Di: Maresa Galli

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Da giovedì 4 novembre, al Teatro Elicantropo di Napoli, con repliche fino a domenica 7, sarà in scena Adolf prima di Hitler di Antonio Mocciola, con Gabriella Cerino, Vincenzo Coppola e Francesco Barra, per la regia di Diego Sommaripa, presentato da Gabbianella Club & Resistenza Teatro. L’autore immagina cosa sarebbe accaduto se Hitler in gioventù avesse ricambiato l’amore che nutriva per lui il giovane Kubizek, se non avesse represso frustrazione, rifiuto, passione inconfessabile, lutto, tragedia e quant’altro sia sfociato poi in crudeltà assoluta, nel male che tutti conosciamo.

Antonio Mocciola racconta ai lettori di CulturaSpettacolo il suo nuovo spettacolo.

Come sempre i suoi lavori teatrali, i suoi scritti nascono dopo accurati studi di testi poco conosciuti aprendo nuovi mondi…

È vero, anche in questo caso ho scelto la ormai introvabile biografia Il giovane Hitler che conobbi, scritta da Gustav Kubizek proprio perché nessuno ne aveva mai parlato. Il libro racconta i quattro intensissimi anni che Kubizek trascorsi accanto al dittatore austriaco. È una storia molto succosa perché ci descrive un Hitler diciottenne che inizia già a manifestare forte frustrazione: alla visita di leva non fu ritenuto idoneo, troppo gracile; all’Accademia di Belle Arti fu bocciato; la cara madre morì di tumore. Hitler fu invitato da Kubizek a dividere un monolocale invaso dal fumo tossico di una piccola stufa e si innamorano, come confesserà lo stesso Kubizek nel suo libro pubblicato nel ’53. Gustav, figlio di un tappezziere, diventerà un apprezzato direttore d’orchestra, e rimpiangerà di non essere riuscito a staccare di dosso ad Adolf la sua crosta di rabbia, a fargli esprimere l’omosessualità repressa. Ho ambientato la piéce nella stanza di Vienna d’inizio ‘900, con una scenografia minima per dare risalto alle parole dei tre personaggi: Adolf, interpretato da Vincenzo Coppola, Gustav da Francesco Barra e l’ambigua, rigorosa padrona di casa, la signora polacca Maria Zakreys, Gabriella Cerino. Ho seguito il romanzo pedissequamente, chiedendomi dove nasce la fine del mondo, in una piccola stanza al piano terra: se Adolf avesse accettato l’amore che provava per Gustav, se la madre non fosse morta, se fosse stato accettato all’Accademia, se… Hitler si scagliò contro gli omosessuali avendo uno staff di omosessuali! All’epoca Berlino era piena di locali gay e sono noti i festini dei nazisti, omofobi dichiarati e gay repressi. Il mio lavoro ambisce a gettare una luce sinistra su un fenomeno disumano, realizzato da un uomo che era stato uno studente senza arte né parte. In pochi lo sapevano. Nel mese di marzo 2022 porteremo lo spettacolo al teatro Lo Spazio di Roma.

Dopo il libro fotografico “Addosso” ha presentato la mostra “Le vittime di Dio” al PAN di Napoli, nell’ambito del progetto “Ceci n’est pas un blasphème”: prosegue il suo impegno sociale e civile con la sua arte…

Con questa mostra, realizzata con Carlo Porrini, si sono scatenati tutti i “bizzochi”!… Ho omaggiato gli eretici che la chiesa ha messo al rogo, da quelli famosi, Giovanna D’Arco, Giordano Bruno, a quelli meno conosciuti che vanno fino al 2021: i valdesi, gli anabattisti, i marrani, gli atei, gli agnostici, le streghe (le donne erano ritenute senza cervello). Gli scatti per raccontare su corpi nudi la loro persecuzione sono di Carlo Porrini, Federico Pone, Giovanni Allocca, Giampaolo Bocchetti e miei.

Sempre per il teatro, sta completando una trilogia sugli anarchici dopo “Santostefano”…

Si, dopo quella di Gaetano Bresci, racconto la storia di Pietro Umberto Acciarito e di Giovanni Passannante, attentatori alla vita di re Umberto I. Nel nuovo spettacolo Acciarito è interpretato da Giuseppe Brandi, Passannante da Francesco Petrillo e il carceriere da Vincenzo Merolla.

Lei alterna la passione del teatro a quella della musica: ha scritto spettacoli dedicati a Giuni Russo, Umberto Bindi, Edith Piaf, Aznavour, Mercadante, Donizetti: di sicuro sta lavorando a nuovi progetti…

Si: il 28 dicembre presenterò il mio nuovo spettacolo, “Voce dal sen fuggita” (citazione da Metastasio), alla Domus Ars di Napoli. Ho tratto lo spettacolo, incentrato sui cantanti castrati, dalle memorie di Giambattista Velluti (1780 – 1861). Il lavoro, che si avvale della regia di Diego Sommaripa, ha splendidi interpreti: Antonio D’Avino, il mezzosoprano Gabriella Colecchia, Gianni Gambardella al pianoforte.

Molti suoi lavori sono incentrati su tematiche legate all’omofobia, all’emarginazione…

Ho vinto recentemente il Premio miglior sceneggiatura al Festival del cinema di Castel Volturno per il mio video “Papà uccidi il mostro”, con e per la regia di Fabio Vasco. È stato anche candidato al David di Donatello, un’emozione. All’edizione 2020 del Campania Teatro Festival ho presentato “L’isola degli invertiti”, il mio testo per la regia di Marco Prato, sul confino degli “invertiti” sulle isole Tremiti, su questo olocausto silenzioso. Avverto l’esigenza di continuare a parlarne per tenere alta la guardia.