Di: Maresa Galli

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In prima nazionale, il Campania Teatro Festival presenta, al Teatro Mercadante, lo spettacolo “Shakespeare/Bach”. In scena la violoncellista e regista franco-americana, Sonia Wieder-Atherton che intreccia il suo magico mondo di partiture bachiane con gli emozionanti, immensi Sonetti del Bardo letti dall’attrice britannica Charlotte Rampling. Con la musicista la famosa attrice ha già condiviso lo spettacolo “Danses Nocturnes”, un intreccio di suite per violoncello di Benjamin Britten e testi di Sylvia Plath. Le due artiste pongono in dialogo i magnifici, struggenti versi del poeta di Starford upon Avon e le suite di Bach: n.1 BWV 1007 Prelude; n.4 BWV 1010 Courante et Sarabande; n.5 BWV 1011 Allemande, Bourrées et Sarabande; n.6 BWV 1012 Prelude. Di Monteverdi, “A voce sola” (arrangement Sonia Wieder-Atherton); “Hor ch’el ciel et la terra” (arrangement Sonia Wieder-Atherton). Di Lotti, “In una siepe ombrosa”. Di Wieder-Atherton, “Chant de Là-Bas”. Lo spettacolo, che si avvale anche della voce di Giovanna Marini, è in lingua inglese. Alle spalle delle interpreti, nella semioscurità, campeggiano tante foto di personaggi cari alla Rampling, tutti defunti, per un omaggio funebre agli affetti di una vita, fino a scorgere il volto del compianto Peter Brook. “A volte la memoria ritorna, portando con sé volti, nomi, pezzi di storie e suoni – afferma Sonia Wieder-Atherton. Da questo luogo emergono i sonetti di Shakespeare, a volte lontani ma contraddistinti da un senso di presenza penetrante. Come se quelle parole fossero rivolte ai volti della memoria o come se fossero quei volti ad avercele raccontate. Il violoncello, attraverso le suite di Bach, riporta alla luce frammenti di memoria e scolpisce il tempo”.

E della caducità del tempo, dell’essenza dell’amore, della vita, della bellezza interiore parla Shakespeare, del tempo divoratore, del vivere d’arte, di unione totale e di sublimazione dei sensi. Il cammino dell’uomo verso l’esperienza della totalità, l’amore trascendentale e l’estasi metafisica. Una coppia di Sonetti è incentratati sulla parola Will, volontà, voglia, nome del poeta stesso. Una dialettica contraddittoria, sfuggente come la profondità dell’opera shakespeariana, aleggia nei versi profondi, musicali: Brava la Rampling con il suo timbro caldo, l’interpretazione, nel cesellarli, a tratti bisbigliando – ciò che conta è il suono. Bach, essenziale, sublime, divino, esalta la musicalità dei Sonetti che parlano d’amore, di eternità e bellezza ma anche di tanta morte. Il Sonetto 116 così recita:

“alle nozze sincere di due anime impedimenti non so.

Non è amore l’amor che muta se in mutare imbatte o,

rimuovendosi altri, si rimuove,

oh, no: è faro che per sempre è fisso

e guarda alle bufere e non dà crollo,

amore, è stella ai vaganti navigli,

nota in altezza, nel valore ignota.

Non è zimbello al tempo,

s’anche a teneri labbri s’incurva

quella falce e chiude,

non tramuta con l’ore e i giorni brevi

ma inoltra sino all’estrema sventura.

Se errore è questo, e su di me provato,

io mai non scrissi, e mai nessuno ha amato”.

Uno spettacolo emozionante, nell’eccellente esecuzione della violoncellista e nell’elegante lettura della grande attrice che il pubblico ha potuto apprezzare dal vivo. I Sonetti sono note che risuonano nel cuore degli uomini.