Di: Sergio Palumbo

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Uno dei testi teatrali più famosi di Luigi Pirandello, “Enrico IV”, ridotto da tre atti ad uno, alleggerito e modernizzato, in una riscrittura radicale che si spinge fino a modificarne il senso. Detta così, fa venire i brividi, ma attenzione a non precipitare il giudizio: l’adattamento di Carlo Cecchi, che ha alle spalle il grande successo di due celebri adattamenti di testi di Pirandello (L’uomo, la bestia e la virtù e Sei personaggi in cerca d’autore), riesce ad essere iconoclasta nei confronti dell’autore, ma nel contempo a renderne ancor più incisiva la drammaturgia.

“Si recita con Pirandello e anche contro Pirandello”, scrive Cecchi nelle note di regia. La formula del “teatro nel teatro” viene qui spinta all’estremo, in un meccanismo ricorsivo che tiene lo spettatore sempre nel dubbio di cosa sia realtà e cosa sia finzione, confondendolo continuamente in un vertiginoso gioco di specchi. Ma si recita anche “contro” Pirandello, smentendo alcuni aspetti troppo naturalistici, come la commozione celebrale che causa la pazzia del protagonista. Nella riscrittura di Cecchi, il protagonista non diventa pazzo per una commozione cerebrale, ma sceglie di recitare la parte del pazzo per “vocazione teatrale”, dato che il teatro “è l’unico gioco che ci è rimasto”. Condensato in poco più di un’ora e venti minuti, con un linguaggio più contemporaneo ed estremizzando il meccanismo metateatrale, il significato profondo del testo pirandelliano arriva al pubblico con una straordinaria immediatezza, fino al colpo di genio finale in cui Enrico, dopo aver colpito Tito Belcredi (palesemente simulando un colpo di spada a mani nude, sulle note del finale di Cavalleria Rusticana), gli dice: “Alzati, domani abbiamo un’altra replica!”.

Le scene girevoli di Sergio Tramonti sono particolarmente efficaci nel sottolineare la volontà registica di confondere continuamente i piani di realtà e finzione, complici anche le luci, ben disegnate da Camilla Piccioni. I costumi di Nanà Cecchi sono belli e ben curati.

Una prova attoriale maiuscola, quella di Carlo Cecchi, da vero fuoriclasse della recitazione, con diversi richiami, volutamente marcati, ad Eduardo e, non a caso, con lui in scena ci sono due grandi attori eduardiani come Angelica Ippolito (Matilde Spina) e Gigio Morra (dottor Genoni), ma tutto il cast è di ottimo livello, con Chiara Mancuso, Remo Stella e Roberto Trifirò rispettivamente nei ruoli di Frida, Carlo Nolli e Tito Belcredi, mentre nel ruolo dei quattro consiglieri si fanno apprezzare Vincenzo Ferrera, Dario Caccuri, Edoardo Coen e Davide Giordano.

“Enrico IV”, per la regia di Carlo Cecchi, sarà in scena al Teatro Mercadante di Napoli fino al 3 marzo 2019.

Link: il sito del Teatro Stabile Napoli – www.teatrostabilenapoli.it