Di: Sergio Palumbo

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Anticipato da un simpatico flash mob sulle note de “La donna è mobile”, con il foyer del San Carlo trasformato in un palcoscenico aperto ad aspiranti cantanti più o meno improvvisati, Rigoletto torna al Massimo napoletano dopo quattro anni, in un allestimento del Teatro Comunale di Bologna, nel quinto anniversario della morte di Giancarlo Cobelli, la cui regia è ripresa da Ivo Guerra. Con l’apertura al pubblico della prova generale, il Teatro San Carlo ha rinnovato il consueto impegno per il sociale, devolvendo parte dell’incasso a sostegno delle attività delle Ancelle di Cristo Re e dell’Associazione Miradois Onlus.

Sul podio, dove si alternerà alla direzione dell’Orchestra del San Carlo con Jordi Bernàcer, uno dei direttori più amati dal pubblico napoletano: Nello Santi, al quale, al termine della rappresentazione viene tributata un’autentica ovazione. Santi stacca i tempi con la chiara intenzione di esaltare i momenti di maggiore tensione drammatica della vicenda ed è attentissimo ai volumi, conseguendo il perfetto equilibrio tra palco e buca.

L’allestimento firmato da Giancarlo Cobelli, con scene e costumi curati da Paolo Tommasi, si concentra principalmente sugli aspetti oscuri della vicenda, con scene dove predominano i colori cupi, puntando molto sulle luci, con uso sapiente del chiaroscuro. Pur non particolarmente accattivanti (salvo il bel quadro iniziale), le scene sono funzionali, con ampi pannelli scorrevoli trasparenti che si aprono e si chiudono (talvolta un po’ a fatica) lasciando intravedere gli interni del palazzo ducale, con immensi corridoi che offrono una grande sensazione di profondità o scene orgiastiche con belle donne dal seno scoperto. Il proscenio, invece, è lasciato piuttosto libero, per focalizzare l’attenzione sui personaggi. La casa di Rigoletto e la locanda di Sparafucile sono disposti su efficaci supporti mobili ed escono ed entrano dalla scena occupandone il lato destro o il lato sinistro.

Tanti gli applausi del pubblico, sia al termine della rappresentazione che a scena aperta, per un cast vocale di ottimo livello. Stefan Pop, già apprezzato al San Carlo nella Traviata del 2015 e nella Norma del 2016, si conferma, nel ruolo del Duca di Mantova (in cui si alternerà con Piero Pretti), un tenore dal timbro limpido e dall’ottimo squillo, perfetto sugli acuti. Non si può poi non apprezzare come, nel corso degli anni, Pop abbia notevolmente affinato anche le proprie doti attoriali. Se è più che meritata l’acclamazione del pubblico dopo la celebre aria “La donna è mobile”, eseguita con maestria dal tenore rumeno, la bravura di Pop emerge chiaramente nel duetto con Gilda e nel quartetto “Bella figlia dell’amore”. Gran sicurezza nel ruolo del titolo, in cui si alternerà con George Petean, per Enkhbat Amartuvshin, che sorprende per la grande espressività e l’ottima pertinenza scenica, oltre ad una voce intensa dal timbro scuro che ben si presta al personaggio. Di grande impatto le sue esecuzioni dell’aria “Cortigiani, vil razza dannata” e della cabaletta “Sì, vendetta, tremenda, vendetta”. Jessica Nuccio, che si alternerà con Rosa Feola, è una Gilda dal pregevole colore vocale ed agile negli acuti e gli entusiastici applausi per la sua “Caro nome” sono più che meritati. Molto buona, soprattutto nel quartetto, la prova vocale di Annunziata Vestri, che si alternerà con Anna Malavasi e Rossana Rinaldi nel ruolo di Maddalena. Notevole il cavernoso Sparafucile di Antonio Di Matteo (che si alternerà con Giorgio Giuseppini), sia per l’appropriata presenza scenica che per la voce profonda e potente. Molto bene sia l’Orchestra che il Coro del Teatro San Carlo di Napoli.

Rigoletto sarà in scena al Teatro San Carlo di Napoli fino al 1° febbraio 2017.

Link: il sito del Teatro San Carlo di Napoli – www.teatrosancarlo.it