Di: Sergio Palumbo

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Emanuele Bevilacqua è un bravo ed affermato manager editoriale, che si è cimentato in un romanzo, “L’estate di Yul”, dalla particolare freschezza e caratterizzato da personaggi mai banali e dai tratti molto forti. E’ una storia di giovani inquieti sullo sfondo della West Coast degli anni Settanta. Leo scrive in prima persona raccontando di sè e dei suoi amici Sal, Walter, Alex-Little Gorilla e delle donne che gravitano nella sua vita. I personaggi femminili del libro hanno un enorme fascino: determinate, concrete, passionali, decise, intense. Ne escono fuori dei ritratti assolutamente positivi di un genere femminile dal carattere irresistibilmente risoluto, quasi a far da contraltare all’insicurezza e alla provvisiorietà dei personaggi maschili.

Ma chi è questo Yul? Che fa questo Yul? E’ presto detto: fa il “trapezista alla Sorbona”, è chi farebbe sempre le cose meglio e nel modo sempre giusto. Potrebbe essere quasi un’ossessione, se Leo e gli altri avessero tempo per pensarci. Ma il tempo non c’è mai, i ragazzi sono sempre perennemente in ritardo, gli eventi sono sempre più veloci e le cose precipitano sempre più velocemente, tanto che Leo, Sal e Walter hanno solo ottantaquattro ore per raggiungere New York per prendere un volo per l’Europa. Scappano, come forse hanno sempre fatto nella loro vita, senza capire neanche bene perché e da cosa. E, scappando, portano con sè l’inquietudine di una generazione vorticosa, frenetica, confusionaria e forse proprio per questo ancora più appassionata e affascinante.

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