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Martedì 18 febbraio 2014, Teatro Nuovo di Napoli

ITIS Galileo di Marco Paolini e Francesco Niccolini

In scena una rappresentazione che non approfondisce la tradizionale dialettica fede-ragione, ma indaga sulla discussione a tre fra fede, ragione e superstizione

Essere geniali, in circostanze difficili, può essere un problema, per gli altri soprattutto. Parte da questa considerazione il lavoro di approfondimento che Marco Paolini e Francesco Niccolini hanno dedicato alla figura di Galileo Galileo, restituendo, in scena, ITIS Galileo, spettacolo che sarà al Teatro Nuovo di Napoli da martedì 18 febbraio 2014 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 23).

Presentato da Jolefilm, ITIS Galileo è l’allestimento con cui Marco Paolini, cantastorie capace come pochi altri di tenere il palcoscenico e di calamitare l’attenzione della platea, affronta la figura rivoluzionaria del grande scienziato, filosofo, ma, prima di tutto, grande tecnico dal sorprendente intuito.

A quasi quattrocento anni dalla sua morte, Galileo Galilei continua a far parlare di sé. Ciò che sorprende è vedere come la sua storia, fatta di gloria e miseria, si presti ad essere raccontata, non solo attraverso documentari o libri di scuola, ma anche tramite il teatro, forma d’arte che esprime al meglio la grandezza di un uomo mai capito, forse, fino in fondo.

Ma perché questo titolo? Perché “ITIS Galileo”? L’acronimo ITIS sta per Istituto Tecnico Industriale Statale. Infatti, lo spettacolo che Marco Paolini e Francesco Niccolini hanno dedicato alla figura di Galileo Galilei, padre del metodo scientifico moderno, è nato nelle scuole per spiegare ai più giovani come l’essere geniali, in circostanze difficili, possa essere un problema.

ITIS Galileo, però, non è una semplice messa in scena, una rivisitazione della vita galileiana, bensì un racconto, a tratti fiabesco, a tratti grottesco, sull’esistenza umana. Marco Paolini, da bravo cantastorie qual è, astrae la vita di un singolo individuo, seppur famoso, per poi mutarla in esperienza condivisa.

Ma qui, in realtà, non c’è salvezza, né redenzione, solo poca gloria e molta miseria. Ecco, dunque, come ITIS Galileo si trasforma in una vera e propria parabola, che evidenzia le contraddizioni insite nell’animo umano e presenti in quella giustizia civile troppo spesso ingiusta.

Lo spettacolo di Paolini diverte facendo riflettere. Svela una lezione unica nel suo genere, nella quale si racconta un Galilei non solo accademico e tecnico ma, soprattutto, entusiasta, ingegnoso, capace di unire poesia e meccanica, motivato da un forte desiderio di libertà e passione.

Uno spettacolo che preferisce indagare il confine fra buon senso e superstizione, piuttosto che approfondire la dozzinale dialettica fede-ragione. Del resto, inutile sprecare parole sull’eterna diatriba fra religione e scienza quando lo stesso scienziato, con assoluta onestà intellettuale e tolleranza, disse come l’intenzione dello Spirito Santo sia d’insegnarci come si vadia al cielo, e non come vadia il cielo.

ITIS Galileo di Marco Paolini e Francesco Niccolini

Napoli, Teatro Nuovo – dal 18 al 23 febbraio 2014

Inizio delle rappresentazioni ore 21.00 (feriali), ore 18.30 (domenica)

Info e prenotazioni al numero 0814976267 email botteghino@teatronuovonapoli.it

Da martedì 18 a domenica 23 febbraio 2014

Napoli, Teatro Nuovo

Jolefilm

Presenta

Marco Paolini in

ITIS Galileo

di Francesco Niccolini e Marco Paolini

consulenza scientifica Stefano Gattei

consulenza storica Giovanni De Martis

elementi scenici Juri Pevere

consolle audio Gabriele Turra

assistenza tecnica Graziano Pretto, Michele Mescalchin

direzione tecnica Marco Busetto

illuminotecnica e fonica Ombre Rosse

Durata della rappresentazione 130’ circa, senza intervallo

Essere geniali, in circostanze difficili, può essere un problema, per gli altri soprattutto. Parte da questa considerazione il lavoro di approfondimento curioso che Marco Paolini e Francesco Niccolini hanno dedicato alla figura di Galileo.

Il padre della scienza moderna, infatti, appare agli occhi dei contemporanei come un grande divulgatore dei propri studi, ma soprattutto come una mente che rimane aperta al dubbio fino alla fine, fino alla vecchiaia.

Quando si parla di Galileo si pensa sempre a un anziano venerando: sarà una questione di iconografia, ma forse è anche perché si capisce che lo scienziato non si mette mai in pensione con la testa. Anzi, le scoperte più importanti le raggiunge dopo i sessant’anni.

Galileo vive quattrocento anni prima di noi, in un’epoca governata da certezze e rigidità di pensiero, ma alcuni elementi tornano oggi a riaprire il confronto con quel passato.

“Viviamo in un tempo in cui la magia è tornata a governare il futuro. Sarà perché le leggi dell’economia non sono leggi matematiche e contengono una componente di caso molto rilevante, sta di fatto che il nostro mondo cerca consolazione negli astri. E mi stupisce che, 400 anni dopo la consacrazione dell’universo postrivoluzione copernicana, tutti i giorni molti tra noi consultino le previsioni dell’oroscopo che utilizzano le stelle fisse di Tolomeo. Alla fine non importa se il cielo non è così, perché quello che conta è che ci piace.

Galileo è usato spesso come simbolo della scienza libera contro la fede integralista, ma in realtà è uno che per campare fa anche oroscopi. Eppure ha la forza di guardare oltre. Per noi è facile irridere le teorie del passato, quando finiscono le teorie fanno sempre ridere. Il problema è che mentre ci sei dentro continui a pensare che non sia teoria, ma spiegazione della realtà”.

Marco Paolini

Ecco allora gli interrogativi che sorgono nel chiamare in causa Galileo. Forse la ragione ha perso appeal? La scienza ha deluso? Una morale laica non esiste?

Questo spettacolo non approfondisce la tradizionale dialettica fede-ragione, che ha segnato la storia dello scienziato e del Seicento, ma piuttosto indaga sulla discussione a tre fra fede, ragione e superstizione.

In fin dei conti, giocare al lotto è più facile che pensare o guadagnarsi il paradiso onestamente, anche se il calcolo delle probabilità non dovrebbe indurre nessuno a giocarci.

L’obbiettivo di Marco Paolini con questo spettacolo teatrale è quello di coinvolgere nel ragionare, non solo nel raccontare, arrivare a una situazione in cui il pubblico non sia seduto tranquillo, sapendo di dover fare lo spettatore e basta. Va in scena a teatro un dialogo, anche se non proprio sopra i massimi sistemi, ma almeno su di un “minimo comune e multiplo”.