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Al Teatro Mercadante da mercoledì 20 a domenica 31 marzo

l’atteso La scuola delle mogli di Molière

nella traduzione di Cesare Garboli

e la lucida, divertente regia di Arturo Cirillo

Una produzione Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale

Marche Teatro, Teatro dell’Elfo

Uno dei testi più moderni, contraddittori ed inquieti sul desiderio e sull’amore

Dopo le due rappresentazioni al Festival di Borgio Verezzi e a Palazzo Venezia di Roma nello scorso mese di luglio, arriva a Napoli – in scena al Teatro Mercadante da mercoledi 20 a domenica 31 marzo – per la sua tournée italiana lo spettacolo La scuola delle mogli di Molière con la regia di Arturo Cirillo, di cui lo Stabile di Napoli è produttore con Marche Teatro e Teatro dell’Elfo.

Nella bella traduzione di Cesare Garboli in scena recitano lo stesso Arturo Cirillo nel ruolo del protagonista Arnolfo, alias Signor Del Ramo, con Valentina Picello in quello di Agnese, fanciulla innocente allevata da Arnolfo; Rosario Giglio nel doppio ruolo di Crisaldo, amico di Arnolfo e di Alain, servo di Arnolfo; Marta Pizzigallo è Georgette, serva di Arnolfo mentre Giacomo Vigentini è Orazio, innamorato di Agnese, e Un notaio.

Le scene sono di Dario Gessati, i costumi di Gianluca Falaschi, le luci di Camilla Piccioni, le musiche di Francesco De Melis, da lui eseguite (alla chitarra classica) con Caterina Dionisi (al pianoforte), Vasco Maria Livio (al computer), Lorenzo Masini (alla chitarra acustica), Orlando Trotta Paik (al clarinetto e alle percussioni).

Accolto con grande successo e consensi di critica, a proposito del testo Arturo Cirillo ha dichiarato: “E’ una storia che mi ha fatto pensare a Natascha, la ragazza segregata per otto anni”.

«La scuola delle mogli è una commedia sapiente e di sorprendente maturità: vi si respira un’amarezza ed una modernità come solo negli ultimi testi Molière riuscirà a trovare. Vi è la gioia e il dolore della vita, il teatro comico e quello tragico, come in Shakespeare. Il tutto avviene in un piccolo mondo con pochi personaggi.

M’immagino una scena che è una piazza, come in una città ideale, con la sua prospettiva, la sua geometria, ma dove dentro all’abitazione principale, vi è una lunga scala di ferro che porta ad una camera che è come una cella, una stanza delle torture, e un giardino che assomiglia anche ad una gabbia. L’azione avviene nello spazio tra questa casa ed un’altra, appartenenti entrambe al protagonista, il quale si fregia di un doppio nome e di una doppia identità, come doppia è la sua natura. Egli è uno spietato cinico ma anche un innamorato ossessivo, un indefesso fustigatore delle debolezze altrui come anche una fragilissima vittima del proprio gioco. Al centro una giovane donna cavia di un esperimento che solo una mente maschilista e misantropica poteva escogitare: è stata presa da bambina, orfana, e poi lasciata nell’ignoranza di tutto per poter essere la moglie ideale, vittima per non dire schiava, del futuro marito che la dominerà su tutti i piani, economici, culturali, psicologici. La natura, l’istinto, l’intelligenza del cuore renderanno però vano il piano penitenziale e aguzzino che si è tramato intorno a lei.

Una commedia alla Plauto che nasconde uno dei testi più moderni, contraddittori ed inquieti sul desiderio e sull’amore. Dove si dice che la natura da maggiore felicità che non le regole sociali, che gli uomini si sono dati. Dove il cuore senza saperlo insegna molto di più di qualsiasi scuola. Dove Molière riesce a guardarsi senza pietismo, senza assolversi, ma anzi rappresentandosi come il più colpevole di tutti, il più spregevole (ma forse anche il più innamorato), riuscendo ancora una volta a farci ridere di noi stessi, delle nostre debolezze ed incompiutezze, della miseria di essere uomini».

Arturo Cirillo

Dal20 al 31 marzo 2019 al Teatro Mercadante

La scuola delle mogli

di Molière
traduzione di Cesare Garboli

regia Arturo Cirillo

personaggi e interpreti
Arnolfo, alias Signor Del Ramo Arturo Cirillo
Agnese, fanciulla innocente allevata da Arnolfo Valentina Picello
Crisaldo, amico di Arnolfo / Alain, servo di Arnolfo Rosario Giglio
Georgette, serva di Arnolfo Marta Pizzigallo
Orazio, innamorato di Agnese / Un notaio Giacomo Vigentini

scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
luci Camilla Piccioni
musiche Francesco De Melis

musiche di scena eseguite da Francesco De Melis (chitarra classica)

Caterina Dionisi (pianoforte), Vasco Maria Livio (computer)

Lorenzo Masini (chitarra acustica), Orlando Trotta Paik (clarinetto e percussioni)

durata1h e 35′ senza intervallo

orario rappresentazioni

20, 22, 26, 29 marzo ore 21.00

21, 27, 28 marzo ore 17.00

23, 30 marzo ore 19.00

24, 31 marzo ore 18.00

info

www. teatrostabilenapoli.it

biglietteria tel. 081.5513396 | biglietteria@ teatrostabilenapoli.it


A seguire il comunicato stampa sulla presentazione del volume

Dall’altra parte dell’Americala trilogia americana di Arturo Cirillo

In occasione delle rappresentazioni di La scuola delle mogli diretto da Arturo Cirillo

VENERDI 29 MARZO ORE 18.00 | FOYER DEL TEATRO MERCADANTE

presentazione del volume di Andrea Porcheddu

Dall’altra parte dell’America

La trilogia americana di Arturo Cirillo

Cuepress

Con l’autore Andrea Porcheddu e il regista Arturo Cirillo dialogherà il critico teatrale Giulio Baffi

«Ha viaggiato come Emilio Salgari, il regista e attore Arturo Cirillo, nella sua esplorazione pluriennale della drammaturgia americana.

Ha incontrato gli Stati Uniti senza solcare l’oceano, rimanendo non solo in Italia, ma claustrofobicamente chiuso in quella gabbia della mente che è la famiglia, l’eterno nucleo incandescente delle relazioni personali e familiari.

Non c’è bisogno di visitare la sterminata provincia americana, inutile guidare sulla Route 66, non serve confrontarsi concretamente l’American Dream, per capire le sfumature, le sottigliezze, i dolori, i sogni degli esseri umani. E grazie a questo approccio, allora, Arturo Cirillo ha dato nuova vita a Tennessee Williams, Edward Albee ed Eugene O’Neill…».

Andrea Porcheddu

«La trilogia americana è stata questo: domandarsi su cosa sia il recitare. E cosa sia il buon recitare. Non ho risposte definitive o assolute. Ma non credo ci sia un contrasto tra vita e scena, tra verità e finzione: penso invece sia intrigante interrogarsi su quanto la realtà sia anche immaginaria, quanto il ricordo sia anche un’invenzione. Questi testi sono un continuo rapportarsi con il naturale e l’artificio […] una lotta, un duello, un interrogarsi continuo, fino all’ultima replica…».

Arturo Cirillo

L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili