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Giovedì 7 marzo 2019, Teatro Elicantropo di Napoli

Una conferenza sulla pioggia da Juan Villoro

Liberamente tratta dall’opera del drammaturgo messicano, una riflessione profonda

e, spesso, ironica sulla vita dei libri e sulle emozioni che sono in grado di suscitare

Sarà in scena al Teatro Elicantropo, da giovedì 7 marzo 2019 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 10), Una conferenza sulla pioggia, spettacolo liberamente tratto da Conferencia sobre la lluvia di Juan Villoro, che vedrà interprete in scena Gregorio Maria De Paola, diretto da Agostino Pannone.

Presentato da Un Altro Teatro, l’allestimento è un testo teatrale, per un attore monologante, ma difficilmente ascrivibile a puro monologo. Come recita il titolo si tratta di una conferenza, ma, di fatto, non lo è.

La conferenza diviene spunto della drammaturgia, giacchè il protagonista si presenta al pubblico, ma solo alla fine svela il suo unico interlocutore, per parlare del rapporto tra la poesia e la pioggia, anche se ha perso i fogli con gli appunti e tenta di parlare ugualmente del tema, improvvisando su quel che ricorda.

L’uomo ha smarrito le sue carte, e il nervosismo gli fa pronunciare cose impensabili. Il soggetto del discorso è il rapporto tra la pioggia e la poesia d’amore.

Nella vertigine dell’improvvisazione, il protagonista parla di sé, ma non abbandona mai il suo scopo originale. In modo affascinante si mescolano così due forme di discorso: conferenza e confessione.

“Questo spettacolo – scrive il regista in una nota – nasce da una perdita. Da più di una. Perdiamo continuamente qualcosa, tutto il giorno, tutti i giorni. Le chiavi, il portafoglio, gli occhiali. Poi, all’improvviso perdiamo ciò che mai avremmo voluto perdere. In quel punto, in quel momento nasce lo spettacolo. In tutti i sensi, nasce la mia idea, la mia esigenza, la mia storia, e nasce la necessità di un copione, del teatro”.

Una conferenza sulla pioggia, in realtà, è una riflessione profonda e spesso ironica sulla vita dei libri e sulle emozioni che sono in grado di suscitare. Una libreria è una raccolta d’amore, ripudio, sospetti e nostalgia, sia per quanto restituiscono i volumi, sia per il modo in cui vengono letti.

Il personaggio è un bibliotecario, grande lettore di libri, che dai libri ha acquisito la vocazione all’immaginazione. Senza confini di spazio e di tempo, mutua le frasi e gli spunti più suggestivi e immaginifici, con digressioni sul tema della conferenza, ma, ancor più, sul racconto di se stesso e, in particolare, di una sua storia d’amore.

Il risultato, sorprendente ed emozionante, è un grande atto di devozione e riconoscenza verso l’oggetto del suo lavoro: i libri.

Libri che ci informano, ma, soprattutto, ci formano, nutrono la nostra immaginazione ma anche la nostra vita, e che, in definitiva, sono spesso la “colonna sonora” delle nostre esperienze, rivelando in più di un momento la nostra profonda anima poetica.

Una conferenza sulla pioggia da Juan Villoro

Napoli, Teatro Elicantropo – da giovedì 7 a domenica 10 marzo 2019

Inizio spettacoli ore 21.00 (da giovedì a sabato), ore 18.00 (domenica)

Info e prenotazioni al 3491925942 (mattina), 081296640 (pomeriggio)

Da giovedì 7 a domenica 10 marzo 2019

Napoli, Teatro Elicantropo

(repliche da giovedì al sabato ore 21.00, domenica ore 18.00)

Un Altro Teatro

presenta

Una conferenza sulla pioggia

liberamente tratto da Conferencia sobre la lluvia di Juan Villoro

con Gregorio Maria De Paola

scene Carmine De Mizio

luci Gianni Caccia

costumi Gianpaolo Zambrano

grafica Raffaele Di Martino

foto di scena Claudia Scuro

regia Agostino Pannone

Durata della rappresentazione 50’ circa, senza intervallo

Conferenza sulla pioggia riguarda una situazione teatrale per eccellenza: parlare in pubblico. Un conferenziere ha smarrito le sue carte e il nervosismo lo porta a dire cose impensabili. Il soggetto del discorso è il rapporto tra la pioggia e la poesia d’amore.

Nella vertigine dell’improvvisazione, il protagonista parla di sé, ma non abbandona il suo scopo originale; in modo affascinante si mescolano così due forme di discorso: conferenza e confessione.

Questo monologo, liberamente tratto da Conferencia sobre la lluvia di Juan Villoro, è una riflessione profonda e spesso ironica sulla vita dei libri e sulle emozioni che sono in grado di suscitare. Una libreria è una raccolta d’amore, ripudio, sospetti e nostalgia, sia per quello che dicono i volumi, sia per il modo in cui vengono letti.

Note di regia

Perdere. Perdersi. Perdendosi. Ma anche trovandosi.

Trovato!

Ho perso qualcosa, o qualcuno, trovando un pezzettino in più di me stesso. Questo dice e fa il mio personaggio, anzi quello di Juan Villoro, che poi è il mio o quello di Gregorio, o forse il nostro, adattato da noi, o forse proprio io. Ho perso il filo!

Hmmm… un attimo.

Lo so, le note di regia dovrebbero rendere tutto più chiaro. Vi assicuro che è semplice. Ricominciamo: è una storia che si perde.

Cioè che si perde proprio nel nulla. Non che si perde il senso di quello che si dice, cioè anche, si, a volte, ma soprattutto che si perde nel senso che non si trovano più.

Chi? I personaggi!

Ci ritroviamo noi. Non io e Gregorio. Noi tutti. Noi esseri umani. Ci ritroviamo dentro, mentre ci perdiamo il senso di quello che si sta dicendo. Perché per trovarsi bisogna perdersi. Se non ami perderti, allora non ami. Se ami, questo spettacolo ti fa perdere! Non nel senso che non vinci!

Che ti perdi, perché dentro trovi te stesso. Quella è una vittoria! Che poi come si fa a stabilire chi vince e chi perde? Oh Dio, mi sono perso. Allora: perdono. Questione di accenti.

Comincio a perdermi troppo. Insomma: questo spettacolo nasce da una perdita. Da più di una. Perdiamo continuamente qualcosa, tutto il giorno, tutti i giorni.

Le chiavi, il portafoglio, gli occhiali. Poi, all’improvviso perdiamo ciò che mai avremmo voluto perdere. In quel punto, in quel momento nasce lo spettacolo. In tutti i sensi, nasce la mia idea, la mia esigenza, la mia storia e nasce la necessità di un copione. Del teatro.

Nasce, cresce e vive un uomo. Qualunque. Chiunque. Un uomo che perde qualcosa che non avrebbe mai voluto perdere e che fa di tutto per ritrovarla. Non importa se ci riesce. Non ci è dato saperlo. Non iniziamo qualcosa sapendo come andrà a finire.

Iniziamo perché non possiamo farne a meno. Nessuno ci riesce da solo. Si ha bisogno del teatro per comunicare, di Voi perché ci si emozioni insieme, “dell’alta fantasia” come dice Dante per sognare che sia possibile, della storia scritta da Juan Villoro e di Gregorio perché questa storia sia diventata così bella da dirigere. Sorridendo.

Perché un giorno senza sorriso, è un giorno perso…lo diceva anche Charlot!

Agostino Pannone