Di: Maresa Galli

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“Regalo di Natale” è un prezioso film che Pupi Avati girò nel 1986, che oggi va in scena con l’adattamento teatrale di Sergio Pierattini e la regia di Marcello Cotugno. Indimenticabile il cast del film composto da Carlo Delle Piane, Alessandro Haber, Diego Abatantuono, Gianni Cavina, così come è straordinario il cast della commedia, andata in scena al Teatro Nest e ora in tournée in tutta Italia, che si avvale di Gennaro Di Biase (Stefano), Giovanni Esposito (Lele), Valerio Santoro (Ugo), Filippo Dini (Franco), Gigio Alberti (l’avvocato Sant’Elia). La storia è quella di quattro amici di vecchia data che si ritrovano nella notte di Natale del 2008, anno della crisi economica globale, per giocare una partita a poker, coinvolgendo un ricco avvocato sfortunato al gioco, il cosiddetto “pollo” da spennare. Gli amici sono tutti afflitti da problemi economici, tutti tranne Franco, comproprietario, col suocero, di un cinema a Milano che sogna però di ristrutturare. Se il primo tempo è più brillante, e si ride alle battute agrodolci di Lele, giornalista in bolletta che sogna di scrivere un libro, il secondo, tutto giocato al tavolo verde, è amaro, crudele. Scoppia il conflitto mai superato tra Ugo e Franco, in freddo da dieci anni, da quando Ugo soffiò la moglie a Franco per poi lasciarla dopo appena quattro mesi. Stefano svolge un’attività imprenditoriale ma emette fatture false e ne pagherà presto le conseguenze. Dalle risate alla disperazione, dalla finzione alla realtà, dalle confessioni alle bugie – il gioco mette allo scoperto le carte dei quattro uomini, un tempo veri amici, stretti in un legame indissolubile. Oggi desiderano solo di rifarsi una vita, non vi è in loro cattiveria ma volontà di sopravvivenza.

L’avvocato, trasandato, apparentemente innocuo, si rivelerà un serpente – mai fidarsi delle apparenze… Belle le scene di Luigi Ferrigno, essenziali, con il tavolo da gioco rotante, di richiamo cinematografico, le luci di Pasquale Mari. Intelligente, emozionante commedia sul senso della vita, sull’amicizia, sulla crisi di valori che distrugge i più bei legami, “Regalo di Natale” è un bel lavoro da vedere e rivedere. “Con la sua stringente contemporaneità e la sua universalità fuori dal tempo, la parabola di Regalo di Natale è allora il trionfo del singolo sul collettivo, è la metafora del successo di uno conquistato a spese di tutti, è il simbolo di una teatralità doppia e meschina, è un’amara una riflessione su come stiamo diventando. O su come forse siamo già diventati”, afferma Marcello Cotugno, splendido regista che ha valorizzato la storia e il talento degli attori in scena. Interminabili applausi al Nest.