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Seppure a porte chiuse:

Sabato 27 febbraio dalle 20.30 in streaming

su facebook, youtube e sul sito del Teatro di Napoli

la visione in prima assoluta dello spettacolo

Spacciatore, una sceneggiata

drammaturgia di Andrej Longo e regia di Pierpaolo Sepe

Una produzione del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale

Durata 120 minuti

Sarebbe dovuto andare in scena in prima nazionale lo scorso 22 dicembre al Teatro San Ferdinando, nell’ambito della Stagione 2020/2021 del Teatro Nazionale di Napoli, ma poi annullato a causa delle restrizioni governative anti-covid. Si tratta dello spettacolo Spacciatore, una sceneggiata, testo di Andrej Longo e Pierpaolo Sepe su drammaturgia dello stesso Longo e la regia di Pierpaolo Sepe, che il pubblico del teatro potrà finalmente vedere in prima assoluta sabato 27 febbraio dalle 20.30 in streaming su facebook, youtubeesul sito del teatro www. teatrodinapoli.it, disponibile on line fino a domenica 28. La durata è di 120 minuti.

Un altro appuntamento, seppure ancora a distanza, del Teatro con il suo pubblico in attesa che le porte dei teatri Mercadante e San Ferdinando (come quelli di tutti i teatri della città e italiani) riaprano di nuovo e stabilmente.

In scena, interpreti dello spettacolo, gli attori Mariachiara Basso, Ivan Castiglione, Riccardo Ciccarelli, Roberto Del Gaudio, Daniela Ioia, Stefano Miglio, Daniele Vicorito. Le musiche e le canzoni sono di Francesco Forni; le scene di Francesco Ghisu; le luci di Luigi Biondi; i costumi di Gianluca Falaschi; la regia video e il montaggio sono di Lucio Fiorentino; le foto di scena sono di Guido Mencari; aiuto regia Valia La Rocca; la produzione è del Teatro di Napoli–Teatro Nazionale.

È la storia di uno spacciatore dei nostri giorni, un personaggio reale che nasconde le ambiguità e le problematiche dell’oggi. Un giovane uomo che non è né stucchevolmente buono, né antropologicamente cattivo. Lo spacciatore dovrà confrontarsi con una famiglia onesta, in cui lui è il primo a delinquere. Ci sarà una fidanzata non indifferente ai facili guadagni. E un poliziotto apparentemente senza scrupoli, ma a sua volta padre di famiglia.

«Questo progetto – spiega il regista Pierpaolo Sepe – nasce dall’urgenza di riavvicinarci al pubblico, di sollecitare interesse e curiosità anche in chi è lontano dalle poltrone di un teatro da tempo. La sceneggiata vive di una dimensione popolare e di un linguaggio tale da poter coinvolgere anche angoli di una comunità distanti dalle colpevoli traiettorie artistiche, non sempre accorte al dialogo diretto con il mondo cui appartengono. È indispensabile, oggi più che mai, riempire i teatri di tutti i tessuti sociali e ricostruire tutti insieme il senso, da tempo smarrito, della funzione degli artisti e del pubblico. La sceneggiata come punto di incontro, come possibilità reale di raccontare il nostro tempo con la lingua di chi lo abita e lo determina».

tutto su: www. teatrodinapoli.it