Di: Maresa Galli

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Secondo evento di stagione per il Nuovo Teatro Sanità, lo spettacolo “Sound sbagliato”, da un’idea di Alessandro Palladino e scritto con Ciro Burzo, per la regia di Carlo Geltrude. In scena un affiatato gruppo di giovani e valenti attori: Vincenzo Antonucci, Ciro Burzo, Mariano Coletti, Carlo Geltrude e Salvatore Nicolella. Facile riconoscersi e riconoscere quattro giovani della provincia, con il loro futuro privo di occasioni e di speranza, con scelte che li condurranno alla devianza. Giornate vuote, nessuna prospettiva all’orizzonte, nessun punto di riferimento li conduce ad organizzare una rapina, dopo aver assunto stupefacenti. Giovani sbandati, vestiti in abiti coloratissimi, rapper dell’asfittica, maleodorante provincia che uccide i sogni, vivono in un bronx dell’anima – minorenni, senza alcun futuro. Colonna sonora della temperie che li scuote, le Quattro Stagioni di Vivaldi, interpretate con ritmo, rime, intercalando italiano e napoletano, “creando un sound che ti lascia pensare/ è una città che suona ma nessuno prova a ballare. La realtà è la fonte d’ispirazione/la rima dà voce a chi sa parlare/di sogni, di delusione, di aspirazione/senza mai volerli giudicare”. Il vuoto, la droga, la rapina, il carcere minorile che segnerà la vita di uno di loro, Alfredo, esistenze perdute – una sconfitta collettiva quando ai giovani “a vita c’ha rat’ ‘o sfratto”, rubando i sogni e il futuro. “Vestiti colorati e anime nere”, scrivono gli autori, ma così nere non sono nell’Inverno della vita che suona gelido e cupo. E la scelta di Vivaldi, non a caso, con un capolavoro, meraviglioso soffio di bellezza, ebbrezza, energia, colore, come dovrebbe essere il percorso di vita di ogni giovane. Un bello spettacolo corale con attori affiatati, ben diretti da Carlo Geltrude. Uno dei frutti migliori del Nuovo Sanità, i ragazzi che fanno splendido gioco di squadra, in un grande laboratorio di idee, confronto, teatro ispirato dalla realtà trasformata ogni giorno da impegno e passione. Tanti applausi per tutti alla prima.