidentale. La storia di Boris e Yuri rappresenta metaforicamente il modello del tipico conflitto che si sviluppa nel periodo post sovietico sia dentro una singola persona che nella società intera. All’epoca della fine dell’URSS gli effetti collaterali di quell’evento, i fattori politico-sociali, hanno generato il caos nel popolo stremato dalla dittatura e affamato di libertà. Ed è proprio la percezione distorta della libertà che ha spinto le persone verso atti estremi, fino ad arrivare al drammatico degrado delle anime». Nicolai Lilin e Giuseppe Miale di Mauro

Tournée dello spettacolo

28 gennaio – 16 febbraio 2014 | Roma, Piccolo Eliseo

18 – 23 febbraio 2014 | Modena, Teatro delle Passioni

25 febbraio – 2 marzo 2014 | Milano, Elfo Puccini (Sala Shakespeare)

4 – 9 marzo 2014 | Napoli, Teatro Bellini

11 – 12 marzo 2014 | Casalecchio di Reno, Teatro Testoni

14 marzo 2014 | Venaria, Teatro Concordia

15 marzo 2014 | Cirié, Teatro Magnetti

17 – 18 marzo 2014 | Casale Monferrato, Teatro Municipale

Lo spettacolo aveva debuttato in prima assoluta alla Cavallerizza Reale/Maneggio di Torino il 26 febbraio 2013, per la Stagione in Abbonamento del Teatro Stabile di Torino

Spettacoli: feriali ore 21:00, mercoledì e domenica ore 17:30 – sabato ore 17:30 e 21:00.
Info Biglietti: da euro 12,00 a euro 30,00.

Note di Regia

Nella città di Bender in Transnistria, sulle rive del fiume Dnestr, vivono i “criminali onesti”. La loro comunità segue le antiche regole dei fuorilegge siberiani che hanno ispirato molte generazioni con la loro visione anarchica della gestione della vita. Il rapporto dei giovani con il mondo si costruisce rispecchiando l’ideologia degli anziani, da sempre abituati ad opporsi allo Stato e a lottare per la propria libertà. La mentalità dei criminali siberiani approva l’assassinio come mezzo estremo per la sopravvivenza, interpretando in modo controverso la sacralità delle leggi della religione Cristiana. Ma allo stesso tempo gli anziani hanno grande cura dei più deboli, rifiutano la droga e gli affari che comprendono speculazioni e traffici illeciti. La vita delle persone è umile e difficile. Il destino di un criminale onesto si tempra tra carcere e oppressione dello Stato.

Ma con la fine dell’impero sovietico la società sta per cambiare in modo irreversibile. L’adattamento teatrale di Educazione Siberiana si muove intorno alla storia di due fratelli molto diversi tra loro: il primo è Boris, il giusto. Legato agli insegnamenti della tradizione siberiana, rispetta gli anziani e cerca di somigliare in tutto a loro. Il secondo è Yuri, il ribelle. Ha lo sguardo proiettato nel futuro, pronto ad infrangere ogni regola e a tradire la sua stessa famiglia per amore del Dio denaro, così rapito nel suo sogno americano. In mezzo il vecchio Nonno Kuzja, che cerca di far resistere la tradizione dei criminali onesti, nonostante il devastante impatto della società con il moderno delirio del consumismo occidentale.

La storia di Boris e Yuri, rappresenta metaforicamente il modello del tipico conflitto che si sviluppa nel periodo post sovietico sia dentro una singola persona che nella società intera. All’epoca della fine dell’URSS gli effetti collaterali di quell’evento, i fattori politico-sociali, hanno generato il caos nel popolo stremato dalla dittatura e affamato di libertà. Ed è proprio la percezione distorta della libertà che ha spinto le persone verso atti estremi, fino ad arrivare al drammatico degrado delle anime.

Educazione Siberiana è una grande tragedia moderna. Una storia di sentimenti forti: l’amore, l’amicizia, l’odio, il tradimento, i sogni.

È la caduta degli ultimi testimoni di una cultura che sta scomparendo e l’ascesa dei nuovi padroni di una società alla deriva.

E nel mezzo c’è la guerra.

Una comunità, quella degli Urka Siberiani, criminali che si definiscono onesti e combattono il potere comunista. Simbolicamente ho stretto la comunità intorno ad un semplice ambiente familiare, costringendola a convivere con l’invadente presenza di un muro che ricorda quello di Berlino, e che proprio come quello, delimita una linea di confine. Oltre quel muro c’è la vita che i vecchi criminali detestano e alcuni giovani ambiscono.

Quello che colpisce di questi criminali onesti è il loro sentimento anarchico, la loro voglia di libertà, il loro legame con la vita e la morte, che a prescindere dal giudizio personale, non si può non sentire vicino. Ecco, è da qui che sono partito per raccontare una storia apparentemente lontana da noi, ma così vicina nei sentimenti primordiali dell’essenza umana.

E poi ci sono le regole dell’Educazione Siberiana, quelle che fanno credere in un mondo fatto di giusti, quelle che fanno chiedere chissà cosa sarebbe questo mondo se alcune di queste regole venissero applicate e rispettate nella società moderna.

Questa ad esempio: “Un uomo non può possedere più di quanto il suo cuore possa amare.”