Di: Maresa Galli

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Domenica 29 gennaio ultima replica, in Sala Assoli, di “Ultimo arrivato… a casa Moscato”, il lavoro che conclude il trittico di dediche alla poetica di Moscato, “We Love Enzo”, una produzione Casa del Contemporaneo. Protagonista l’attore e autore Benedetto Casillo che regala al pubblico un emozionante atto d’amore per il celebre drammaturgo, “l’anima più genuina, carnale e nobile della nostra città. La voce poetica e struggente di un popolo”, per dirla con Casillo che da anni interpreta in modo sublime i testi di Moscato. Molti conoscono l’attore come comico brillante, al fianco di Renato Rutigliano nell’irresistibile duo di cabaret I Sadici Piangenti. Chi non ricorda il “vice sostituto portiere”, suo ruolo nei film “Così parlò Bellavista” e “Il mistero di Bellavista”? Apprezzata anche la sua partecipazione al film di Mario Martone “Qui rido io”. Attore di razza, Casillo è anche valente attore drammatico, di “impegno”, come dimostra con i lavori che porta sulla scena teatrale: Samuel Beckett, Eduardo De Filippo, Annibale Ruccello. Nel suo nuovo, bel lavoro teatrale Casillo cuce insieme divertenti sketches celebri dei Sadici Piangenti e testi moscatiani, insieme con gli attori Enza Barra, Salvatore Chiantone e Amelia Longobardi, ben sottolineati dalla splendida selezione musicale immaginata da Teresa Di Monaco, dal classico elegante in lingua napoletana alla canzone autoriale dei songwriter americani del nostro tempo. Con la semplicità dei grandi, Casillo racconta al pubblico di essere felice di presentare un suo testo del ’74 ad un pubblico colto, “’Ncoppa a n’albero ‘e patane”. Divertentissime le scenette “Sul cornicione”, con il finto suicida che sceglie il balcone vicino al Municipio, “Il cicerone” di un’improbabile Pompei, accompagnato da una “miss, mia cara miss” (citazione di Totò e degli Squallor) inglese che ne sa più di lui… Nel viaggio nella memoria Casillo presenta l’incontro con l’inseparabile amico e collaboratore di Moscato, Claudio Affinito, che dieci anni fa lo coinvolse in diversi lavori di Moscato. Onorato, incredulo, Casillo partecipa così, nel suo stile unico, al mondo moscatiano che racconta di “Occhi gettati”, “Ragazze sole con qualche esperienza”, “Kinder- Traum Seminar”, “Tutto è fernuto”, “Napoli 1943”.

Di Moscato Casillo restituisce gli umori, la splendida, coltissima, barocca lingua, lo spessore, il bruciore di ferite mai sanate nei frammenti di storia delle Quattro Giornate, del cimitero di Spentaluce di “Raccogliere e bruciare”, la Spoon River di Neapolis.

Se Casillo è “l’ultimo arrivato”, allora si riafferma l’evangelica certezza che gli ultimi sono i primi, con il loro teatro d’amore fatto di poetiche che si fondono e regalano grandi pagine di teatro. Uno spettacolo di meritato successo.