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Teatro Bellini, dal 12 al 17 febbraio

Macbettu

tratto dal Macbeth di William Shakespeare
traduzione in sardo Giovanni Carroni

con Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Andrea Carroni, Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu, Felice Montervino

musiche pietre sonore Pinuccio Sciola
composizioni pietre sonore Marcellino Garau

regia, scene, luci, costumi Alessandro Serra

coproduzione Sardegna Teatro, Compagnia TeatropersonaFinalmente il Macbettu di Alessandro Serra – vincitore nel 2017 dell’UBU come miglior spettacolo e del premio ANCT – arriva al Teatro Bellini. Lo spettacolo traduce – e volontariamente tradisce – il suo riferimento testuale, il Macbeth di Shakespeare, valicando i confini della Scozia medievale per riprodurre un orizzonte ancestrale: la Sardegna, terreno di archetipi, orizzonte di pulsioni dionisiache. La riscrittura del testo operata dal regista, trasferita poi in limba sarda da Giovanni Carroni, guarda a una interpretazione sonora per cui gli attori si allontanano dal giogo dei significati per magnificare il senso e dare vita sul palco all’universalità della vicenda di Macbeth. Gli interpreti- solo uomini, come da tradizione elisabettiana – con maschere, sonagli e abiti scuri, si donano corpo e voce ad una regia tutta sonorità e ritmo. «Quell’incedere di ritmo antico, un’incombente forza della natura che sta per abbattersi inesorabile, placida e al contempo inarrestabile: la foresta che avanza», con queste parole Serra descrive la suggestione da cui ha preso forma il suo lavoro. Il risultato è uno spettacolo ricco di meraviglia tragica e affascinante, in grado di utilizzare elementi della tradizione in modo contemporaneo. In uno spazio evocativo, gli attori si muovono seguendo precise traiettorie coreografiche e Macbettu inquieta con atroce bellezza.

Teatro Bellini, dal 12 al 17 febbraio

Orari: feriali ore 21:00, domenica ore 18:00

Prezzi: da 14€ a 32€ – 15€ Under 29 tutti i giorni della settimana

M A C B E T T U

di Alessandro Serra

tratto dal Macbeth di William Shakespeare

con Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Andrea Carroni, Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu, Felice Montervino

traduzione in sardo e consulenza linguistica Giovanni Carroni
collaborazione ai movimenti di scena Chiara Michelini

musiche: pietre sonore Pinuccio Sciola
composizioni pietre sonore: Marcellino Garau

regia, scene, luci, costumi Alessandro Serra

produzione Sardegna Teatro e compagnia Teatropersona
con il sostegno di Fondazione Pinuccio Sciola | Cedac Circuito Regionale Sardegna

lingua: sardo con sovratitoli in italiano

Premi: Miglior Spettacolo UBU 2017 – Premio ANCT 2017 (Associazione Nazionale dei Critici di Teatro)

Festival MESS Awards (Sarajevo):
– Best Director – Alessandro Serra
– The Golden Mask Award by Oslobodenje – Macbettu
– The Luka Pavlovic Award by theatre critics – Macbettu

Macbettu di Alessandro Serra s’incunea in un crocevia: da un lato le intuizioni geniali del Macbeth di Shakespeare, dall’altra l’ispirazione del regista di fronte al Carnevale barbaricino. Della vicenda scespiriana si recupera l’universalità e la pienezza di sentimenti, millimetricamente in bilico sul punto di deflagrare. Di fronte ai carnevali sardi una visione: uomini a viso aperto si radunano con uomini in maschere tetre e i loro passi cadenzano all’unisono il suono dei sonagli che portano addosso. «Quell’incedere di ritmo antico, un’incombente forza della natura che sta per abbattersi inesorabile, placida e al contempo inarrestabile: la foresta che avanza» – così Serra descrive la suggestiva ascendenza da cui è scaturito il suo lavoro di contaminazione.

Macbettu traduce – e volontariamente tradisce – il suo riferimento testuale, valica i confini della Scozia medievale per riprodurre un orizzonte ancestrale: la Sardegna come terreno di archetipi, orizzonte di pulsioni dionisiache. La riscrittura del testo operata dal regista, trasferita poi in limba sarda da Giovanni Carroni, guarda a una interpretazione sonora: gli attori sulla scena – uomini, come da tradizione elisabettiana – decantano una lingua che è pura sonorità, si allontanano dal giogo dei significati per magnificare il senso.

Il Macbeth di Shakespeare recitato in sardo e, come nella più pura tradizione elisabettiana, interpretato da soli uomini. L’idea nasce nel corso di un reportage fotografico tra i carnevali della Barbagia. I suoni cupi prodotti da campanacci e antichi strumenti, le pelli di animali, le corna, il sughero. La potenza dei gesti e della voce, la confidenza con Dioniso e al contempo l’incredibile precisione formale nelle danze e nei canti. Le fosche maschere e poi il sangue, il vino rosso, le forze della natura domate dall’uomo. Ma soprattutto il buio inverno. Sorprendenti le analogie tra il capolavoro shakespeariano e i tipi e le maschere della Sardegna. La lingua sarda non limita la fruizione ma trasforma in canto ciò che in italiano rischierebbe di scadere in letteratura. Uno spazio scenico vuoto, attraversato dai corpi degli attori che disegnano luoghi e evocano presenze. Pietre, terra, ferro, sangue, positure di guerriero, residui di antiche civiltà nuragiche. Materia che non veicola significati, ma forze primordiali che agiscono su chi le riceve.

Alessandro Serra