Di: Sergio Palumbo

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Per questo suo nuovo romanzo Marco Vichi sceglie come protagonista un uomo comune: un ragioniere sessantaduenne, sposato con una donna fedele e paziente e con due figli adulti che vivono per conto proprio. Già il nome è tutto un programma: Mario Rossi. Una vita scandita dalle abitudini, da scelte più subite che fatte, solo casa e lavoro, senza particolari emozioni. Ma inquesta campana di vetro, dietro la calma apparente, dentro Mario serpeggia un malcontento, una voglia di mettere in discussione tutta la sua vita, una inquieta ricerca di liberarsi dalle catene delle abitudini e dei giudizi delle persone che lo circondano, il bisogno di fare nuove esperienze, scoprire nuovi posti, conoscere gente nuova, desiderare e, magari, avere donne bellissime, uscire dagli schemi e fare cose “non da lui”.

Questi desideri repressi rendono cupo e nervoso Mario, ma un evento cambierà radicalmente le cose: la morte improvvisa della moglie Gisella, che da un lato lo addolorerà profondamente, ma che dall’altro sarà lo stimolo per sgretolare la campana di vetro. Mario scoprirà cose che del mondo non conosceva, nel bene e nel male: l’orrore della violenza più brutale, la desolazione del sesso a pagamento, la meraviglia di nuovi sapori, la sconvolgente autoconsapevolezza di desideri che mai avrebbe creduto di poter avere.

Vichi ci porta nei meandri più oscuri della mente di Mario Rossi e lo fa con una maestria che ricorda chiaramente Georges Simenon, peraltro citato apertamente nel libro. Colpisce, in particolare, la profonda disamina dei pensieri di Mario, che mettono in risalto le contraddizioni, le frustrazioni e le degenerazioni degli esseri umani, il tutto con una trama avvincente e con la grande abilità narrativa a cui lo scrittore fiorentino ci aveva già abituati con i precedenti romanzi.

Link: il sito di Guanda Editore – www.guanda.it