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Quella strana cosa che chiamiamo ‘A sciorta

Al Nouveau Théâtre de Poche di Napoli
dal 6 al 9 marzo 2014 debutta lo spettacolo
Sporte ‘e nummere e caurare ‘e stelle
primo testo teatrale di Roberta Frascati
con la regia di Angelo Serio
interpretato da Roberta Frascati e Eliana Manvati

E’ diretto da Angelo Serio – il regista di teatro e di cinema autore di film e documentari come Annibale Ruccello cut-up del 1997, l’acclamato ISA 9000 dedicato all’attrice Isa Danieli, del 2001, Co’stell’azioni: nel teatro di Enzo Moscato del 2005 – lo spettacolo Sporte ‘e nummere e caurare ‘e stelle in prima nazionale al Nouveau Théâtre de Poche di via Salvatore Tommasi 15, da giovedì 6 a domenica 9 marzo 2014.
Scritto da Roberta Frascati, qui al suo debutto di autrice teatrale, che ne è anche interprete nel ruolo di Pupetta insieme a Eliana Manvati in quello di Titina, lo spettacolo è prodotto da Elios Registrazioni Audiovisive, Roberta Frascati e Manisha Arya. Le scene e i costumi sono di Tiziana Cannavacciuolo; le musiche originali di Federico Luongo; il disegno luci di Nino Perrella; aiuto regia Angelo Sorrentino.

Sporte ‘e nummere e caurare ‘e stelle affronta il tema del destino: c’è davvero un disegno dietro la nostra esistenza? Un filo invisibile che ci muove come marionette? O siamo noi a decidere dove andare e quale strada percorrere? Ad interrogarsi al riguardo due donne: Pupetta e Titina.
«La pièce – dichiara Roberta Frascati – è una sorta di esercizio dell’immaginazione volto a fermare sulla carta riflessioni su un qualcosa di molto comune, ovvero quella che nel testo definisco ‘a sciorta, e che per tutti sono il fato e il destino. E’ partendo da questo, dal divertimento che mi procurava il ragionare intorno a questo concetto che nasce il testo vero e proprio. La scelta della lingua napoletana non è casuale: la sua capacità evocativa, la potenza con la quale è in grado di rimandare allo spettatore/lettore immagini assolutamente chiare e inequivocabili, sono le motivazioni che mi hanno spinta al suo utilizzo. Non secondaria la necessità di raccontare temi non comuni, seppure legati all’uomo da sempre, in maniera leggera, semplice, accessibile a tutti, ma non per questo privati del loro spessore».

Nelle note il regista Angelo Serio scrive: «Alla base di tutta la vita c’è il ritmo…Esso consiste di due poli, positivo e negativo, necessari l’uno all’esistenza dell’altro; come nella respirazione, dove le due fasi dell’inspirazione e dell’espirazione coesistono necessariamente, seppure in alternanza, dando luogo quindi non ad un “o-o” ma ad un “e-e”; chi non inspira non può poi non espirare e viceversa. Non è “essere o non essere” ma “essere e non essere”. E di conseguenza non è “destino o libero arbitrio” ma “destino e libero arbitrio”. Nella messa in scena – prosegue ancora il regista – ho cercato di seguire questa duplice natura delle cose, sia per ciò che concerne le scene e i costumi, sia per quanto riguarda la musica e le luci. La necessità dell’alternanza continua delle forme, in un continuo pieno e vuoto, fisico e mentale è dettato dall’esigenza di tenere sempre presenti le basi dell’esistenza stessa, in quella fondamentale presenza ritmica che consente l’Essere e il non Essere». La durata dello spettacolo è di 1 ora circa.