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Nuovo appuntamento con la Musica da Camera:

Protagonista l’Insieme di Fiati del Teatro di San Carlo

Domenica 27 febbraio ore 18.00

Prosegue la Stagione da Camera del Teatro di San Carlo con un nuovo appuntamento domenica 27 febbraio 2022 alle ore 18.00.

Protagonista la formazione composta da Silvia Bellio (Flauto), Hernan Garreffa, Francesco Parisi (Oboi), Luca Sartori, Mariano Lucci (Clarinetti), Mauro Russo, Giuseppe Settembrino (Fagotti), Ricardo Serrano, Salvatore Acierno (Corni), tutti professori d’Orchestra del Massimo napoletano.

In programma Serenata n. 12 in do minore K. 388, “Nachtmusik” di Wolfgang Amadeus Mozart, Ottetto in si bemolle maggiore op. 216 di Carl Reinecke e la Petite Symphonie per fiati di Charles Gounod.

GUIDA ALL’ASCOLTO

A cura di Dinko Fabris

Nella Vienna degli ultimi decenni del Settecento, che andava ratificando il modello del “classicismo” musicale, con Haydn e Mozart, si era sviluppata una curiosa moda per un insieme di otto strumenti a fiato, impiegati come una piccola orchestra o banda denominata “Harmonie”: in genere flauto e oboe (con varianti), due clarinetti, due fagotti e due corni. Questo insieme veniva impiegato per repertori “leggeri” nei palazzi aristocratici o della ricca borghesia come all’aperto, ma anche in situazioni artistiche più elaborate e le partiture venivano contrassegnate con i titoli più diversi: divertimento, cassazione, notturno, serenata e così via. Lo stesso Mozart, che produsse alcuni dei capolavori più celebri per questa formazione, non mancò di inserirla in un momento topico del Don Giovanni, quando l’ottetto di fiati suona accanto alla mensa apparecchiata per il finale dell’opera. Tra le opere di Mozart denominate “serenate” la composizione catalogata come K. 388 si presenta subito come molto lontana dall’idea di una classica serenata di consumo leggero. La tonalità di do minore predispone infatti all’atmosfera scura e tragica, che giustifica il sottotitolo di “Nachtmusik”, musica notturna. Sappiamo da una lettera inviata al padre nel luglio del 1782 che Wolfgang aveva «dovuto comporre in fretta una serenata, ma soltanto per fiati». Non si è mai appurato per quale occasione sia stata composta e per quale committente, ma indubbiamente si tratta di una delle composizioni più importanti nella storia di questa formazione di fiati, tanto che l’autore ne elaborò qualche anno dopo, nel 1788, una versione per quintetto d’archi (K. 406/516b). La firma di Mozart si avverte peraltro attraverso tutto il brano, in alcuni temi che rimbalzano nella sua produzione operistica viennese fino alla Zauberflöte e per questo ci sembrano famigliari. Il modello dell’ottetto classico di fiati viennese influenzò a lungo gli autori tedeschi del periodo romantico. Carl Reinecke fu una personalità di grande rilievo nella Germania della seconda metà dell’Ottocento, considerato un “guardiano della tradizione” che intendeva preservare, soprattutto per i suoi allievi di conservatorio, attraverso la trasmissione dei modelli offerti dai “classici”. La sua cultura erudita gli valse un dottorato honoris causa, un insegnamento universitario e numerosi riconoscimenti, fino alla direzione dal 1897 del mitico Conservatorio di Lipsia, dove insegnava già dal 1860. Nell’ambito della sua produzione cameristica, l’Ottetto per fiati ha tuttora una vasta popolarità. Pubblicato a Lipsia da Kistner nel 1892 come opera 216 (a riprova della prolificità di questo autore), si presenta composto in una forma ovviamente “classica” ma non priva di abbandoni romantici e parti ritmiche serrate. L’inizio è un Allegro moderato in tempo quaternario nella tonalità di si bemolle maggiore, che alterna momenti di rarefazione sonora ad altri di alta densità accordale. Segue un danzante Scherzo Vivace in 9/8 e quindi un Adagio ma non troppo, in mi bemolle maggiore, sempre in 9/8 e si conclude con un Finale Allegro molto e grazioso, col ritorno alla tonalità d’impianto. Anche Charles Gounod compose la sua Petite Symphonie per insieme di fiati verso la fine della sua carriera, nel 1885, su richiesta dell’impresario e flautista Paul Taffanel che la eseguì a Parigi il 30 aprile di quell’anno per la sua associazione, intitolata “Société de musique de chambre pour instruments à vent”. L’organico previsto dal compositore riprendeva il classico ottetto a coppie di strumenti a fiati con in più un flauto solo, per onorare il suo committente. È interessante che, nonostante la destinazione per soli fiati, la forma adottata da Gounod sia quella in quattro tempi della Sinfonia classica dell’età di Haydn e del primo Beethoven, con Introduzione lenta seguita da un Allegretto in forma sonata e poi da movimenti altrettanti classici: un Andante cantabile che privilegia le possibilità espressive del flauto, uno Scherzo con Trio ed un vitalissimo Finale Allegretto. È interessante notare che in precedenza, tra il 1854 e il 1855, Gounod aveva composto due “autentiche” Sinfonie per piena orchestra, in re maggiore e in mi bemolle maggiore (oltre ad una più tarda Terza Sinfonia solo abbozzata e mai completata). Eppure la sua Petite Symphonie per soli fiati resta ancora ai nostri giorni molto più conosciuta ed eseguita, nonostante la sua particolare formazione a nove strumenti.

domenica 27 febbraio 2022, ore 18.00

MOZART / REINECKE / GOUNOD

Flauto

Silvia Bellio

Oboi

Hernan Garreffa, Francesco Parisi

Clarinetti

Luca Sartori, Mariano Lucci

Fagotti

Mauro Russo, Giuseppe Settembrino

Corni

Ricardo Serrano, Salvatore Acierno

Programma

WOLFGANG AMADEUS MOZART

Serenata n. 12 in do minore K. 388, “Nachtmusik”

CARL REINECKE

Ottetto in si bemolle maggiore op. 216

CHARLES GOUNOD

Petite Symphonie per fiati