Di: Sergio Palumbo

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“Si può davvero amare qualcuno a Capodichino?” E’ quel che si domanda Michele osservando l’alba napoletana dalla finestra del suo antro, per comprare il quale ha “contratto un mutuo” ventennale, come si usa dire per i mutui e per le malattie. La scelta di mettere, a trent’anni, radici a Napoli, di comprare casa, proprio nel bel mezzo di una crisi economica che investe il Paese e che fa chiedere “lacrime e sangue” ai cittadini italiani per uscirne, sarà l’innesco di eventi che cambieranno radicalmente la vita di Michele. Mentre macchie di muffa iniziano a dominare minacciose ed incontrastate una delle pareti del suo antro, Michele, dopo aver rotto con la precedente fidanzata proprio a causa della sua scelta, incontrerà un nuovo amore e gli capiterà un’improbabile quanto ghiotta occasione lavorativa: scrivere la sceneggiatura di un film su Padre Pio per un ricco produttore italoamericano, redento ex produttore di film porno. Per Michele, scrittore precario con un mutuo ventennale sulle spalle, è finalmente una boccata d’ossigeno. Ma mentre le cose sembrano girare finalmente per il verso giusto, il destino ha in serbo un colpo di scena del tutto inaspettato per Michele, che spariglierà le carte in tavola e tutto gli apparirà sotto una diversa prospettiva.

Con dialoghi frizzanti, personaggi ben caratterizzati ed una massiccia dose di ironia, talvolta amara, il romanzo di Massimiliano Virgilio è molto più profondo di quanto titolo e copertina possano far presupporre e, pur toccando temi di scottante attualità, non senza riflessioni acute e mai banali, riesce a risultare, grazie ad uno stile leggero e ad una sapiente struttura narrativa, un libro gradevole, gustoso ed appassionante e che, seppur in forma romanzata, offre uno spaccato particolarmente interessante di una realtà forse non abbastanza esplorata, probabilmente a causa della potenza schiacciante del luogo comune. Massimiliano Virgilio, infatti, delinea brillantemente il ritratto di un giovane napoletano ben lontano dai consueti stereotipi. Michele è un intellettuale precario che vuole affermare con tutte le sue forze che si può costruire qualcosa di buono nella propria città, dalla quale tutti vanno via: “Se ne sono andati tutti: i più intelligenti, i migliori, i più furbi, quelli che quando tornano a casa per Natale si commuovono guardando il Vesuvio imbiancato, ma una volta scesi alla stazione vorrebbero già scappare via. Ma io ho scelto di viverci, in questa città, non di morirci”.

Link: il sito della casa editrice Rizzoli – http://rizzoli.rcslibri.corriere.it/